guardiola mazzone

"IO NUN TE VOLEVO MA COME FACCIO A NON FARTI GIOCARE? SEI TROPPO FORTE..." – IL PRIMO INCONTRO A BRESCIA TRA CARLETTO MAZZONE E PEP GUARDIOLA – IL GIORNO DELLA CORSA DEL "SOR MAGARA" SOTTO LA CURVA DELL’ATALANTA, PEP CHIEDE A CORIONI: "MA È IL MIO ALLENATORE QUELLO? SONO TUTTE COSÌ QUA LE PARTITE?" - IL RAPPORTO CON BAGGIO, LA SQUALIFICA PER DOPING, IL PASSAGGIO ALLA ROMA E IL RITORNO – QUELLA TELEFONATA TRA PEP E MAZZONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS DEL...

 

Luca Bertelli per corriere.it - Estratti

 

 

(...)

 

mazzone baggio guardiola

La situazione poi rientra e inizia il campionato, in un'Italia scossa, come tutto il mondo, da quanto accade l'11 settembre di quell'anno. La rosa sembra a posto, Mazzone ha voluto a tutti i costi Giunti a centrocampo (dove ha perso Andrea Pirlo, da lui inventato regista e finito al Milan) e davanti, sacrificando Hubner (va a Piacenza, sarà capocannoniere con Trezeguet a fine stagione), ha convinto Corioni a investire 30 miliardi per Luca Toni che, a suo dire, sarebbe stato il partner perfetto per Baggio che è un uomo in missione: deve conquistarsi la convocazione per i Mondiali.

 

Gianluca Nani, direttore sportivo del Brescia e cognato del presidente, da tempo coltiva però un sogno nascosto (quasi) a tutti, pure a Mazzone: piazzare un altro colpo da novanta come fu con il Divin Codino, rimasto svincolato a lungo allenandosi sul campetto di casa.

 

guardiola mazzone 22

A metà settembre, dopo aver terminato l'esperienza con il Barcellona, Pep Guardiola (30 anni) è ancora senza squadra. Nessuna delle offerte sul piatto lo ha convinto in estate e lui, proprio come Baggio, vuole andare ai Mondiali (con la Spagna). Sembra una missione impossibile, un campione del genere come può accettare la corte di una squadra che nella sua storia ha disputato soprattutto campionati di Serie B? La chiave però è proprio Roberto. Pep accetta la destinazione con entusiasmo per giocare assieme a lui e firma nella settimana che porta alla gara più attesa dell'anno, quella al Rigamonti con i rivali storici dell'Atalanta.

 

 

guardiola con la maglietta di mazzone

Guardiola arriva al Touring di Coccaglio, quartier generale della squadra e alloggio di Carlo Mazzone (non ha mai comprato casa a Brescia, preferiva rimanere in albergo: la squadra si allenava lì, nel campo da calcio della struttura), a quattro giorni dalla partita: è il 26 settembre. Si presenta al mister a cena e l'accoglienza non è quella che aspettava: "Io nun te volevo eh", gli dice l'allenatore, che aveva speso la propria parola con Giunti in estate per convincerlo a lasciare il Milan e non voleva tradire il proprio regista. Guardiola incassa, ma tra i due scoppia presto l'amore (Mazzone lo chiama Peppe) al punto che, racconta chi frequentava lo spogliatoio di quella squadra, pochi giorni dopo davanti a tutti Carletto disse: "Giunti, io t'ho voluto, ma come faccio a non fare giocare questo? Troppo forte...".

 

baggio guardiola

Il 30 settembre, giorno di Brescia-Atalanta, Guardiola viene presentato ai tifosi prima della partita: poi sale in tribuna, tra Nani e Corioni. La gara è vibrante e spettacolare, le rondinelle vanno sotto 3-1 ma Baggio accorcia sul 3-2 e al novantesimo, su punizione, segna la tripletta che garantisce il pareggio e scatena la corsa di Carletto, furioso per i cori dei tifosi dell'Atalanta, che va sotto la curva bergamasca in uno stadio in delirio. Pep chiede a Corioni: "Ma è il mio allenatore quello? Sono tutte così qua le partite?", concetto che reitera il giorno dopo all'agente immobiliare che lo aiuta a cercare casa in città.

