tifosi della nazionale

SERIE A COL CAPPELLO IN MANO - IL CAMPIONATO ITALIANO È SULL’ORLO DEL DEFAULT, TANTO CHE I PRESIDENTI DEI CLUB VOGLIONO CHIEDERE ALLA FIGC UNA PERCENTUALE PER LA VITTORIA DELL’EUROPEO, MA GRAVINA È PRONTO A RISPONDERE PICCHE - UN REPORT INDICA COME IL SISTEMA CALCIO NON SIA SOSTENIBILE NEL BREVE-MEDIO PERIODO: IL COVID HA PORTATO UN IMPATTO TOTALE DI 1 MILIARDO E 37 MILIONI DI PERDITE, E LA RIPRESA È DIFFICILE CON STADI FATISCENTI, MERCHANDISING E SETTORI GIOVANILI ARRETRATI...

Michele Di Branco per “Il Messaggero - MoltoEconomia

 

PAOLO DAL PINO

Nell'estate in cui cambiano squadra i due leader mondiali del calcio degli ultimi 15 anni (Messi e Ronaldo) e il miglior giocatore degli ultimi Europei (Donnarumma, per ora malinconicamente in panchina nel Psg), spostando ancora una volta fiumi di denaro, l'Italia del pallone va a caccia di sostegni con il cappello in mano, per cercare di non affondare in un mare di debiti.

 

Finita la sbornia della Coppa vinta a Wembley, i presidenti delle squadre di serie A si preparano, attraverso il presidente della Lega Paolo Dal Pino, a chiedere una percentuale sul tesoretto (30 milioni di euro per la vittoria e altri soldi dagli sponsor) che la Figc sta incassando dopo il trionfo sugli inglesi.

 

gravina smascherato foto mezzelani gmt47

Raccontano che il presidente federale Gabriele Gravina si prepari a dire un no secco, facendo notare che, casomai, dovrebbero essere le società a ringraziare la Federazione e Mancini se i loro giocatori si sono valorizzati sul mercato migliorando i loro bilanci scassati. Altro che richieste strampalate di royalties.

 

E dunque, un anno e mezzo di pandemia, con gli stadi vuoti e costi insostenibili sul groppone hanno messo spalle al muro il calcio in Italia, acutizzando una crisi che si trascina ormai da almeno 10 anni.

 

gabriele gravina e roberto mancini

Crisi tecnica, innanzitutto (dopo la vittoria dell'Inter nel 2010 nessuna squadra italiana di club ha più vinto un trofeo in Europa), ma anche e soprattutto finanziaria. È l'industria stessa del pallone ad ammetterlo.

 

LA SITUAZIONE

Un report della Figc indirizzato al governo attesta che dal 2008 il calcio professionistico italiano ha prodotto perdite per 4,1 miliardi e che in questo arco di tempo l'indebitamento si è quadruplicato. Sono 4 anni che i margini operativi si riducono a causa del costo del lavoro, cresciuto mediamente del 4,6% all'anno.

 

TIFOSI DELLA NAZIONALE

La sentenza è la «non sostenibilità del sistema nel breve medio periodo». Poi ci si è messo il Covid: nella stagione 2019/2020 la Serie A ha incassato 302 milioni in meno dagli stadi e 228 milioni in meno dagli sponsor. Per non dire delle plusvalenze: 334 milioni in meno. In totale, l'impatto è di 1 miliardo e 37 milioni di perdite. Con un debito consolidato che ora tocca 5,2 miliardi.

 

Certo, la crisi ha contagiato l'intero continente, ma la Serie A risulta il campionato europeo che ha sofferto di più in assoluto. L'ultimo report di Deloitte spiega che, pur avendo registrato ricavi totali per 2,1 miliardi di euro, ha subito una performance negativa pari al 18%, cioè 443 milioni in meno.

 

andrea agnelli

E anche se è stata l'unica Lega a ridurre la spesa salariale totale nel 2019/20, con compensi aggregati che sono scesi di 147 milioni (-8%) a 1,6 miliardi di euro, tuttavia la riduzione dei ricavi causata dal Covid-19 ha portato il rapporto salari-entrate al 78% - il livello più alto in 16 anni - poiché tre club hanno speso più per i compensi di quanto hanno prodotto in termini di entrate.

 

Infine, le perdite operative aggregate dei club di Serie A sono notevolmente peggiorate nel 2019/20, da 17 a 274 milioni di euro, il più brutto risultato dal 2001/02: le sole perdite operative combinate di Milan e Roma hanno rappresentato quasi i due terzi.

 

LO SCENARIO

Il problema, sperando che la pandemia conceda una tregua, è che l'Italia potrebbe non essere in grado di intercettare la ripresa perché le sue basi (stadi, merchandising e settori giovanili) sono arretrate.

 

tifosi fuori dallo stadio

«L'intero sistema - spiega Luigi Capitanio, partner monitor Deloitte - si è fatto trovare impreparato e adesso paga le storture accumulate negli anni. In questa fase, dove si sta ritrovando un certo grado di normalità, come dimostrano le partite con gli stadi pieni al cento per cento in Inghilterra e in Francia, bisogna intervenire urgentemente con le necessarie riforme per favorire un deciso e sostanziale upgrade del parco infrastrutturale (stadi, centri allenamento) e approcciare l'industria del calcio sempre più in logica sistemica così come avviene nei grandi settori industriali italiani».

prima giornata di serie a 9

 

Il sospetto, però, è che di fronte alla casa che crolla, la reazione sia solo di carattere difensivo e non costruttivo. O, peggio, che la soluzione sia a questo punto quella di aggrapparsi ai pantaloni dello Stato.

 

IL PIANO

Nel Progetto Fenice, inviato dalla Figc a Palazzo Chigi, tra le altre si indicano come via d'uscita investimenti statali da 500 milioni (da vincolare a spese in infrastrutture), sospensione con nuova calendarizzazione delle passività fiscali sospendendo i pagamenti fino al 2024 e ridistribuendoli su 8-12 anni ed estensione dei vantaggi fiscali del decreto crescita a tutti i trasferimenti, non solo a chi non sia residente in Italia da almeno 2 anni.

 

prima giornata di serie a 3

In cambio, la Figc promette di sviluppare misure di controllo, anche settimanali, per promuovere l'autosufficienza economico-finanziaria del calcio attraverso un tetto di spesa in linea con i flussi di cassa. Inoltre verrebbe introdotto un Salary cap, con luxury tax sui trasferimenti che lo sforano. Secondo gli esperti di Deloitte, invece, è il momento di pensare a creare valore. E non a giocare di rimessa.

 

stadi vuoti 6

«Questa profonda crisi portata dalla pandemia - ammonisce ancora Capitanio - deve essere l'occasione per traghettare il calcio verso nuovi modelli di business che garantiscano l'autosufficienza economico-finanziaria, bilanciando spese e ricavi per ogni squadra. Infatti, certi modelli di business non sono più sostenibili e si cerca di correre ai ripari attraverso cessioni eccellenti, che riducono il monte ingaggi facendo respirare i bilanci in apnea ma che impoveriscono le rose delle squadre con ricadute sulla competitività del nostro campionato oltre i confini nazionali».

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)