“SERVE LA SCONFITTA A TAVOLINO PER I CLUB CON TIFOSI RAZZISTI” – LA PROPOSTA DI INFANTINO DOPO IL CASO MAIGNAN E LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DELLA FIGC GRAVINA: “LE NOSTRE NORME HANNO FUNZIONATO. LA SOSPENSIONE DI UNA GARA È UN MESSAGGIO MOLTO FORTE, LA CHIUSURA DEFINITIVA DI UNA PARTITA DI CALCIO CON 60MILA SPETTATORI È UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO E NON CI POSSIAMO NÉ VOGLIAMO SOSTITUIRCI A QUESTO OBBLIGO E DIRITTO”

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Alberto Abbate per “il Messaggero” - Estratti

 

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Un calcio al razzismo. Ma qualcuno lassù deve avere il coraggio di sferrarlo davvero, assumendosi il rischio di non fare un autogol.

 

A parole sembra sempre più fermo, il presidente della Fifa, Gianni Infantino: «Gli eventi di sabato a Udine e Sheffield sono assolutamente ripugnanti e del tutto inaccettabili. Non c'è posto per il razzismo né per altre forme di discriminazione. I giocatori interessati da quanto accaduto sabato hanno il mio pieno supporto. È necessario che tutte le parti interessate agiscano, a partire dall'istruzione nelle scuole, affinché le future generazioni comprendano che questo non è parte né della società né del calcio».

MAIGNAN UDINESE MILAN MAIGNAN UDINESE MILAN

 

Il giorno dopo gli insulti diretti a Mike Maignan del Milan e a Kasey Palmer del Coventry, la presa di posizione social del numero uno: «Oltre alla procedura a tre fasi (sospensione della partita, seconda interruzione della partita, partita annullata), va comminata la sconfitta a tavolino per le squadre i cui tifosi si siano resi protagonisti di atti di natura razzista - provocando così l'annullamento della partita -, così come vanno attuati divieti di accesso agli stadi di tutto il mondo e portate avanti accuse penali nei confronti di chi compie atti razzisti. La Fifa e il mondo del calcio mostrano piena solidarietà alle vittime, una volta per tutte: no al razzismo».

 

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Oltre al sostegno, bisogna però fare forse qualcosa di più di concreto: «Le nostre norme del 2019 hanno funzionato, nessuno ha girato il proprio sguardo. La sospensione di una gara è un messaggio molto forte, la chiusura definitiva di una partita di calcio con 30-40-60mila spettatori è un problema di ordine pubblico e non ci possiamo né vogliamo sostituirci a questo obbligo e diritto.

 

Se Infantino ritiene che questo deve diventare una regola, tutti gli ordinamenti nazionali devono adeguarsi ai principi informatori della Fifa, compreso quello italiano, e quindi lo faremo», assicura dalla Figc, Gabriele Gravina parlando al Tg1, senza nessuna intenzione di rimetter mano al proprio regolamento, che prevede comunque già la gara assegnata a tavolino per 3-0. L'articolo 62 delle norme federali permette all'arbitro di intervenire direttamente per interrompere la partita, comunicando ai giocatori il motivo dello stop e permettendo a chi di dovere di intervenire perché la situazione a sfondo razzista venga meno.

 

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Contestualmente c'è anche l'informativa al pubblico per spiegare i motivi dell'interruzione (che finisce con il benestare del delegato del Ministero dell'Interno). Se invece, nella stessa partita, dopo una prima interruzione si dovesse arrivare ancora a episodi di razzismo, si potrebbe decretarne la sospensione temporanea, ma è il responsabile della pubblica sicurezza a decidere se fermare il match in modo definitivo, allorché la sospensione si dovesse prolungare per un qualsiasi motivo oltre il 45° minuto.

 

Le linee guida dalla Questura sono quelle di far procedere sempre, ove possibile, per evitare un peggior pericolo per l'ordine pubblico sugli spalti o nel deflusso. Immaginatevi un derby assegnato a tavolino, si scatenerebbe il putiferio. C'è però un altro appiglio nel regolamento che andrebbe incontro alla sicurezza, ma passerebbe la patata bollente all'arbitro: il famoso pro-forma che consentirebbe a un fischietto di dichiarare finita una gara anche al 60', continuando a giocare l'incontro comunque sino al gong per evitare il caos.

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