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SUPER-GOGGIA FA UN ALTRO SPORT: LA SCIATRICE AZZURRA TORNA DOPO L’INFORTUNIO CHE LE HA FATTO PERDERE I MONDIALI E STRAVINCE LA LIBERA A LAKE LOUISE IN COPPA DEL MONDO INFLIGGENDO DISTACCHI ABISSALI ALLE AVVERSARIE. E’ IL DODICESIMO SUCCESSO IN CARRIERA. TRE AZZURRE NELLE PRIME DIECI - GOGGIA E L’INVESTIMENTO NELLE GALLINE: “FANNO LE UOVA PER CRACCO” – VIDEO

 

 

Flavio Vanetti per Corriere.it

 

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Lei davanti, a stravincere. Le altre a fare un altro sport. La stagione delle discesiste comincia nel segno di Sofia Goggia, che riesce finalmente a sfatare il tabù di Lake Louise (la pista d’oro di Lindsey Vonn: 18 vittorie complessive nel resort canadese dell’Alberta) e che infligge alle avversarie una paga biblica. Così, per gradire e per spiegare chi comanda. «Sofi» ha ripreso da dove aveva terminato, ovvero dalla doppietta in libera del 22 e del 23 gennaio a Crans Montana.

 

L’ultimo giorno era uscita in superG, poi era venuto lo stupido incidente di Garmisch che le aveva negato la presenza al Mondiale e messo in pericolo la conquista della seconda Coppa del Mondo di discesa: l’olimpionica l’avrebbe poi fatta sua grazie alla cancellazione della prova conclusiva di Lenzerheide, anche se lei era là, in Svizzera, pronta a giocarsi le sue carte in pista.

 

 

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Ecco, questa straordinaria vittoria – per le statistiche è la numero 12 in Coppa ed è il trentatreesimo podio – serve pure a regolare i conti con qualche «fenomeno» che aveva malignamente sottolineato l’aiutino della sorte nel fare sua la coppa di cristallo: bastonando tutte di santa ragione – l’americana Johnson, seconda, ha chiuso a 1’’47; quella del podio minore, l’austriaca Puchner, è a 1’’54; la slovena Stuhec, che in prova era stata seconda dietro all’azzurra, è crollata tanto quanto un’irriconoscibile Lara Gut-Behrami – Sofia Goggia ha proprio voluto ricordare che quell’impresa l’aveva firmata non dal divano di casa ma centrando quattro successi e un secondo posto nella stagione.

 

Peraltro in questo scenario di avversarie annientate si apre un altro spicchio d’azzurro grazie alle sorelle Delago (Nadia, la minore, ha chiuso sesta con un rimpianto per una sbavatura che forse le ha negato il podio; Nicol, al rientro dopo l’annata persa per la rottura di un tendine d’Achille giusto 12 mesi fa, si è piazzata ottava) e a Federica Brignone, autrice di un buon tredicesimo posto.

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È il contorno gradito della magnifica giornata della Super-Goggia, un missile e una macchina capace di generare velocità in più punti della pista. Se la Vonn era abituata a «pennellare» la neve di Lake Louise, Sofia si è affidata a una sciata più aggressiva; ma il risultato è analogo, con la colonna sonora di scarti umilianti alle rivali.

 

«Avevo qualche pensiero alla vigilia, l’ultima cosa che mi aspettavo era di vincere con un vantaggio del genere — si è schermita la campionessa azzurra —. Potevano imporsi almeno dieci ragazze, farlo con un distacco del genere è veramente strabiliante. Sono contentissima, ho solo cercato di sciare forte e seguire le linee che avevo in mente». Ma Goggia guarda oltre: «Sicuramente si può ancora migliorare ma è un bell’inizio. Sentivo che mi stavo portando dietro tanta velocità, ad un certo punto sono stata costretta a frenare prima del curvone per poi accelerare, ho preso cosi tanta velocità che non riuscivo quasi a stare dietro agli sci. Devo tanto ringraziare il mio skiman che mi ha preparato degli sci velocissimi, è la mia quinta vittoria consecutiva in gare a cui ho partecipato».

SOFIA GOGGIA

 

Vincere così aiuta a pensare in grande. Quando Sofia dice di sentirsi su un livello più alto rispetto alla concorrenza non lo afferma per arroganza, ma per la consapevolezza della cilindrata del suo motore. Sabato la replica nella discesa-bis, nella speranza che da Beaver Creek, nell’omologa prova maschile, arrivi qualche risultato migliore del deprimente verdetto del superG di venerdì. Dominik Paris, a differenza della Goggia, non ha ancora acceso il propulsore e temiamo che l’avviamento sia laborioso: ma dell’omone (vincente) delle nevi c’è bisogno tanto quanto di Santa Sofia.

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