thuram materazzi

IL TACKLE DI MATERAZZI SUL POLITICAMENTE CORRETTO THURAM: “LUI NON È MAI USCITO DALLO STADIO QUANDO MI DAVANO DEL FIGLIO DI PUTTANA. QUESTA È LA DISCRIMINAZIONE, PER IL BIANCO, PER IL NERO E ANCHE PER IL FIGLIO DI PUTTANA” – L’EX DIFENSORE DELLA JUVE AVEVA INVITATO I CALCIATORI BIANCHI A NON STARE ZITTI NELLA LOTTA CONTRO IL RAZZISMO: “IN ITALIA C’E’ MOLTA IPOCRISIA” – LIBRO+VIDEO

 

Da tuttomercatoweb.com

thuram cover 19

Marco Materazzi risponde a Lilian Thuram dal palco del Festival di Trento. Thuram nelle scorse ore ha lanciato un appello: "I giocatori bianchi non devono stare zitti nella lotta contro il razzismo".

 

Un appello a cui Materazzi, nel corso del suo intervento, ha replicato così: “Sono contro il razzismo, però Thuram non è mai uscito dallo stadio quando cantavano Materazzi figlio di puttana. Questa è la discriminazione, per il bianco, per il nero e anche per il figlio di puttana”.

 

 

PENSATORI CON I PIEDI

Furio Zara per “Avvenire

thuram

 

Storie da raccontare, di calcio e di vita: spettacolo con le parole e con i piedi. Liberando le briglie alla fantasia, come un dribblomane quando individua nella fascia la sua via di fuga. C'è il linguaggio del pallone preso a calci, perché - lo disse Pasolini - il capocannoniere del campionato è sempre il miglior poeta dell'anno. E c'è il linguaggio di chi - seduto davanti ad una pagina bianca e immacolata - prova a raccontare la magia di una parabola, l'epica di una partita, lo snodarsi di una carriera tra le tante, però speciale.

 

materazzi

Qualche volta le due narrazioni coincidono. Prendete Jorge Valdano. Stella del Real Madrid degli anni 80, campione del mondo con l'Argentina nel 1986 - era l'uomo che seguiva come un'ombra Maradona - e poi nella sua second life, scrittore finissimo, lucido e profondo, capace come pochi di restituirci - con le parole - l'incanto del pallone che rotola e degli uomini che lo rincorrono.

 

«Ogni volta che respiro l'odore dell'erba mi torna addosso l'infanzia», ha scritto e non è forse questa una delle più belle dichiarazioni d'amore per il calcio? I suoi libri - da Il sogno di Futbolandia a Le undici virtù del leader - sono ormai dei classici, hanno il peso di certe opere che fin da subito si rivelano necessarie.

 

Se Valdano è il Philip Roth del racconto calcistico, in molti - soprattutto in questi ultimi anni - hanno cercato di percorrere la strada dove la letteratura si mescola al pallone. Un esempio virtuoso è quello di Lilian Thuram, da sempre impegnato nelle battaglie sociali per l'uguaglianza e i diritti civili. Nel suo ultimo libro - Il pensiero bianco (add editore) - l'ex difensore di Juventus e Parma si sofferma sugli snodi della storia - le conquiste coloniali, la schiavitù, la continua razzia di materie prime e dell'arte africana - e racconta la cristallizzazione di una gerarchia, di un sistema-mondo dove non si nasce bianchi, ma lo si diventa.

gigi buffon lilian thuram daniel bravo

 

marco materazzi

In Italia il primo calciatore-scrittore è stato Paolo Sollier, che nel 1976 raccontò in un libro di denuncia - Calci, sputi e colpi di testa - l'altra faccia della luna. In copertina c'era lui, schierato a centrocampo sotto la pioggia, col pugno sinistro chiuso. Aveva studiato Marx, in ritiro portava i libri di Pavese e Evtusenko, ascoltava le canzoni di De Andrè, Gaber e Guccini, per principio non firmava autografi. Erano anni ribaldi e spettinati, contestare era un'esigenza quasi fisica. Ci si ribellava al sistema, si combatteva il potere costituito.

