SE MI CRITICHI, TI CANCELLO - BARBANO, VICE-DIRETTORE DEL ''CORRIERE DELLO SPORT'' SUI CASI 'BLACK FRIDAY' E CONTE 'ESAURITO': ''ROMA E MILAN CACCIANO I NOSTRI CRONISTI, L'INTER ANNULLA UNA CONFERENZA STAMPA PER LA MAIL DI UN NOSTRO LETTORE. UN CERTO POTERE NON TOLLERA CRITICHE. SOPRATTUTTO QUANDO MASCHERA, DIETRO LA FALSA EMANCIPAZIONE DEL DENARO, LE LOGICHE ARCAICHE DI UNA CLASSE DIRIGENTE FATTA ANCORA DI IMPROBABILI PATRIARCHI E MEDIOCRI CORTIGIANI''

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Alessandro Barbano, vice-direttore del ''Corriere dello Sport''

 

alessandro barbano alessandro barbano

Caro Direttore, mi chiedo e ti chiedo che cosa stia accadendo attorno a noi. Due società, Roma e Milan, cacciano i nostri cronisti dai loro centri sportivi, invitando gli altri club a fare altrettanto. Organizzano una campagna d’odio nei confronti del Corriere dello Sport-Stadio, prendendo a pretesto un titolo, «Black Friday», criticabile come tutto ciò che facciamo, ma certamente non razzista, come dimostra il coro generale di solidarietà che da ogni pulpito civile e istituzionale si alza a nostra difesa.

 

Si coprono di ridicolo, loro che il razzismo per anni l’hanno ignorato, lanciandosi in una fatwa contro un giornale che solo negli ultimi tre mesi ha scritto su questo tema in prima pagina sette editoriali, deplorando ora l’orrore dei cori, ora la vergogna delle orecchie tappate di allenatori, dirigenti e giudice sportivo, ora le gaffe di presidenti e vertici istituzionali.

 

BLACK FRIDAY - IL TITOLO DEL CORRIERE DELLO SPORT SU LUKAKU E SMALLING BLACK FRIDAY - IL TITOLO DEL CORRIERE DELLO SPORT SU LUKAKU E SMALLING

Poi, sabato, un’altra società, l’Inter, annulla una conferenza stampa, perché - spiega in una nota - «dal Corriere dello Sport è stata pubblicata una lettera offensiva nei confronti del nostro allenatore, giustificando l’aggressione nel commento». Potrei, caro Direttore, darmi la spiegazione più semplice. E dire che un certo potere non tollera critiche.

 

Soprattutto quando maschera, dietro la falsa emancipazione del denaro, le logiche arcaiche di una classe dirigente fatta ancora per metà di improbabili patriarchi e per metà di mediocri cortigiani. Avrei buoni motivi per considerare queste gesta una rappresaglia contro chi ha osato denudare il re.

ivan zazzaroni (2) ivan zazzaroni (2)

 

La Roma, il Milan e l’Inter sono state in questi mesi oggetto di critiche severe da parte nostra. Non abbiamo fatto sconti alla disastrosa campagna acquisti dell’era Monchi e alla pessima gestione dei casi Totti e De Rossi, non abbiamo mancato di segnalare l’assenza di James Pallotta, l’incerta sorte dei suoi interessi speculativi, il valzer di manager, senza né portafoglio né delega, che si avvicendavano a corte.

 

Allo stesso modo abbiamo mostrato la maldestra mano con cui Maldini e Boban hanno bruciato in un solo giorno due allenatori: quando, dopo aver esonerato «de facto» Giampaolo, hanno visto evaporare l’arrivo di Spalletti, ripiegando poi su Pioli con gli incerti risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Ma i giudizi più severi sono stati proprio per la dirigenza nerazzurra.

 

La proscrizione di Mauro Icardi, «regalato» al Paris Saint-Germain dove sta facendo sfracelli, ci è parsa da subito uno spreco inaudito. Non ci hanno convinto le parole del presidente Zhang: «È un grande giocatore, una brava persona e ha aiutato il club con molti gol: troveremo una buona soluzione per lui».

italo cucci italo cucci

 

Se il giudizio era così lusinghiero, perché sacrificare l’attaccante in nome dello strisciante sessismo di chi non tollerava l’esuberanza della moglie Wanda? Anche questo abbiamo scritto. Noi che sappiamo quanto le discriminazioni più subdole si nascondano dietro le migliori intenzioni.

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