 

 

Dopo la sosta per le nazionali, Guardiola è già titolare nella sfida in casa contro il Chievo terribile, neopromosso e già capolista: finisce 2-2, tutto il pubblico è già ai suoi piedi. Con lui e Baggio titolari, il Brescia vola: vince a Piacenza e batte in casa il Venezia, è sesto in classifica ma Roby si infortuna contro i lagunari dopo un avvio di stagione scintillante che lo vedeva re dei marcatori con 8 reti in 9 incontri. Si tratta del primo di una serie di guai.

 

guardiola mazzone

Dopo il pareggio a Perugia, in cui Mazzone trova alla fine il modo per far coesistere i suoi pupilli Guardiola e Giunti (diventato trequartista dopo l'infortunio di Baggio), il catalano viene squalificato per doping: nel test effettuato dopo la partita a Piacenza, viene riscontrata nelle sue urine una quantità di nandrolone fuori dalla norma.

 

Guardiola, sorretto da Mazzone e Corioni ("Ma vi pare che un campione del genere debba doparsi per giocare a Piacenza?", dirà), combatte in tutti i modi per dimostrare la sua innocenza: alla fine la sua squalifica sarà ridotta "solo" a quattro mesi (diversi anni dopo, nel 2007, il Tribunale Nazionale lo assolverà dalle accuse mossegli dalla Procura antidoping del Coni). In questi mesi, cresce il rapporto con Mazzone che gli resta vicino nei momenti più difficili, anche quando la squadra precipita per l'infortunio di Baggio, che otto giorni dopo la morte di Mero, il 31 gennaio 2002, si romperà anche il legamento crociato tentando tuttavia un'operazione lampo a Bologna per recuperare in tempo per i Mondiali.

 

roberto baggio pep guardiola

Guardiola torna a giocare, dopo la squalifica, il 24 marzo in casa contro il Perugia: Mazzone gli affida la fascia da capitano lasciata libera da Baggio (a bordo campo da spettatore), il Brescia vince 3-0 con tripletta di Luca Toni, nel frattempo esploso. Pep, che in carriera ha realizzato solo 20 gol, segna a Udine e anche a San Siro contro l'Inter. Eppure sembra una stagione maledetta: Ronaldo ribalta quella sfida (lo scudetto dell'Inter sfumerà il 5 maggio) e le rondinelle, a tre giornate dal termine, sono virtualmente retrocesse.

 

C'è spazio però per l'ultimo, doppio, colpo di scena. Baggio torna disponibile a tempo record, il 21 aprile contro la Fiorentina va in panchina: Mazzone lo inserisce a 20 minuti dalla fine, con il punteggio sull'1-0 (gol del solito Toni), al posto di Giunti. Guardiola corre verso la panchina, si toglie la fascia da capitano e la mette al braccio dell'amico. La foto che ritrae il momento, con Mazzone che sullo sfondo non pare capire ("Aò, che state a fà?"), è ancora oggi iconica. La favola si completa con la doppietta di Baggio e la salvezza, ottenuta due settimane dopo battendo il Bologna con Roby ancora protagonista.

pep guardiola roberto baggio

 

 

Guardiola però in questa partita è in tribuna con Mazzone (squalificato): nella partita precedente, contro la Juventus, si è infortunato dando l'addio al suo sogno Mondiale. Anche per questo Carletto chiederà a Baggio, ancora non al meglio, di andare in campo da titolare per "allenare" la squadra. Missione compiuta. Ma non basta per andare in azzurro: Giovanni Trapattoni il giorno dopo lo chiama per annunciargli la decisione, Roby si sente tradito e medita l'addio al calcio. Pep, nel frattempo, accetta l'offerta della Roma e si trasferisce.

