"Io entro in Curva con Debora, vado davanti allo striscione Boys Roma e mi guardo tutti i nomi che ho segnato, chi non è segnato con Curva Nord, avvisa tutti che piglia calate davanti a tutti".
Così Marco Ferdico, uno dei capi della curva interista e da oggi in carcere, avrebbe minacciato "di picchiare tutti quelli che pur andando in Curva Nord, compravano i biglietti attraverso canali autonomi, senza corrispondere la maggiorazione di 10 euro", imposta appunto dai capi curva sui ticket da loro gestiti.
E' una delle imputazioni - come emerge dall'ordinanza del gip Santoro di quasi 600 pagine - che riguarda le presunte estorsioni negli affari illeciti coi biglietti, uno dei capitoli dell'inchiesta dei pm di Milano Storari e Ombra, così come "la gestione dei parcheggi intorno allo stadio San Siro" e altri business.
Sul fronte dei parcheggi, come si legge ancora negli atti, dal 2020 in avanti uno degli arrestati, Giuseppe Caminiti, avrebbe versato ad Andrea Beretta, l'ex capo ultrà interista ora in carcere per l'omicidio di Antonio Bellocco, "parte del provento in nero derivante dalla gestione dei parcheggi gestiti dalle società di Zaccagni", imprenditore finito oggi ai domiciliari, "finanziando in tal modo l'attività della curva Nord".
Ai domiciliari anche Debora Turiello, ultrà interista e accusata di far parte dell'associazione per delinquere con aggravante mafiosa.
INCHIESTA ULTRAS
Con una maxi-operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Milano, le curve di Inter e Milan sono state praticamente azzerate. Arrestati i capi con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata a una serie di estorsioni legate al mondo dello stadio. Nella conferenza andata in scena a Milano, il Procuratore della città meneghina, Marcello Viola, è stato chiaro: "C'era un patto di non belligeranza tra le curve per massimizzare il profitto, le attività erano condotte solo per acquisirne un vantaggio economico. L'interesse per il club era solo di facciata. Inter e Milan sono solo soggetti danneggiati".
Lo stadio di San Siro, si legge negli atti “e le attività economiche connesse sono fuori da ogni controllo di legalità”. Ciò è avvenuto, “almeno in parte, anche a causa di alcune carenze organizzative della Fc Internazionale nella gestione dei rapporti con la tifoseria: controlli assolutamente carenti per gli ingressi allo stadio; forniture di biglietti a soggetti appartenenti alla criminalità che poi effettuano enormi ricarichi in sede di rivendita; partecipazione ai guadagni da parte di soggetti indagati ovvero già condannati per associazione di tipo mafioso, che poi trasferiscono il denaro alla famiglia mafiosa di appartenenza”, ha aggiunto nel corso della conferenza stampa il procuratore di Milano Marcello Viola.
Come spiega Viola si tratta di "una complessa indagine" della Dda milanese "che ha riunito diversi filoni investigativi condotti da più articolazioni della Polizia di Stato, nonché dal Gico di Milano e dallo Scico della Gdf". Assieme "all'esecuzione delle misure cautelari sono state delegate ed eseguite decine di perquisizioni a carico di ulteriori indagati".
Inoltre, la Divisione Anticrimine della Questura di Milano "ha applicato a più soggetti diversi divieti di accesso ai luoghi, ove si svolgono manifestazioni sportive", ossia dei Daspo, o "ha comunque avviato la relativa procedura nei confronti di numerose altre persone". Le indagini hanno consentito, secondo l'accusa, "di accertare l'esistenza di infiltrazioni criminali tra gli ultras e hanno coinvolto i principali esponenti dei cosiddetti 'direttivi' delle tifoserie organizzate delle due principali squadre calcistiche milanesi".
IL PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA: "RAZZISMO E ANTISEMITISMO NEGLI STADI"
"Il mio ufficio ha da tempo aperto una unità di analisi e impulso investigativo, un gruppo di lavoro che si occupa del condizionamento criminale delle attività sportive" e delle "logiche che sdoganano negli stadi la propaganda antisemita e razzista". Così il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, durante la conferenza stampa in Procura a Milano sulla maxi inchiesta che riguarda il mondo ultras e il tifo organizzato di Milan e Inter. La Procura nazionale antimafia ha svolto un lavoro di coordinamento dell'inchiesta. Melillo ha definito l'indagine dei pm Paolo Storari e Sara Ombra con l'aggiunto Alessandra Dolci dal "valore emblematico".
PROCURA FIGC CHIEDE ATTI A PROCURA DI MILANO
Si è già attivata anche la giustizia sportiva per l'inchiesta giudiziaria di Milano sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle curve di Inter e Milan. Il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, sta infatti chiedendo in queste ore - apprende l'ANSA - ai pm della Procura della Repubblica di Milano l'ordinanza di custodia cautelare e gli atti di indagine non coperti da segreto. L'intento é verificare eventuali condotte "rilevanti" per l'ordinamento sportivo, da parte delle due società o di loro tesserati.
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