 

thuram

 Molti sfilavano in piazza, qualcuno entrava in campo. Si cantava la libertà, anche con i piedi. Il massimo esponente del pasoliniano "calcio di poesia", è stato il suo compaesano Ezio Vendrame. L'altro poeta di Casarsa l'Ezio idolo indimenticato del Menti di Vicenza come dell'Appiani di Padova che fino alla fine dei suoi giorni (è morto nell'aprile del 2020) ha continuato a pubblicare libri sferzanti dai titoli irriverenti come Se mi mandi in tribuna godo (Edizioni Biblioteca dell'Immagine).

 

zidane materazzi

Una ventina d'anni più tardi, con Carlo Petrini e il suo Nel fango del dio pallone, per il calciatore arrivò il momento di fare i conti con la coscienza, individuale e collettiva. Era quella di Petrini una voce fuori dal coro: nei suoi libri raccontò di quando il pallone perse la sua innocenza. Pe- trini denunciò il doping, le partite truccate, i pagamenti in nero, le scommesse, i giocatori corrotti e malati di sesso, i vizi privati, la miseria morale della tribù di cui faceva parte.

 

A Petrini va dato anche il merito di aver squarciato, per primo, il velo di omertà intorno al "Caso Bergamini" con Il calciatore suicidato: la morte misteriosa dell'ex centrocampista del Cosenza per il quale la sua famiglia attende giustizia da oltre trent' anni. Negli ultimi due decenni è scoccato il tempo delle biografie.

 

marco materazzithuram cover

Il primo ad avere successo in libreria fu Francesco Totti che - spinto dall'amico Maurizio Costanzo con la complicità di Giancarlo Dotto - si fece "scrivere addosso" un libro di barzellette, intingendo di autoironia - dote così rara nel calcio - ogni singola riga. Fu una svolta clamorosa, che diede fiducia a terziniletterati e centravanti in vena di confidenze. In seguito , da Zoff a Buffon, da Cabrini a Cassano, da Paolo Rossi a Ibrahimovic, da Baggio a Maldini, da Pirlo a Gattuso, in molti si sono cimentati nel racconto della propria vita, chi con didascalica pigrizia e chi con più disinvoltura e generosità nel racconto.

 

Perché scrivere un libro, per un calciatore, significa mettersi in gioco, sperimentarsi in un territorio sconosciuto, oltre la linea del fallo laterale. Esattamente come recitare in un film. Il percorso dall'area di rigore al red carpet l'hanno fatto in tanti, con risultati non sempre all'altezza delle ambizioni. Il più delle volte il calciatore da Maradona a Pelé, da David Beckham a Vinnie Jones - si è prestato a comparsate che non hanno lasciato traccia nella storia del cinema.

 

thuram petit francia croazia

 Altre volte - da Cristiano Ronaldo a Messi, da Zidane a Ibrahimovic, da Ronaldo il Fenomeno a Neymar - ha prestato la propria storia a più o meno riusciti docufilm. Un solo uomo - nel passaggio dal gol al ciak si gira - si è confermato un campione. Eric Cantona, "Dieu", come lo chiamavano i tifosi del Manchester United negli anni '90. Ha recitato in una trentina di film, il più celebre dei quali è sicuramente Il mio amico Eric (2009), di Ken Loach, dove interpretava se stesso; mentre di recente è stato premiato per la sua interpretazione nella serie-tv Lavoro a mano armata. Maestoso e magnetico, sempre in posa per la Storia; Cantona - in un campo di calcio o nel set di un film - ha sempre interpretato se stesso, dandoci la conferma della vecchia cara regola: la vita prima si recita e poi si vive.

valdanovaldano

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO