lea pericoli gianni clerici

“NOI DEL TENNIS ERAVAMO TUTTI INNAMORATI DI LEA PERICOLI” – NEL 2015 GIANNI CLERICI CELEBRO’ SU “REPUBBLICA” LA GRANDE TENNISTA ITALIANA, SCOMPARSA OGGI A 89 ANNI - "COME LEA SCESE IN CAMPO A WIMBLEDON SI VERIFICÒ UN ASSIEPARSI SIMILE A QUELLO CHE AVEVO VISTO PER IL PRIMO FILM DI SOPHIA LOREN, I FOTOGRAFI SI BATTEVANO A COLPI DI GOMITO: OGNI VOLTA CHE LEA COLPIVA IL SUO DIRITTO, LA SOTTANELLA, GIÀ CORTA, ROTEAVA, FACENDO SÌ CHE LA DIVINA, MOSTRASSE LE MUTANDINE...” - IL BOTTA E RISPOSTA CON MONTANELLI

Ripubblichiamo l’articolo che Gianni Clerici, indimenticato scriba di Repubblica scomparso nel 2022, scrisse in occasione degli 80 anni di Lea Pericoli, nel 2015 – Da - La Repubblica https://www.repubblica.it/sport/tennis/2024/10/04/news/lea_pericoli_gianni_clerici_divina_nicola_pietrangeli-423535475/

 

 

lea pericoli foto mezzelani gmt 168

Noi del tennis, e non solo noi, siamo stati tutti innamorati della Lea. In un paese cattolico come il nostro, è difficile sfuggire a un'immagine femminile che idealizziamo, sia quella che non oso dire, sia la mamma, sia la moglie. Insomma, l’amore. Preparandomi a scrivere una piccola celebrazione dei suoi ottant’anni, ho cominciato col telefonare a uno dei miei Editor, per informarlo. «Ottant’anni!» ha esclamato. «Ma sei sicuro? Non è che ti sbagli le date, come fai, sì insomma, da quando sei un po’ suonato. Se sei sicuro lo pubblichiamo, ci mancherebbe. Lo spazio? Per una come lei limiti non ce ne sono».

lea pericoli

 

 

Ho allora telefonato a Pietrangeli, anche lui innamorato della Lea. «Sì, certo. Il compleanno si festeggia a Roma, il 22 marzo. Mi chiedi perché non l'ho sposata? Me lo sono chiesto anch'io, più di una volta. Ma eravamo sempre tutti e due così occupati…».

 

Quanto a me, mi sono ricordato di averla vista la prima volta al torneo di Wimbledon del 1956, e di essermene subito innamorato, giovane giornalista che ero, al Giorno. Lei aveva giusto vent’anni. Era arrivata in Italia da Addis Abeba, dov'era cresciuta, dove aveva abitato con suo papà, un grande uomo d' affari, che il Negus, Hailé Selassié, aveva personalmente liberato dal campo di concentramento in cui si sarebbe trovato, nel 1941.

lea pericoli

 

A Wimbledon le tenniste indossavano ancora gonne lunghe sin quasi al ginocchio, solo le americane erano più disinvolte, con quella che si chiamava sottana-pantalone. Come Lea scese in campo si verificò un assieparsi simile a quello che avevo visto per il primo film della coetanea Sophia Loren, i fotografi che si battevano a colpi di gomito, i dirigenti in blazer imbarazzatissimi: ogni volta che Lea colpiva il suo diritto, la sottanella, già corta sino alla coscia, roteava, facendo sì che la Divina, come avevo preso a chiamarla, mostrasse l'indumento sottostante, che, non fosse state tanto chic, si sarebbe potuto definire mutandine.

 

Simile immagine lasciò tutti sconcertati, e purtroppo l'ultimo non fu Papà Pericoli, che prese a pensare che il futuro di sua figlia non fosse quello della star di un'attività ancora indefinibile quale il tennista. Fu allora che ricevette da me una lettera aperta, che ho rivisto con orgoglio negli archivi del Giorno, nella quale lo avvertivo che non si poteva mutare un destino irrinunciabile, non meno di quello di una Carla Fracci.

 

Oltre a me, era innamoratissimo di sua figlia il famoso coach australiano Dinny Pails, allenatore della nazionale italiana. Confuso com'era, il poveruomo cercò, come certi mariti anziani, di spingere la giovane a dei mutamenti che imitassero il suo stile, e fu questa la principale ragione per la quale la Lea fu una campionessa meno fulgida di quanto avrebbe potuto. Lea ha infatti vinto molto, ma forse meno di quanto le avrebbe consentito quel fisico da mannequin, come allora si chiamavano le top model.

