VE LO RICORDATE? – NON E’ IL FRATELLO MINORE DI MOGOL, NE’ QUELLO DI DIACONALE MA UN EX PILOTA DI F1 CHE SFIORO’ IL TITOLO MONDIALE – A SEGNARLO PROFONDAMENTE LA SCOMPARSA DEL ROMANO ELIO DE ANGELIS A LE CASTELLET: “SU QUELLA MACCHINA DOVEVO ESSERCI IO. DOPO LA MORTE DI ELIO NON SENTIVO ALCUNA VOGLIA DI TORNARE IN PISTA, COME SE SI FOSSE ROTTO QUALCOSA DENTRO DI ME”. DI CHI SI TRATTA? – IL RICORDO DI SENNA – VIDEO

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Da www.ravennatoday.it

riccardo patrese riccardo patrese

 

All'Historic Minardi Day, la kermesse che ha riscritto le regole delle manifestazioni sportive mettendo al centro i tifosi e gli appassionati, ideata e disegnata dalla passione di Gian Carlo Minardi insieme ai fratelli Giuseppe e Ferdinando e al figlio Giovanni, e portata in pista a fianco di Formula Imola, in programma sabato 27 e domenica 28 aprile, Riccardo Patrese tornerà ad indossare tuta e guanti. Il pilota padovano si metterà al volante della Williams FW14-Renault del 1991.“

 

 

 

PATRESE

Da it.motorsport.com

 

Riccardo Patrese, invece, all’inizio aveva avuto un rapporto distaccato con De Angelis: “Era normale – ha spiegato Riccardo – perché eravamo italiani tutti e due e in quel momento c’era una concentrazione di piloti tricolori forti, come Alboreto e De Cesaris”.

 

riccardo patrese riccardo patrese

“All’inizio, quindi, consideravo Elio un rivale e non mi ero mai preoccupato di approfondire la sua conoscenza, ma quando ci siamo ritrovati compagni di squadra alla Brabham ho scoperto che era proprio una bella persona e abbiamo iniziato ad essere amici collaborando fattivamente nel tentativo di far crescere la BT50”.

 

Era il 1986 e la “sogliola”, come era stata soprannominata la Brabham di quell’anno per il suo profilo molto basso, aveva grandi problemi di affidabilità per cui il team di Bernie Ecclestone aveva programmato una sessione di test al Paul Ricard subito dopo il GP di Monaco.

 

riccardo patrese riccardo patrese

“E’ strano come le nostre vite sia segnate dal destino – ha spiegato Riccardo – perché dopo la gara nel Principato Elio era venuto a chiedermi se avesse potuto guidare lui al Castellet dal momento che non si sentiva ancora la BT50 anche se il test era destinato a me. Io gli dissi che non avevo alcun problema, se alla squadra il cambio di pilota sarebbe stato bene”.

 

Patrese, allora, rallenta il racconto: “Lo capite che sulla macchina in cui è morto Elio ci dovevo essere io? La scomparsa di De Angelis mi aveva colpito nel profondo, perché per la prima volta mi ero reso conto dei rischi che correvamo. Noi piloti, essendo dei fatalisti, pensavamo che non sarebbe mai toccato a noi e questo ci rendeva capaci dei sorpassi più incredibili. E, invece, dopo la morte di Elio non sentivo alcuna voglia di tornare in macchina, come se si fosse rotto qualcosa dentro di me”.

 

riccardo patrese riccardo patrese

Riccardo non aveva alcuna intenzione di andare a Spa per il GP successivo: “E’ stato Bernie Ecclestone a convincermi dicendo che eravamo sulla stessa barca e non potevamo fermarci. Anzi, era proprio in onore e ricordo di chi non c’era più che bisognava andare avanti facendo il proprio meglio. I primi giri in Belgio furono durissimi, ma poi tornò la tempra del pilota e le nubi che avevo nella testa si diradarono un po’ alla volta. Credo che con la scomparsa di Elio io abbia vissuto il mio momento più basso di pilota di Formula 1. Quello è stata una fase particolarmente difficile da superare, che testimonia anche quale fosse il legame che si era creato con De Angelis”.

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L’episodio non è affatto inedito, ma riviverlo dalle parole del campione padovano ha riportato tutti quelli che erano nella Sala briefing di Imola al triste 1986. E non sono servite altre parole per ricordare degnamente il pilota romano…

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