milan giampaolo boban maldini

#PIOLIOUT! L’ARRIVO DEL TECNICO EX FIORENTINA SCATENA LA RIVOLTA DEI TIFOSI DEL MILAN CHE VOLEVANO SPALLETTI – SOTTO ACCUSA LA DIRIGENZA PER IL MERCATO ESTIVO E IL CAOS PANCHINA. “OGNI ANNO È COME SE SI PARTISSE DA ZERO” COMMENTA SCONSOLATO DEMETRIO ALBERTINI – GIAMPAOLO ERA CONVINTO CHE COL TEMPO SAREBBE RIUSCITO A SISTEMARE TUTTO MA…

C.Pass. per il “Corriere della sera”

 

pioli giampaolo

Aveva già capito tutto nella notte di Genova, Marco Giampaolo. È successo quando Boban e Maldini sono scesi negli spogliatoi, dopo la partita. Li ha guardati in faccia, ha scrutato i loro sguardi. E ha capito che quella vittoria non sarebbe bastata. Che la sua esperienza al Milan finiva lì, insieme alla sua grande occasione. Per questo aveva scelto di fermarsi a Gallarate e di posticipare il ritorno a Giulianova, nonostante i tre giorni di riposo, lui che senza il suo mare non sa stare, non sa vivere. S' aspettava un faccia a faccia, qualcosa del genere. Sapeva che era arrivato il momento della resa dei conti. Non c' è stato però nessun incontro. Perché domenica e lunedì da casa Milan non gli sono arrivate comunicazioni ufficiali. Era però un silenzio dannatamente rumoroso.

spalletti

 

Giampaolo, come detto, aveva già compreso tutto sabato notte, ben prima che domenica pomeriggio giornali e televisioni dessero la notizia dell' apertura del casting per la sua sostituzione. La telefonata con l' annuncio dell' esonero è arrivata solo ieri mattina.

Dall' altra parte della cornetta, Paolo Maldini.

 

Toni pacati, cordiali, fra persone perbene, quali entrambi sono. Grazie di tutto, la sintesi. E non c' era niente di falso, di facciata, dietro alle parole del d.t. rossonero.

Perché il primo a scommettere con forza sul progetto Giampaolo è stato proprio Maldini.

Oltre all' amarezza per un esonero che inevitabilmente ne segnerà la carriera, l' allenatore abruzzese porta con sé l' orgoglio e la convinzione profonda che col tempo la situazione sarebbe migliorata. Nel gioco, nei risultati, nella mentalità di una squadra che ha sempre sentito sua, dalla sua parte.

 

boban maldini

Niente fronde, niente traditori: su questo l' ex tecnico rossonero non ha nessun dubbio. Così come allo stesso tempo è convinto che dentro al mondo Milan non tutti abbiano realmente compreso che i tempi gloriosi sono passati. E che per ritornare ai quei tempi occorre pazienza, idee, pianificazione. Tempo e lavoro. Tutto quello che ha fatto, ha ribadito in queste ore alle persone che gli stanno vicine, lo ha fatto con convinzione, onestà, trasparenza.

 

Moduli, scelte tecniche, tattiche, parole: nessun rimpianto. Quello che ha fatto lo rifarebbe. Perché ogni passaggio andava fatto, era necessario. Quel suo reiterato «serve tempo e lavoro» non era uno slogan preconfezionato, ma la sintesi di un metodo che non metterà in discussione nemmeno dopo questo bruciante fallimento. Se era lo snodo di una vita, di una carriera, è indiscutibile che Giampaolo abbia imboccato il sentiero sbagliato. Ma, statene certi, non cambierà.

pioli 5

 

2 - SOCIAL BOLLENTI LA RIBELLIONE DEI TIFOSI CONTRO IL TECNICO

M.Col. per il “Corriere della sera”

 

Non è ancora entrato a Milanello e non ha indossato la tuta rossonera. Ma un' idea sull' atmosfera che lo attende deve essersela già fatta. Non si può dire che, dopo anni di cocenti delusioni durante i quali il popolo milanista ha assistito a una girandola di allenatori (nove dal gennaio 2014, quando fu esonerato Max Allegri), l' accoglienza per Stefano Pioli sia festosa. L' hashtag Pioliout ieri è stato virale sui social, non solo in Italia dove per tutta la giornata ha occupato stabilmente il primo posto ma, pure a livello mondiale, è diventato trend topic con più di 33mila tweet.

boban maldini

 

La scelta di Maldini e Boban di allontanare Giampaolo dopo solo 111 giorni di lavoro e di affidare la guida tecnica a Pioli ha causato una sommossa dei tifosi che si aspettavano un profilo diverso da un ex idolo della Curva Nord nerazzurra e reduce da risultati non esaltanti a Firenze. La pancia del tifo non ha esitato a ricordare i piazzamenti raggiunti dall' allenatore nelle ultime otto stagioni durante le quali, se si eccettua un terzo posto con la Lazio nel campionato 2014-2015, ha collezionato quattro esoneri, un ottavo, un nono e un tredicesimo posto.

 

Questi sia chiaro sono il giudizio e la reazione della parte più rumorosa dei tifosi. La delusione per il mancato arrivo di Spalletti, specialista delle qualificazioni in Champions, ha prodotto una serie di fotomontaggi nella quale appare la foto di Luciano con la didascalia «quando lo ordini on line» e l' immagine di Pioli accompagnata dalla scritta «quando ti arriva a casa».

 

PIOLI

La rabbia è stata manifestata anche sotto la sede del Milan dove è apparso il cartello contro la proprietà e la dirigenza così sintetizzato: «La pazienza è finita...». La Curva Sud in serata si è fatta viva con un comunicato dove è evidente il disappunto per la gestione della squadra. «Tempo scaduto dimostrare» è l' invito degli ultrà alla dirigenza, nel mirino per il mercato estivo e il caos panchina. «Ogni anno è come se si partisse da zero» commenta Demetrio Albertini.

spallettigiampaolo spalletti

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?