LO RICONOSCETE (SENZA BAFFI?) – E’ L’UOMO CHE HA PORTATO GLI ITALIANI IN ALTO MARE E LI HA TENUTI SVEGLI FINO ALL’ALBA – NEL 2011 IL DIVORZIO E LA DECISIONE DI TAGLIARE IL BAFFO TOTEMICO. MIA FIGLIA MI DISSE: “PAPÀ, HAI ROVINATO IL TUO BRAND”. INVECE ERA L’EMBLEMA DEL CAMBIAMENTO” – E POI LE TRE DONNE DELLA SUA VITA E QUELL’OROLOGIO DA REGATA CHE FU IL REGALO DI UN UOMO “VISIONARIO, APERTO AL FUTURO E MANIACO DEL BELLO” – DI CHI SI TRATTA?

-

Condividi questo articolo


Silvia Nani per corriere.it

 

paul cayard paul cayard

La Maxi Yacht Rolex Cup non è la Coppa America. Ma nemmeno Paul Cayard è più lo stesso di quegli anni. Eppure, a guardarlo timonare, osservarlo mentre dà istruzioni allo skipper «ufficiale» di Alix, lo Swan di 90 piedi che scivola sulle acque increspate al largo di Porto Cervo, avvicinandosi al campo di regata, il piglio di allora emerge pressoché intatto.

 

Di primo acchito si potrebbe definire un signore atletico con qualche segno del tempo, del sole e della salsedine; in realtà la grinta è identica a quella di allora. Solo che oggi è indirizzata ad attività più tranquille (come la partecipazione in qualità di testimonial di Rolex a questa regata di cui, quest’anno, ricorre il trentennale) e a molte altre, tutte però legate alla vela.

 

 

paul cayard paul cayard

Un momento della Maxi Yacht Rolex CupUn momento della Maxi Yacht Rolex Cup

«Per me è stato però un cambio soprattutto di mentalità —, esordisce, sedendosi mentre Alix è ancorata in rada e l’equipaggio è alle prese con il pranzo —, anni fa le regate per me rappresentavano l’agonismo: ero sempre a caccia della vittoria e di un premio in più da conquistare. Oggi voglio divertirmi e navigare con gli amici o in occasioni come queste». Quale è quindi la «seconda vita» di un ex campione come lui? «Sono coinvolto nel board del team olimpico degli Usa e presiedo il St. Francis Yacht Club di San Francisco, con un ruolo organizzativo e gestionale: 120 dipendenti, una vera e propria azienda, e, in più, servono sponsor, si lavora sulle strategie. Insomma, è un lavoro simile a quello che facevo per la Coppa America», spiega.

paul cayard e gardini paul cayard e gardini

 

Lo spartiacque è stato il 2013, racconta: «La mia ultima Coppa. Mi sentivo bruciato, e ho voluto dire basta. Oggi però sono pronto a tenere viva quell’esperienza, trasferendola in questa attività manageriale ma anche nel formare i ragazzi e fare team building, insegnando che la vela è una metafora della vita: il vento gira e devi essere pronto, e non frustrato. Sapersi adeguare al cambiamento è l’insegnamento più importante che ho tratto anch’io».

 

E racconta della sua vita personale, del divorzio («Nessuno di noi due l’avevamesso in conto, accettare la sconfitta è stato difficile»), di una relazione lunga ma finita anch’essa e sfociata oggi in una terza: «Dopo la delusione, ho voluto cambiare approccio. E oggi penso che aver condiviso con tre donne eccezionali una parte della vita, l’abbia resa più ricca». Raul Gardini, quasi un secondo padre: «Lo conobbi a San Francisco e qualche anno dopo ero già con lui in Italia. Era il 1989. Raul aveva l’età di mio padre, io ero solo (la mia famiglia era rimasta a San Diego). Lui nel fine settimana mi portava a navigare, mi invitava a casa sua.

paul cayard paul cayard

 

Trattandomi come un figlio ma dandomi la responsabilità del suo team», ricorda. Quello che esce dal suo racconto è un Gardini appassionato, visionario, aperto al futuro: «Amava la giovinezza: il team del “Moro” lo era, come il gruppo a cui affidò il cantiere Tencara dove iniziò a costruire le barche usando la fibra di carbonio. Aveva in mente di creare persino dei mobili e iniziò con la sua scrivania: di quel materiale gli piaceva moltissimo l’estetica. E amava le barche tecnologiche, pur essendo patito di vela classica».