 

lea pericoli

Dopo averle dedicato qualche dozzina di ore di una vita di spettatore riscattata solo dalla sua presenza, le ho chiesto quale dei suoi match ricordasse con più emozione, oltre alle prime partite milanesi, il titolo junior italiano del 1952, il tempo in cui si divideva tra San Siro, incapace di dimenticare il suo cavallino d’Africa, e tanto disinvolta in groppa che qualcuno provò ad offrirle la possibilità di una gara, contro autentici fantini.

 

lea pericoli alberto testori

Forse il primo successo internazionale a Crans Montana? Forse gli ottavi di finale al Roland Garros, a soli vent’anni, che equivalevano a sedici delle attuali contemporanee, prodotte e ipersviluppate in laboratori tennistici? Non poteva dimenticare, certo, i successi su tre Number One mondiali quali Ann Haydon, Virginia Wade, e l' inventrice del femminismo tennistico, Billie Jean King. Ma anche le cinque finali romane insieme a Silvana Lazzarino, e, sempre con quella che battezzai Minnie, i tre consecutivi titoli a Montecarlo, sua città adottiva, e la supercoppa d’argento offerta da un gentiluomo dal nome indimenticabile, Lord Highlife.

lea pericoli

 

Nel parlare di successi, non posso evitar di citare quel che è insolito tra gli sportivi, spesso campioni con il corpo in tradizionale opposizione alla mente. Come ebbe terminato di assemblare i 27 titoli italiani, Lea prese a scrivere, anticipando due attività spesso in contrasto quale giornalismo scritto e parlato. Iniziò, con la Lettera 22, alla Notte, per essere notata da quel genio di Montanelli, che forse se ne innamorò anche lui, e passare al Giornale.

 

lea pericoli foto mezzelani gmt 167

Ma non solo di tennis, com’era attendibile, prese ad occuparsi. Si ritagliò una memorabile parte di giornale, sino a due pagine che disegnava, con una notorietà non inferiore a Maria Pezzi, la Number One della moda. Poiché Lea era abituata a superare match in tre set, insieme al giornalismo giunse anche la Tv. Telecronache di tennis, quale primo commentatore femmina in Italia, ma anche altro, e quale altro. A Montecarlo, dove spesso soggiornava, amata dal pricipe Ranieri, iniziò un gioco chiamato Paroliamo, e, con il famoso Jocelyn, a Parigi, una Caccia al Tesoro in elicottero, anche perché, confessa ridendo, era l' unica donna ad esprimersi disinvoltamente in tre lingue.

pericoli

 

Il giorno in cui Lea chiese a Montanelli di correggerle un pezzo complicato, ebbe un’inattesa risposta: «Non correggo neanche me stesso, ci mancherebbe con te. Ma perché, quando sei libera, non ci provi con un libro?». Giunse così un libro insolito, “Questa Magnifica Vita”, nel quale Lea affermava, con ininterrotti esempi, quanto sia da vivere positivamente la vita, quel che spesso dimentichiamo in una somma di contrarietà, sfortune, fastidi o semplicemente contrattempi.

 

 

Seguì un volume di successo, forse non sufficiente tuttavia per la storia di un’italiana che aveva abitato una Colonia, e l’aveva amata quasi fosse la patria. Lea racconta la sua fortunata infanzia e le storie minime di quel continente, che non cessa di visitare ogni anno: un diario che, quando lo lessi e recensii, non mi trattenni dal definire addirittura simile a My Africa, di una scrittice che ebbi l’onore di conoscere, Karen Blixen.

pericoli 1

 

Fu poi la volta di “C'era una volta il Tennis”, una biografia della quale il nostro amico Nicola non può non essere fiero, il lungo ricordo di una affettuosa amicizia di sessantenni, forse il modo migliore di trascorrere una vita parallela. E, ingiustamente scambiato per comuni fiabe africane, un testo poetico di grande creatività, “L'Angelo Capovolto”.

 

Se queste righe hanno incuriosito il lettore, questi potrà chiedersi cosa faccia ora la protagonista. Oltre ad occuparsi di attività benefiche ovvie per chi, come lei, è stata vittima di non uno ma due tumori felicemente sconfitti, Lea gioca spessissimo a golf, iniziato dopo il tennis, un gioco in cui ha raggiunto l' eccellenza con un handicap di 13.

lea pericoli 9

 

Ed è stata eletta al ruolo congeniale di Madrina del nostro tennis, capace di eleganti sintesi nel consegnare le coppe dei nostri Campionati Internazionali d’Italia, a Roma, mentre il pubblico l'applaude, insieme alle vincitrici. Insomma, ne sono ancora innamorato, ed è un privilegio che mi sia stato chiesto questo articolo.

LEA PERICOLI PANATTA 5lea pericoli 6LEA PERICOLI PANATTA 5LEA PERICOLI UMBERTO BITTI BERGAMOlea pericoli 5GIANNI CLERICI 22lea pericoli 4PIETRANGELI LEA PERICOLI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…