canova thorvaldsen

CANOVA VS THORVALDSEN: LA SFIDA TRA I DUE MATTATORI DELLA SCULTURA NEOCLASSICA ALLE GALLERIE D'ITALIA DI MILANO – LA CONTESA INIZIATA NEL 1801, QUANDO CANOVA ESPOSE NEL SUO STUDIO IL MARMO DEL PERSEO TRIONFANTE - IL GIOVANE THORVALDSEN, OSCURO BORSISTA DELL'ACCADEMIA DI COPENAGHEN, PUNGOLATO DALL’OPERA GLI CONTRAPPOSE UN BALDANZOSO E VIRILISSIMO GIASONE - DA ALLORA AFFRONTÒ, UNO DOPO L'ALTRO, TUTTI I GENERI FREQUENTATI DA CANOVA - VIDEO

Antonio Pinelli per “la Repubblica”

 

canova thorvaldsen

Nella grande bouffe canoviana imbandita dal recente calendario espositivo, questa mostra plutarchiana che mette in scena alle Gallerie d' Italia a Milano le vite parallele e il dialogante antagonismo tra i due mattatori della scultura neoclassica, Antonio Canova (1757-1822) e il danese Bertel Thorvaldsen (1770-1844), è senz' altro uno dei bocconi più prelibati.

 

canova thorvaldsen

Sia perché questo tema è inedito sul piano espositivo, sia perché - grazie all' ingente impegno economico richiesto dallo spostamento di grandi sculture e al determinante apporto dell' Ermitage di San Pietroburgo, del Thorvaldsen Museum di Copenaghen e della gipsoteca canoviana di Possagno - i due curatori, Stefano Grandesso e Fernando Mazzocca, hanno potuto apprestare un eccezionale percorso espositivo, che permette di seguire, passo dopo passo, il serrato confronto tra i marmorei capolavori dei due artisti, mettendone a nudo la matrice dialettica e di reciproca sfida, ma anche di registrarne il riverbero nella scultura e nella pittura contemporanee.

CANOVA

 

Il caso Canova/Thorvaldsen appartiene alla categoria delle rivalità artistiche alimentate dalla critica contemporanea, che non mancò di schierarsi a favore dell' uno o dell' altro, o quanto meno a ricavare il giudizio sull' uno dal confronto con quello sull' altro. Un tale clima, naturalmente, non mancò d' influenzare i diretti interessati, che reagirono in modo diverso, in ragione del proprio temperamento e della differente età e condizione. Ma andiamo per ordine. Quando Thorvaldsen giunge nel 1797 a Roma, capitale delle arti e meta ineludibile del pellegrinaggio laico di un Grand Tour in cui divampa la febbre dell' Anticomania, Canova, che vi si era stabilito da tempo, era già aureolato dalla fama.

 

 

CANOVA LE TRE GRAZIE

Nel 1783 Quatremère de Quincy, esaltando il suo Teseo sul Minotauro, lo aveva incoronato come quel "continuatore dell' Antico" di cui Winckelmann aveva profetizzato l' avvento. Nel 1787, lo straordinario monumento funebre di Clemente XIV in SS. Apostoli ne aveva proclamato urbi et orbi la rivoluzionaria capacità di far rivivere, per dirla con il filosofo Rosario Assunto, l'"antichità come futuro", consacrandolo caposcuola della nuova scultura. Così come David, con il Giuramento degli Orazi (1784), lo era divenuto della nuova pittura.

 

Canova, che era d' indole generosa, poté pertanto mostrare una benevolenza verso il giovane nordico, al quale, invece, essendo agli esordi, toccò il ruolo di sfidante.

CANOVA 5

Tutto era cominciato nel 1801, quando Canova, ligio al precetto di Winckelmann che occorre imitare i capolavori greci per divenire inimitabili, ma che imitare significa analizzarli criticamente, espose nel suo studio il marmo del Perseo trionfante accanto a un gesso dell' Apollo del Belvedere . Invitando implicitamente a un confronto sul filo, non dell' identità, come avviene per una copia, ma dell' analogia, com' è giusto che sia davanti a un' interpretazione critica incarnata da una "ripetizione differente". Pio VI, com' è noto, si affrettò ad acquistare il Perseo e a farlo installare nel Cortile del Belvedere sul vuoto piedistallo dell' Apollo , che era emigrato al Louvre, con gli altri 100 capolavori vaticani ceduti in base alle sciagurate clausole del Trattato di Tolentino.

