maurizio sarri

"PENSAVAMO FOSSI IL NUOVO CHE GUEVARA E INVECE ERI RENZI" – SARRI FIRMA UN TRIENNALE CON LA JUVE E A NAPOLI C’E’ CHI SI SENTE TRADITO - IL SINDACO DE MAGISTRIS HA RIFERITO DI SOFFRIRE DI "GASTRITE" DA SARRI - I DELUSI VANNO DA NINO D'ANGELO AL GIALLISTA MAURIZIO DE GIOVANNI – UNA DOMANDA: DOVE SONO TUTTI QUELLI CHE DA SETTIMANE DAVANO PER FATTO L’APPRODO DI GUARDIOLA ALLA JUVE? 

sarri 11

Da gazzetta.it

È ufficiale: l'annuncio nel primo pomeriggio di oggi sul sito e sui social della Juventus: Maurizio Sarri è il nuovo allenatore del club bianconero. Per il tecnico, che lascia la panchina del Chelsea dopo un anno, un contratto triennale.

 

Quasi in contemporanea il club inglese ha annunciato la partenza di Sarri con un tweet e un articolo sul proprio sito

 

 

SARRI

Fabrizio D’Esposito per il Fatto Quotidiano

 

sarri

Il commento più tagliente, di chi ha amato senza condizioni e poi è stato tradito, è stato questo: "Comandante pensavamo fossi il nuovo Che Guevara e invece eri Matteo Renzi". Geniale, da tanti punti di vista.

 

Il Comandante in questione si chiama Maurizio Sarri, l' allenatore che per tre anni ha fatto innamorare Napoli senza vincere nulla. Una passione cresciuta con la sola forza dell' Estetica della Grande Bellezza, nella città italiana dove il mito della diversità e della via calcistica al riscatto sociale è una malapianta inestirpabile.

 

E così Napoli, città appunto di passioni irrazionali (ah, i lumi perennemente spenti della Repubblica del Novantanove), vive l' ennesimo tradimento: Sarri va alla Juve.

Stavolta però non si tratta di un tradimento "solamente" calcistico, modello Altafini e Higuain. Stavolta è qualcosa di più profondo e ancestrale, laddove l' antropologia del popolo napoletano abbraccia l' ideologia comunista. Un incrocio fatale. Ché in una città orfana della sinistra tradizionale da decenni - la città di Bordiga, indi dello stalinismo di destra di Amendola e Napolitano nonché dell' operaismo di Bassolino - Sarri ha incarnato un rinnovato movimentismo alla Che Guevara.

sarri zola 1

 

Di qui la trasfigurazione in santino intoccabile, nonostante i suoi errori sul campo - il dogma ottuso dei titolarissimi senza ricorrere all' intera rosa - e il piagnonismo tipico dei condottieri populisti: "Abbiamo perso lo scudetto in albergo", in riferimento alla mancata espulsione del bianconero Pjanic un anno fa in Inter-Juve e che consegnò lo scudetto alla "Rubentus".

 

sarri zola 1

Sarri ha sempre accarezzato la pancia della folla (da Masaniello a oggi non mancano gli esempi) e da semplice allenatore è stato elevato al rango di Santo patrono e Comandante della rivoluzione. Un miracolo che non accadeva da trent' anni, dai tempi di Lui, cioè Maradona (che però rifiutò la Juve), e che è stato canonizzato da un sito diventato quasi partito politico: Sarrismo, gioia e rivoluzione. E lì che oggi si riversa l' infinito quaderno delle doglianze di un popolo tradito, come il messaggio sul neorenzismo di Sarri. Altro esempio: "Se vai in quella squadra lì sposi il motto 'vincere è l' unica cosa che conta', e tu non sei questo, tu non sei così. Conta anche il modo. Conta soprattutto il modo.

sarri guardiola

 

Conta la bellezza. Conta la gioia collettiva. Ce l' hai insegnato tu.

Non puoi tradire te stesso. Io non ci voglio credere".

Un dolore banale e fin troppo noto, con frasette amene e strappalacrime oppure di rabbia per il tradimento. Nell' ultimo mese, da quando è partita l' estenuante trattativa tra la Juve e Sarri, anche le élite cittadine si sono confrontate con questo improvviso lutto.

 

Il sindaco Luigi De Magistris ha riferito proprio al Fatto di "gastrite" da Sarri.

sarri

I delusi vanno da Nino D' Angelo a Maurizio De Giovanni, giallista ma anche tifosissimo del Napoli (una delle sue opere più belle racconta l' epica vittoria degli azzurri a Torino contro la Juve, uno a tre, nel novembre del 1986, la stagione del primo scudetto). Addirittura un docu-film sul Comandante è stato bloccato dagli stessi autori, tra cui la "voce" dell' attore Massimiliano Gallo. E i sarristi di Gioia e rivoluzione hanno praticamente mandato al macero le copie del libro Fino al Palazzo. Ché è finita con il Comandante che si mette il vestito buono con la cravatta e anziché conquistare il Palazzo, si mette borghesemente a bussare e chiedere permesso agli odiati padroni di Torino.

 

napoli sarri

E dire che questa storia del mito di Sarri rivoluzionario era cominciata per gioco. Sul Napolista diretto da Massimiliano Gallo, ex Riformista, apparve una parodia dell' Urss, Unione delle Repubbliche socialiste sarrite, firmata Zdanov, e quella fu la scintilla che scatenò l' incendio. Nacque Sarrismo, gioia e rivoluzione e dopo un po' al sito irruppe il commissario politico Sandro Ruotolo, che diede una connotazione ideologica e seria al fenomeno, al punto che fino a poco fa si è parlato persino di una lista sarrista alle Amministrative di Napoli.

sarri

 

Da quel momento in poi, l' operazione Sarri comunista è stata il manganello per dare addosso agli allenatori riformisti tipo Benitez e Ancelotti e per alimentare la contestazione al presidente "romano" Aurelio De Laurentiis (qui siamo sul fronte del "papponismo" ma non deviamo). Adesso che tutto è crollato, su queste macerie della presunta diversità napoletana, vale la pena riportare le parole di Vittorio Zambardino sul Napolista, dove scrive anche Guido Ruotolo, in dissenso dal fratello Sandro: "È stata una sporca operazione ideologica di massa, alla quale Napoli ha abboccato, e averla protratta fino a ieri dimostra che il veleno a Napoli si vende a poco prezzo e piace a molti". Ecco cosa significa Sarri alla Juve, non dimenticando che Togliatti e Lama furono juventini.

sarrisarrisarriagnelli da sarri

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…