 

Corioni però non molla, non vuole che il suo giocattolo si guasti sul più bello: convince Mazzone a rimanere in panchina per un altro anno e così anche Baggio si convince ad andare avanti, firmando un contratto biennale. E l'avventura del catalano a Roma non decolla mai: il feeling con Capello, così diverso da Mazzone, è ai minimi termini. Disputa i suoi primi minuti in campionato proprio a Brescia, da avversario, il 29 settembre 2002 a un anno da quella corsa di Carletto che perde 3-2 ma si rende protagonista di un gesto di fair play aiutando Francesco Totti, autore di una tripletta e con i crampi, a riprendersi.

pep guardiola a che tempo che fa 3

 

Guardiola non gioca mai e chiede di tornare a Brescia, Mazzone e Corioni si illuminano ma non è semplice trovare una formula che metta d'accordo tutte le componenti.

 

Alla fine, sul gong del mercato invernale, Pep torna a casa e il giorno dopo è già in campo, da titolare, a scatola chiusa, a Piacenza.

 

Il Brescia vince 4-1, apre Toni e Baggio, galvanizzato dal ritorno dell'amico, cesella un destro al volo da antologia. Inizia un'altra favola per la squadra, ancora più forte dell'anno precedente, con un imbattibile Sereni in porta, una difesa d'acciaio e gli innesti di Appiah e Matuzalem in mezzo al campo.

 

pep guardiola roberto baggio

Con Guardiola e Baggio in campo assieme, quel gruppo è quasi imbattibile. Disputeranno 15 incontri con le rondinelle insieme da titolari in due stagioni: solo due le sconfitte, con Inter (all'ultimo secondo) e Juventus (a tre minuti dal termine), che interromperanno una striscia d'imbattibilità durata 17 incontri. Un periodo magico, nel quale a Coccaglio si respira un'aria inusuale per una squadra da calcio: quel gruppo sembra una famiglia allargata, Baggio fa il pendolare da Vicenza e porta spesso con lui il figlio Mattia, in campo danno tutti l'anima per lui e in allenamento si concedono scherzi e piccoli show, come quello di Carlo Mazzone che osserva gli allenamenti dentro all'albergo (soffriva tantissimo il freddo) per poi mettere la tuta (e l'elmetto) a settimana inoltrata, quando si avvicina la partita e lascia il posto al "fratello gemello".

 

Carletto è terrorizzato dai cani, qualche giorno prima ha insultato un suo giocatore che si era permesso di portare al campo un cane di piccola taglia. Si può immaginare la reazione quando vede un labrador correre a perdifiato sul campo.

carlo mazzone pep guardiola

 

Chi ha assistito alla scena, la racconta così. "Aò, ma come ve lo devo dì che nun vojo cani al campo?!", dice Mazzone ad alta voce. Un dirigente però interviene: "Mister, ma è il cane di Roby...". Carletto cambia espressione: "E allora dateje da magnà a sto cane, ce l'avete un biscottino?...".

 

 Sembra calcio d'altri tempi. E lo è. Ma è soprattutto il racconto di una famiglia chiamata Brescia, che aveva in Baggio e Guardiola due leader umili, con un palmares sconfinato che non hanno mai fatto pesare ai compagni.

 

carlo mazzone pep guardiola

Pep, per festeggiare la Champions vinta con il Manchester City nel giugno 2023, organizzò una cena a Brescia con i suoi ex compagni di vent'anni prima. Mancava solo Mazzone, che sarebbe scomparso due mesi dopo. Ma lui era già stato ospite d'onore di "Peppe", nella sua Roma, alla finale vinta con il Barcellona nel 2009 contro il Manchester United.

 

I nipoti e i figli di Mazzone raccontano che Carletto, al telefono, quasi rimproverò il suo allievo: "Ma come? Tu tra due giorni ti giochi la Champions e stai a pensà a me?". Il catalano avrebbe poi dedicato la vittoria a lui e a Paolo Maldini, che tre giorni prima disputò la sua ultima partita da calciatore a San Siro e non ebbe, dagli ultrà del Milan, il congedo che la sua carriera avrebbe meritato.                               

pep guardiola

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