 

 

Maniaco dei dettagli, della bellezza («Ricordo quando decise il logo del Moro di Venezia, il leone: ci lavorarono per mesi studi importanti ma non era convinto, e alla fine lo schizzò lui in due minuti»), deciso e generoso: «Alla nostra vittoria al Maxi World Championship a San Francisco, nel 1988, regalò un Rolex Submariner a tutto l’equipaggio.

 

paul cayard paul cayard

A me poi diede un altro Rolex per la vittoria della Coppa America a Valencia: uno Yacht Master, allora era il primo ”orologio da regata”, e lui adorava il nuovo». Il passato per Paul Cayard è un capitolo chiuso, così come i baffi che lo resero famoso, rimpiazzati oggi da una leggera barba (brizzolata): «Nel 2011 ho deciso di tagliarli. Il commento di mia figlia è stato: “Papà, hai rovinato il tuo brand”. Invece sono stati l’emblema del cambiamento».

il moro di venezia il moro di venezia raul gardini raul gardini gardini moro di venezia gardini moro di venezia gardini agnelli sama gardini agnelli sama idina ferruzzi e raul gardini idina ferruzzi e raul gardini raul gardini zoomR raul gardini zoomR gardini gardini paul cayard paul cayard

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...

DAGOREPORT – BENVENUTI ALLA PROVA DEL “NOVE”! DOPO LA COSTOSA OPERAZIONE SUL ''BRAND AMADEUS'' (UN INVESTIMENTO DI 100 MILIONI DI DOLLARI IN 4 ANNI), A DISCOVERY NON VOGLIONO STRAFARE. E RESTERANNO FERMI, IN ATTESA DI VEDERE COSA SUCCEDERA' NELLA RAI DI ROSSI-MELONI - ''CORE BUSINESS' DEL CANALE NOVE: ASCOLTI E PUBBLICITÀ, QUINDI DENTRO LE SMORFIE E I BACETTI DI BARBARELLA D'URSO E FUORI L’INFORMAZIONE (L’IPOTESI MENTANA NON ESISTE) - LA RESPONSABILE DEI CONTENUTI DI DISCOVERY, LAURA CARAFOLI, PROVO' AD AGGANCIARE FIORELLO GIA' DOPO L'ULTIMO SANREMO, MA L'INCONTRO NON ANDO' A BUON FINE (TROPPE BIZZE DA ARTISTA LUNATICO). ED ALLORA È NATA L’IPOTESI AMADEUS, BRAVO ''ARTIGIANO" DI UNA TV INDUSTRIALE... 

DAGOREPORT – L’INSOFFERENZA DI AMADEUS VERSO LA RAI È ESPLOSA DURANTE IL FESTIVAL DI SANREMO 2024, QUANDO IL DG RAI GIAMPAOLO ROSSI, SU PRESSIONE DEI MELONI DI PALAZZO CHIGI, PROIBI' AI RAPPRESENTANTI DELLA PROTESTA ANTI-GOVERNATIVA DEI TRATTORI DI SALIRE SUL PALCO DELL'ARISTON - IL CONDUTTORE AVEVA GIÀ LE PALLE PIENE DI PRESSIONI POLITICHE E RACCOMANDAZIONI PRIVATE (IL PRANZO CON PINO INSEGNO, LE OSPITATE DI HOARA BORSELLI E POVIA SONO SOLO LA PUNTA DELLA CAPPELLA) E SI È LANCIATO SUI DOLLARONI DI DISCOVERY – L’OSPITATA “SEGRETA” DI BENIGNI-MATTARELLA A SANREMO 2023, CONSIDERATA DAI FRATELLINI D’ITALIA UN "COMIZIO" CONTRO IL PREMIERATO DELLA DUCETTA, FU L'INIZIO DELLA ROTTURA AMADEUS-PRESTA…