andrea agnelli cristiano ronaldo

E’ STATA L’OPERAZIONE RONALDO A SCASSARE I CONTI DELLA JUVE – LA MAZZATA AL CICLO AGNELLI ARRIVA CON L’ACQUISTO DI CR7: LA JUVE SI ESPONE TROPPO, L’AD MAROTTA, CHE NE AVEVA SCONSIGLIATO L’INGAGGIO, TOGLIE IL DISTURBO. E DA QUEL MOMENTO LA "SIGNORA" SI SMARRISCE TRA SPROFONDI ECONOMICI E CRISI TECNICHE – IL CASO SUAREZ, LE PLUSVALENZE ESAGERATE OGGI AL CENTRO DI UN’INCHIESTA, IL GOLPE FALLITO DELLA SUPERLEGA: UN DECLINO SENZA FINE PER AGNELLINO…

Antonio Barillà per “La Stampa”

 

cristiano ronaldo e andrea agnelli 3

Una lunga storia di successi, nell’ultimo tratto di eccessi. Oro di trofei e rosso di bilanci. Andrea Agnelli, con 19 titoli in 12 anni, è il presidente bianconero più titolato di sempre: soltanto nell’ultima stagione il palmares non è stato aggiornato, ma la collana di 9 scudetti consecutivi e i 4 double nazionali di fila rimarranno scolpiti nel tempo. Senza contare due finali di Champions League, testimonianza della dimensione internazionale ritrovata dopo gli anni oscuri della ricostruzione sulle macerie di Calciopoli.

 

Riemersa dalla Serie B con campioni fedeli alla maglia nonostante la corte dei top club d’Europa, alcuni con la medaglia di campioni del mondo sul petto, la Juventus s’illude di riallacciare subito il filo della tradizione e precipita invece in un tunnel nerissimo: risultati cattivi, contestazioni e tensioni, l’immagine vincente in frantumi. È in questo momento duro che John Elkann annuncia l’impegno diretto della Famiglia, attraverso il cugino Andrea; è il 28 aprile 2010, il 19 maggio segue la nomina.

 

cristiano ronaldo e andrea agnelli 2

Andrea si mette subito al lavoro, rinnovando area dirigenziale e tecnica: si affida a Beppe Marotta, amministratore delegato della Sampdoria, che porta con sé Fabio Paratici come direttore sportivo e Gigi Del Neri in panchina. Progettano insieme la rifondazione, sacrificano campioni ormai appagati o al tramonto e bonificano lacerazioni interne, rastrellano il mercato per adattare la squadra al 4-4-2 classico dell’allenatore, però ogni rivoluzione richiede tempo e pazienza, così la prima stagione diventa strascico del momento buio.

 

cristiano ronaldo e andrea agnelli 1

Sfuma l’Europa e paga Del Neri, strappo doloroso ma necessario in nome di una strategia che non ammette sentimenti, e qui c’è la prima, grande intuizione del presidente, la scelta di Antonio Conte, il vecchio capitano, che da tecnico ha vinto in Serie B con Bari e Siena ma in Serie A è stato soltanto meteora a Bergamo. È lui a candidarsi, a chiedere un appuntamento per convincerlo di essere l’uomo giusto, in grado di insegnare juventinità e non solo tattica: è di sicuro persuasivo, Agnelli però bravissimo a comprenderne in pochi istanti la forza.

 

Comincia così il ciclo d’oro, con uno scudetto inatteso davanti al Milan favorito, dentro uno stadio di proprietà che ancora oggi è gioiello raro nell’Italia delle strutture obsolete e fatiscenti: è una vecchia idea di Giraudo, un progetto di Cobolli Gigli e Blanc, ma è Agnelli a dare impulso alla realizzazione e a tagliare il nastro, perché la sua Juve vuole essere un modello non solo sul campo: è la prima a pianificare un liceo su misura per i ragazzi delle giovanili, i cui impegni agonistici mal si sposano con i tradizionali orari scolastici, ad allestire il Museum, a istituire il J Medical, a fondare la squadra B, a investire con forza sulle Women, a costruire una cittadella dello sport attigua allo stadio.

 

andrea agnelli e cristiano ronaldo foto mezzelani gmt 185

Conte vince tre scudetti di fila, poi, all’alba della quarta stagione, per incomprensioni e frizioni sul mercato divorzia: la squadra che lui ritiene logora è in ritiro da un paio di giorni, c’è aria di sfiducia e sbando, ma il presidente e Marotta indovinano la mossa scegliendo Massimiliano Allegri: è inviso ai tifosi per il passato milanista, ma la società non si lascia condizionare, si comincia con le manate sul suv con cui varca i cancelli di Vinovo e si finisce in trionfo: ancora cinque campionati consecutivi, i sogni sfiorati a Berlino e Cardiff. È in questa fase, nella sua ultima parte, che qualcosa si rompe, che le intuizioni felici si intrecciano con gravi errori.

 

giuseppe marotta e andrea agnelli foto mezzelani gmt 165

Forse comincia tutto con l’acquisto di Ronaldo, affascinante ma assai costoso: la Juve si espone troppo e perde quel virtuosismo economico che era andato di pari passo con le vittorie, l’optimum tecnico e insieme finanziario come ama ripetere Marotta. L’ad è perplesso su CR7 e ne sconsiglia l’ingaggio, probabilmente paga anche questo: anche il suo addio, datato 2018, pesa, lo dicono i fatti, da quel momento la Juve si smarrisce tra sprofondi economici – complice, giusto ricordarlo, la pandemia - e crisi tecniche: ancora uno scudetto con Maurizio Sarri, poi due coppe con Andrea Pirlo ingaggiato per l’Under 23 e promosso d’improvviso in prima squadra, poi nulla.

agnelli marotta

 

Nessun ciclo può essere eterno, ma in questo caso influiscono scelte confuse: l’esonero del vincente Allegri, la rivoluzione estetica del Sarrismo rinnegata, il giovane rampante sacrificato, la restaurazione di Max che non risolve i problemi. Eppoi la nuova struttura societaria che prevede tre giovani ai vertici dei settori nevralgici, annunciata in pompa magna e azzerata dopo pochi anni con il ripristino della figura di un ad di lungo corso: Maurizio Arrivabene. E in mezzo il caso Suarez da cui la società esce pulita legalmente ma imbarazzata, le plusvalenze esagerate oggi al centro di un’inchiesta, il golpe fallito della Superlega. Un declino che graffia un ciclo bellissimo, comunque fatto di successi che passeranno alla storia.

 

cristiano ronaldocristiano ronaldo ed andrea agnelli foto mezzelani gmt33AGNELLI CRISTIANO RONALDO JUVENTUS BENEVENTOagnelli marottaagnelli marottacristiano ronaldo e andrea agnellicristiano ronaldo ed andrea agnelli foto mezzelani gmt32

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...