MA NON CHIAMATELA RIVINCITA! A LONDRA FEDERER RITROVA DJOKOVIC NELLA SFIDA-SPAREGGIO DELLE FINALS DOPO IL “MATCH DEL SECOLO" A WIMBLEDON - ROGER ARRIVA STANCO: “PER DIMENTICARE LA SCONFITTA DEL 14 LUGLIO MI CI SONO VOLUTE DUE SETTIMANE MA NON PER QUESTO SPERAVO DI NON INCONTRARE PIÙ NOLE” – DJOKOVIC PER TORNARE NUMERO 1 DEL MONDO DEVE VINCERE IL TORNEO

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STEFANO SEMERARO per la Stampa

 

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Il tennis è una favola antica dove compaiono sempre tre eroi. Oggi tocca a Federer e Djokovic, che riprendono il racconto da dove l' avevano lasciato il 14 luglio, il giorno più lungo nella storia di Wimbledon. Roger ha una ferita nel cuore, anzi due, come i match point che sprecò sul Centre Court, alla fine di cinque set shakespeariani, consegnando la coppa al Djoker. La rivincita di quel match epocale si gioca sempre a Londra, nell' arengo immenso e bluastro della O2 Arena, e vale la semifinale delle Atp Finals: chi vince continua, chi perde va a casa.

 

A tifare per Roger ci sarà il terzo cavaliere, Rafa Nadal, che ieri ha compiuto l' ennesima impresa, rimontando da 1-5 nel terzo set contro Daniil Medvedev. È la 14ª volta in carriera che l' hidalgo di Maiorca la sfanga annullando un match point. «Cosa ho pensato in quel momento? Che dopo cinque minuti sarei stato negli spogliatoi. Perché di solito capita così». Invece Rafa si è agganciato al destino, mulinando la Babolat come un Durlindana gialla e sfruttando le extrasistole nervose del russo che ha chiuso furibondo, maledicendo il suo box ad ogni 15 che scivolava dalla parte di Rafa.

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Rimonta da 1-5 nel terzo set «Mi spiace per Daniil, sono sconfitte che fanno male», dice il Cannibale gentile, che il draghetto russo lo aveva trafitto già in finale a New York. «Io sono stato bravo a non mollare, ma ci vuole "suerte", fortuna.

 

Di partite così ne vinci una su mille». Rafa non si era potuto allenare prima del torneo per uno stiramento ai muscoli addominali, all' esordio era inciampato male su Zverev. Con la vittoria di ieri, che vale 200 punti, ha buttato olio sulla strada di Djokovic: per strappargli il numero 1 il serbo ora è costretto a vincere il torneo.

 

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«La finale di Wimbledon? Non avrà nessuna importanza», ha tagliato corto Nole parlando della sfida di oggi, la 49ª del suo romanzo con Federer. È in vantaggio nel bilancio (26-22) e ha vinto sei degli ultimi sette scontri, l' ultima delusione l' ha rimediata però qui alle Finals, nel 2015. «Per dimenticare la sconfitta di Wimbledon mi ci sono volute due settimane», riconosce Roger. «Resto convinto di aver giocato un grande torneo, e quella finale ha dato fiducia ad entrambi: molta a Djokovic, ovviamente, a me un po' di meno... Ma non per questo speravo di non incontrarlo più; anzi, meglio così. Pensandoci bene, non vedo l' ora di giocare contro Nole». E scrivere un finale diverso alla favola.

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