ancelotti de laurentiis napoli insigne allan

IL NAPOLI SFIDA PURE LA SCARAMANZIA! PER LA PARTITA DECISIVA A LIVERPOOL GLI AZZURRI SCELGONO L’HOTEL TITANIC – DE LAURENTIIS STASERA NON CI SARA’. SUL CASO MULTE ECCO QUANDO CI POTREBBE ESSERE L’INCONTRO CON INSIGNE E COMPAGNI - ANCELOTTI: "DIMISSIONI? NON CI HO MAI PENSATO. POTREI ANDAR VIA SOLO SE…” – BOCCA: IL CALCIO ITALIANO E' UN MONDO CON LEGGI E REGOLE AL CONTRARIO, COSÌ ANOMALO CHE CONSIDERIAMO NORMALE CHE…”

Marco Azzi per “la Repubblica”

 

ancelotti de laurentiis

La faccenda si sta facendo sempre più seria, evidentemente, se perfino la scaramanzia è diventata nella circostanza per il Napoli un dettaglio trascurabile. Non è stato infatti il massimo della vita scegliere come quartier generale per la squadra l' hotel Titanic: alla vigilia della sfida già di per sé ad altissimo rischio di stasera ad Anfield, contro i campioni di Europa in carica del Liverpool. Dà quasi l' idea di evocare in anticipo un naufragio: a maggior ragione nel momento di grande difficoltà che gli azzurri stanno attraversando in campionato e pure fuori dal campo: con lo scontro frontale in atto tra la società e i giocatori.

ALLAN MOGLIE

 

Aurelio De Laurentiis ha disertato la trasferta inglese e guarderà la partita alla tv, anche se alla vigilia ha aperto un piccolo spiraglio per firmare almeno una tregua. Se la prestazione contro i Reds sarà molto positiva, e a maggior ragione se dovesse arrivare il pass anticipato per gli ottavi di finale della Champions League, il presidente potrebbe fare un blitz nella sede di Castel Volturno venerdì o sabato: per rompere il ghiaccio con Insigne e compagni.

 

Prima i fatti e poi le parole, però. È questo il messaggio del numero uno della società, che intanto ha consegnato la patata rovente a Ancelotti, costretto a governare da solo la barca nella tempesta.

 

ancelotti de laurentiis

Il tecnico ha potuto almeno ritrovare la parola alla vigilia della sfida contro il Liverpool, perché il protocollo Uefa ha imposto al Napoli d' interrompere il silenzio stampa. «Dimissioni? Non ci ho mai pensato. Lo potrei fare se venissero meno la fiducia della società e dei giocatori, oppure di una sola delle due componenti. Ma in trent' anni di carriera non mi è mai successo: nemmeno adesso. So che la nostra è una situazione difficile, tuttavia la ritengo momentanea. Non stiamo facendo bene, certo, però c' è unità d' intenti e sono convinto che ne verremo fuori insieme. Io devo dare di più, la squadra deve dare di più, i dirigenti devono dare di più», ha mostrato i muscoli Ancelotti, negando con forza l' esistenza di un caso Insigne.

 

«Sgombriamo il campo da queste illazioni: il nostro capitano è rimasto a casa solo perché è infortunato. L' ambiente esterno percepisce dei segnali, all' interno si respira però un' atmosfera diversa e molto meno pesante: tutti i giocatori sono pronti fisicamente e mentalmente ad affrontare il Liverpool».

 

Almeno in Champions la situazione per il Napoli è migliore, del resto.

insigne

 

«Questa sfida per noi non è l' ultima spiaggia, visto che grazie al nostro cammino positivo in Europa ci siamo meritati due chance per passare il turno. Avremo dunque la spensieratezza per fare una grande prova ad Anfield», ha promesso Ancelotti.

Gli azzurri possono qualificarsi anche perdendo se il Salisburgo non vincerà in Belgio nell' altra partita del girone E. Ma l' obiettivo, al diavolo la scaramanzia e il Titanic, è evitare il naufragio.

 

2 - STRAMILIONARI PRIVILEGIATI E LEGGI AL CONTRARIO

Fabrizio Bocca per “la Repubblica”

 

ancelotti de laurentiis

Il calcio italiano è una repubblica autonoma, un mondo capovolto, con leggi e regole al contrario, così anomalo che consideriamo normale che a un' intera squadra vengano rifilate multe di massa, altissime e arbitrarie. Una ribellione soffocata con largo spargimento di euro. Non parliamo di diritti civili ovvio, non ci sono arresti in massa a Napoli, ma che sfilino tanti soldi a calciatori stramilionari e privilegiati - e ai capi ribelli pure il doppio - provoca populisticamente sadico piacere e asseconda il clima becero dei tempi.

 

Il calciatore italiano medio non è certo Mimì Metallurgico e che dunque paghi di tasca sua, subito, la crisi, lo scudetto andato via da un pezzo, la Champions chissà, la schifezza di classifica e così via. Il problema è determinare l' oggetto: cosa debbano pagare cioè i giocatori, questo disonore collettivo da due milioni e mezzo di euro.

 

L' ammutinamento è stata sì una disubbidienza, ma un rifiuto ad entrare in un ritiro, in un albergo: tutto qui. I calciatori del Napoli non hanno saltato un allenamento, hanno fatto tutto quello che diceva il loro allenatore, hanno giocato (male) le partite previste, sono andati anche in ritiro, quando il ritiro era quello "pre partita".

 

Hanno saltato solo un ritiro, non strettamente tecnico ma di puntiglio, che il loro presidente, dopo averli anche discretamente svillaneggiati, voleva ulteriormente ordinargli.

 

Nel calcio sottosopra si accetta che tu possa imporre come, dove e con chi debba dormire, anche se questo è un ghiribizzo. Anche se non lo hai comunicato come si deve, e anzi lo hai detto prima a tutti alla radio.

 

AURELIO DE LAURENTIIS CARLO ANCELOTTI A CAPRI IN BARCA

Nel calcio si impone anche, tout court, il silenzio stampa quando uno avrebbe solo l' obbligo di non ledere con le sue dichiarazioni il proprio club, ma se vuol parlare, parla e nessuno può impedirlo. Può parlare però il vicepresidente per dire che "Montervino e Calaiò avevano più palle". Non sarà facile avere una verità equidistante del dopo Napoli-Salisburgo, se c' è stato qualche eccesso però non lo si risolve con una vendetta indistinta.

 

insigne ancelotti

E comunque nessuno ha eccepito nulla, la squadra tartassata e alla gogna non solleva alcuna solidarietà, nemmeno il sindacato calciatori ha detto praticamente nulla. Il presidente Tommasi osserva, preoccupato forse che "il sindacato dei ricchi" smuova indignazioni populiste. Ma se si fa questo a un grande club di A, figuriamoci a un piccolo club di C. Il Napoli sa che questo ha un prezzo, le questioni d' orgoglio distruggeranno anni di lavoro all' avanguardia. Se però di orgoglio bisogna crepare che allora si dica che i calciatori del Napoli non hanno diritto a tutto questo e che il Liverpool si faccia pure sotto.

ancelotti de laurentiisALLAN MOGLIEinsigneancelotti de laurentiis

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."