pioli meme 8

SPROFONDO ROSSONERO – DAVANTI A SALVINI E A TOTTI, IL MILAN VA KO CON LA ROMA CHE SI PORTA A MENO UNO DALLA ZONA CHAMPIONS - PRIMA SCONFITTA PER PIOLI CHE ATTACCA I SUOI: “ERRORI INCREDIBILI, NON PUOI CONCEDERE  UN GOL COME QUELLO DI ZANIOLO" - LA  LAZIO ESPUGNA IL FRANCHI, FURIA RIBERY – JUVE E INTER PAREGGIANO, NE APPROFITTA L’ATALANTA ORA A MENO TRE DALLA VETTA…

Da gazzetta.it

 

pioli meme 8

Un punto in due partite. Stefano Pioli aveva la fama di partire forte quando entra in corsa, ma al Milan l'avvio è a rilento. Anche il tecnico pensava di iniziare meglio. "Mi aspettavo di più - incalza dopo la sconfitta con la Roma all'Olimpico -. Ci abbiamo messo molto del nostro, sia per non vincere con il Lecce che a perdere oggi a Roma. Errori incredibili. Nel primo tempo la partita è stata equilibrata, nella ripresa l'inerzia era dalla nostra dopo l'1-1, ma non puoi concedere un gol come quello di Zaniolo. Occorre invertire la tendenza perché i numeri sono tutti contro di noi adesso".

 

pioli

"Errori evidenti, sui calci d'angolo, nelle uscite palla al piede - continua Pioli -. Non ci ha messo pressione la Roma, ma abbiamo sbagliato solo noi. E nelle palle aeree ok che hanno più centimetri, ma far colpire indisturbato un avversario non è questione di fisico. Inutile girarci intorno o parlare di singoli, è un passo indietro rispetto a una settimana fa". In alcuni casi sembra essere mancato anche il carattere."Non credo sia una questione di mancata voglia o grinta, ma tecnica. Sono stati errori tecnici o di attenzione. Contro una squadra del tuo stesso livello paghi se sbagli di più".

 

Contro la Roma è partito lo stesso undici visto con il Lecce. "Stessa formazione? Ho lavorato ancora poco con la squadra e mi sembrava giusto continuare con chi mi aveva dato delle buone indicazioni contro il Lecce. Ora abbiamo altre partite e di sicuro vedremo anche qualcun altro".

 

ROMA MILAN

Marco Pasotto per gazzetta.it

 

Una squadra, la Roma, che si rimette in pista nelle zone della classifica che inducono a sorridere – meno uno dalla Champions – e un'altra squadra, il Milan, che per il momento certifica il gap con le concorrenti che corrono per l'Europa. Il 2-1 dell'Olimpico per i giallorossi racconta innanzitutto questo, oltre a diverse altre indicazioni. Per esempio il fatto che la Roma sta affrontando con lo spirito giusto l'ecatombe di giocatori e ha saputo rimettere dalla sua parte una partita che il Milan aveva riacciuffato.

 

roma milan 2-1

Oppure, per esempio, che per quanto abbia fatto registrare un miglioramento nella manovra e nell'atteggiamento, il Diavolo vive ancora nel terrore dello sbaglio e, soprattutto, è vittima di amnesie individuali e di reparto. Entrambi i gol sono emblematici in questo senso. Dunque niente aggancio ai giallorossi, anzi: gli uomini di Pioli, in termini strettamente aritmetici, sono a tre punti dalla zona retrocessione. In realtà resta una classifica corta, dove (quasi) tutto è ancora più o meno possibile, ma intanto il Milan non riesce a invertire la tendenza e le settimane passano. 

 

La Roma si è presentata a questo appuntamento con otto indisponibili tra infortuni e squalifiche, e Fonseca anche stavolta ha dovuto fare di necessità virtù. Ovvero confermare la coppia mediana Mancini-Veretout, con Spinazzola preferito a Florenzi come terzino destro. Dietro a Dzeko il tridente formato da Zaniolo, Pastore (evidentemente ritenuto arruolabile nonostante le fatiche di coppa) e Perotti. Pioli invece ha potuto concedersi il lusso di confermare in blocco la squadra che gli aveva dato – ma solo nel primo tempo – indicazioni più che confortanti nella sfida col Lecce. Quindi Conti e non Calabria, Biglia e non Bennacer, e soprattutto il criticatissimo Suso e Leao, preferito di nuovo a Piatek (seconda panchina consecutiva).

 

EQUILIBRIO E PAURA

Il primo tempo scorre via blando, anzi soporifero, fino al gol di Dzeko. Si affrontano squadre ferite, alle prese con innumerevoli problemi, e quindi nessuno ha davvero il coraggio di affondare il colpo. Il risultato è che per oltre mezzora il giro palla su entrambe le sponde è prevedibile (sebbene il Milan tenti qualche strappo in più, soprattutto con Hernandez e Calhanoglu) e dà il tempo alle difese di organizzarsi e chiudere i varchi.

 

edin dzeko foto mezzelani gmt031

Tanti anche gli errori in fase di impostazione, soprattutto da parte giallorossa, con l'Olimpico che si spazientisce. È il Milan infatti ad approcciare meglio la sfida, gestendo palla e provando a innescare un Leao che – a parte un buon inserimento con conclusione sull'esterno - stavolta gira quasi sempre a vuoto. Così ci prova un paio di volte Calhanoglu, una Suso, c'è un gol giustamente annullato a Paquetà per fuorigioco, un tiro al volo di Pastore fuori non di molto e una bella parata di Donnarumma su di un siluro di Zaniolo. Quasi tutte fiammate da lontano. L'inerzia si spezza al 38' quando Mancini "spizza" un angolo di Veretout tagliando fuori praticamente tutto il Milan. La palla arriva a Dzeko, di cui Kessie si dimentica completamente, che infila di testa in solitudine.

 

  Una rete che il Milan accusa visibilmente e che sveglia i giallorossi, da quel punto in poi padroni del campo. Ci deve pensare Donnarumma a tenere in vita il Diavolo con un miracolo su Pastore, agevolato da un erroraccio di Conti. La ripresa è decisamente più vivace, anche se nella maggior parte dei casi i pericoli arrivano a causa di disattenzioni difensive più che per bravura di chi gestisce palla. È la Roma a riprendere subito possesso della gara, con Smalling che di testa conclude a pochi centimetri dal palo, ma dopo dieci minuti il Milan si rimette in partita grazie a Hernandez, solito moto perpetuo in fascia, che su di un cross di Calabria si traveste da centravanti e – anche grazie a una deviazione di Smalling – supera Lopez. La soddisfazione rossonera dura poco. Appena quattro giri di lancetta. Stavolta è Calabria, subentrato a Conti, a compiere il misfatto regalando palla ai giallorossi in zona (molto) critica e spalancando la porta a Zaniolo. Pioli prova a rimediare inserendo Piatek e tenendo in campo Leao, ma la mossa non funziona. A metà frazione Mancini si divora un gol di testa in totale solitudine – scena già vista sul gol di Dzeko -, dopo di che ci mette un'altra pezza Donnarumma su Zaniolo. La sfida si chiude col Milan che ovviamente si riversa nella metà campo avversaria (lasciando praterie di cui i giallorossi non riescono ad approfittare), ma che non riesce più a raddrizzare la gara. Per Pioli un punto in due uscite: la strada è già in salita.

riberyribery 11

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…