 

Ma, benché altissimo, il coro delle lodi al Perseo non era stato unanime, perché un manipolo di critici di area tedesca, o comunque nordica, il cui portavoce era Karl Ludwig Fernow, sostenne che l' indebita attrazione del modello aveva indotto nelle slanciate movenze del Perseo una morbida e giovanile agilità, inadatta alla virile attitudine di un "mortale guerriero". Dietro l' accusa di Fernow c' era, da una parte, un' intuizione critica non banale, e cioè che il genio canoviano è insuperabile nel genere "gentile e amoroso", mentre quando affronta quello "eroico" (considerato allora il più nobile in assoluto) trapela «il disagio di chi vuole ottenere a forza, tramite l' arte, ciò che la natura gli ha negato», dall' altra l' ambizione di contrapporre all' incontrastata fama del novello Fidia mediterraneo, il promettente talento del giovane Thorvaldsen, ancora oscuro borsista dell' Accademia di Copenaghen.

 

THORVALDSEN

Questi, infatti, pungolato dal Perseo, gli contrappose un baldanzoso e virilissimo Giasone, il cui compimento fu finanziato dalla poetessa Friederike Brun. Di qui il coro compatto di osanna dell' intera colonia dano-tedesca a Roma, in cui spiccavano l' archeologo Zoega, il barone von Humboldt e i fratelli Schlegel, che aveva trovato il suo nuovo Fidia venuto dai mari del Nord.

perseo trionfante canova

 

Da allora Thorvaldsen affrontò, uno dopo l' altro, tutti i generi artistici frequentati da Canova, opponendogli una sua versione più casta e sobria, rigorosamente frontale e ligia al canone policleteo, ma anche più in linea con il freddo accademismo delle copie romane di quegli originali greci che né Winckelmann né Quatremère avevano mai visto.

 

THORVALDSEN 1

Ma che a Canova erano ben presenti fin dalla sua formazione veneziana, quando ne aveva ammirato alcuni nella collezione Farsetti e se n' era nutrito al punto che quando, ormai anziano, poté vedere a Londra i marmi di Fidia, acquistati da Lord Elgin ad Atene, scrisse a Quatremère, rivendicando di aver sempre covato nel cuore la convinzione che il Bello ideale dei sommi maestri greci non era incompatibile con una lavorazione capace di rendere il marmo «viva carne».

 

Nella scultura di Canova, l' Antico si proietta nel futuro, ma portando con sé la conquista dello spazio di Giambologna e il colore di Tiziano, per cui ogni figura, come scriveva Dolce, «è viva, si muove, e le carni tremano». Anche Thorvaldsen produce alcuni capolavori, quali lo stesso Giasone, il sentimentale Adone e le Grazie.

 

THORVALDSEN DANZATRICE

Compete alla pari con i colossi del Canova, trasferendo in modo genialmente innovativo nell' iconografia del Gesù e degli Apostoli della Chiesa di Nostra Signora a Copenaghen quella tipizzazione dei caratteri che gli antichi avevano coniato per ogni divinità o eroe mitologico. Ma eccelle soprattutto nel bassorilievo, in cui rifulge la casta essenzialità del suo ritmico e bidimensionale rilievo, isolato rispetto al fondo astratto da un leggero sottosquadro.

 

THORVALDSEN LE TRE GRAZIE CON CUPIDO

Come intuì Francis Haskell, egli fu il primo ad avviare la gara e l' ultimo a chiuderla quando, morto Canova e universalmente considerato suo erede, tornò in patria, trionfalmente accompagnato dal lungo corteo delle sue sculture, e si fece erigere un Museo-Mausoleo, a imitazione di quello che si era fatto innalzare Canova nella natìa Possagno davanti alla sua casa- museo.

canova thorvaldsenpaolina borghese bonaparte opera di antonio canovacanovacanovaamore e psiche di canovaCANOVA 1CANOVA 2CANOVA 2canova thorvaldsen

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...