LEGA A NEL PALLONE – L’ULTIMA IDEA DEI PRESIDENTI E DELLA FIGC: MICCICHÈ TORNI IN CARICA – NELL'ASSEMBLEA DEL 2 DICEMBRE SE NON SI TROVA IL NUOVO PRESIDENTE ARRIVA IL COMMISSARIO AD ACTA – IL NUMERO 1 DELLA FEDERCALCIO GRAVINA SPERA IN UN RIPENSAMENTO DI MICCICHÈ E L’AD DELL’INTER MAROTTA ASSICURA: “LA LEGA È COMPATTA NEL VOLERLO ANCORA PRESIDENTE” - NELLA RELAZIONE DELLA PROCURA FEDERALE SULLA VICENDA DELLE ELEZIONI IN LEGA, EMERGONO “PLURIME ILLEGITTIMITÀ”

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Alessandro Catapano e Valerio Piccioni per la Gazzetta dello Sport

malagò miccichè malagò miccichè

 

Pressing su Miccichè. L' idea di risolvere la crisi della Lega puntando sul ripensamento del presidente uscente, diventa a sorpresa la strada su cui una solida maggioranza delle società, ma anche lo stesso Gravina e la Figc, si ritrovano a convergere.

 

Se il telegramma ufficiale della giornata è «trovare il nuovo presidente nell' assemblea del 2 dicembre altrimenti arriva il commissario ad acta» - peraltro già designato, si tratta di Mario Cicala, ex presidente dell' Associazione Nazionale Magistrati e ora numero uno dell' organo di vigilanza della Figc - dietro le quinte ci sono lavori in corso. Per convincere Miccichè a rendersi disponibile per riprendere in mano la situazione.

 

de siervo miccichè de siervo miccichè

Gravina fa capire nella conferenza stampa che quella sarebbe la soluzione auspicabile. Dice semplicemente che spera in un ripensamento di Miccichè. Ma aggiunge che prima delle dimissioni, aveva provato con un tentativo dell' ultima ora a convincerlo con un discorso di questo genere: non sono stati ravvisati conflitti di interesse o rischi per la tua indipendenza, si può aprire l' urna e a quel punto 14 voti (e non più 20, l' unanimità) sarebbero sufficienti per garantire la legittimità della tua presidenza.

 

Su percorso accelera Beppe Marotta, rappresentante della Lega Serie A in consiglio federale: «Siamo convinti che si debba e possa continuare il percorso di riforme avviato sotto la gestione Miccichè. Il presidente Gravina ha detto di non ravvisare conflitti di interesse né profili di incompatibilità. Cade così la pregiudiziale dell' unanimità, perciò basterà andare a vedere le preferenze con cui fu eletto per rendersi conto che fu la stragrande maggioranza. Come Gravina, pensiamo che Miccichè possa e debba ritirare le dimissioni. La Lega è compatta nel volerlo ancora presidente». Con lui molti club, dalla Juve al Toro, dalla Roma al Milan.

gravina miccichè gravina miccichè

 

La giornata era partita con la prevista spaccatura. Spinta di Gravina per il commissario ad acta, che avrebbe però solo - preciserà il presidente federale - «il compito di avere un rappresentante legale della Lega che al momento non c' è», e resistenza delle società. In un incontro preparatorio pre-consiglio, lo scenario cambiava colore. Con Gravina e Sibilia c' erano l' ad di Lega De Siervo, Lotito e Marotta.

 

I toni a tratti non erano distesissimi, ma si trovava un accordo: commissario ad acta sì, con la «piena legittimità degli altri organi della Lega» sottolinea De Siervo, ma solo in caso di mancata elezione del nuovo presidente il 2 dicembre. Il commissario potrebbe affrontare, ma coinvolgendo l' assemblea, la spinosa questione dello statuto della Lega: «Uno dei motivi delle dimissioni di Miccichè era proprio il fatto che non si ispirava a un' efficace gestione aziendale - spiega Gravina - Uno statuto fatto veramente male».

 

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Il presidente federale parla anche dell' imminente discussione sui diritti tv : «Siamo azionisti di minoranza di quelle partita. Vogliamo essere coinvolti, ma non lo siamo stati finora. È una vicenda che riguarda non solo il calcio o la serie A, ma l' intero sistema sportivo».

 

Ma il ragionamento sul futuro della Lega non significa ignorare quella che per Gravina «è stata una leggerezza, il tentativo di risolvere un problema statutario con un voto palese». Nella relazione consegnata dal procuratore federale Giuseppe Pecoraro si parla di «plurime illegittimità» dell' assemblea del 19 marzo 2018: l' utilizzo di una modifica dello statuto di Lega non ancora approvata dalla Figc e il mancato rispetto dell' obbligo del voto segreto, «una palese violazione».

 

marotta marotta

Questa «leggerezza», dice ancora Gravina, non è un problema di una o due persone perché in quella sala «ci furono tanti protagonisti». Non Miccichè, che molti vorrebbero di nuovo al timone.

 

 

 

 

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