art influencer

INTERNET NON E’ ADATTO PER L'ARTE - LUCA BEATRICE: “L'ART INFLUENCER, INFLUENZA DAVVERO POCHISSIMO. E IL MONDO DELLE GALLERIE E DEI COLLEZIONISTI NON SE NE LASCIA CONDIZIONARE. IL WEB DÀ POPOLARITÀ MA NON AUTOREVOLEZZA. LO DIMOSTRA IL FATTO CHE NESSUN CRITICO D'ARTE O CURATORE È NATO SUL WEB. IL CASO BANKSY DIMOSTRA L'EVIDENTE SCOLLAMENTO TRA CELEBRITÀ E IMPORTANZA

art influencer

Luca Beatrice per “il Giornale”

 

Il mondo dell' arte è ancora troppo elitario e difficilmente cambierà un' abitudine consolidata da secoli. Certo, a chiunque «faccia mostre» interessa un ipotetico allargamento del pubblico: bisogna però distinguere le inaugurazioni affollate di affezionati dello struscio e del cocktail (oggi è difficile offrano da bere a mille persone in una sera) da quei pochi, sempre loro, disposti a mettere mano al portafoglio.

 

il murale di banksy sulla porta del bataclan

Galleristi, mercanti, artisti non inseguono le masse ma un piccolo gruppo di collezionisti scelti che si muovono non certo perché hanno visto una foto su Instagram, anche se a postarla è stato quel Gerry Bonetti, avvocato milanese di successo (85mila follower) che compra arte nuova dal taglio minimalista.

 

Niente selfie per lui, a differenza di Edoardo Monti (37mila) per cui un' opera esiste in funzione della sua stessa immagine. Francamente insopportabili quelli che si fotografano davanti a un Anish Kapoor credendosi dei superfighi.

 

È vero che ormai si comprano auto e moto su internet ma l' arte fa storia a sé.

Glenn Lowry

Un' opera la vuoi vedere, rivedere, ti devi fidare del venditore e che sia effettivamente valida. Alcuni anni fa venne tentato l' esperimento di una fiera virtuale coinvolgendo alcune gallerie molto importanti. Risultato, un flop. Di accessi e di vendite. Facile da spiegare: aldilà della piacevolezza del rapporto personale, il web dà popolarità ma non autorevolezza. 

 

art influencer

Lo dimostra il fatto che nessun critico d' arte o curatore è nato sul web, in un mondo dove per fortuna fanno ancora testo i saggi pubblicati su libri, cataloghi, riviste, giornali. Il caso Banksy dimostra l' evidente scollamento tra celebrità e importanza. Il misterioso artista di Bristol lo conoscono tutti, i media vanno in sollucchero per qualsiasi menata tiri fuori, eppure nelle collezioni e nei musei importanti Banksy non ci sarà mai perché se sei popolare e snob o ti chiami Andy Warhol o è meglio che lasci perdere.

Glenn Lowry

 

Proprio per combattere il consolidato elitarismo si sta diffondendo la nuova figura dell' art influencer il cui scopo però non è al momento così chiaro. Accetto volentieri il consiglio di visitare una mostra da una storia su Instagram o da un post su Facebook, ma queste cose le so già, visto che i solerti uffici stampa mi informano di ciò che accade e che mi pregano di recensire la mostra qui, su il Giornale e se dico «al limite scrivo qualcosa in rete» storcono il naso.

 

Un art influencer che si porta in dote migliaia di follower potrà essere interessante per una forma di pubblicità indiretta, la camicia, le scarpe, gli occhiali, il libro che sta leggendo, il ristorante o il bar che gli funziona da sfondo, ma finché non troverò sul web qualcuno in grado di inventare l' Arte Povera o la Transavanguardia e di ottenerne risultati sul mercato continuerò a pensare che questo strumento non sia adatto per l' arte, neppure al semplice livello comunicativo.

Maria Vittoria_Baravelli

 

Eppure sulla fenomenologia dell' art influencer - in tanti vorrebbero essere più Chiara Ferragni che Glenn Lowry, soprattutto quelli che non hanno idea di quanto potere abbia il direttore del MoMA di New York - si discute come di un' assoluta novità. Ciò che va di moda tocca conoscerlo e allora prendiamo anche noi confidenza con queste nuove figure professionali, a cominciare da Maria Vittoria Baravelli (21mila follower su Instagram) che ama definirsi Art Sharer e condividere con altri la sua passione. Porta spesso gli occhiali scuri, veste come una modella, mastica la erre e dice cose molto semplici raccontandoci che un giorno è a Venezia un altro a Milano un altro ancora a Londra. 

GIOPP

 

The Girl in the Gallery (16mila follower) è lo pseudonimo di Cristina Glopp, anche lei proiettata ad avvicinare il nuovo pubblico di giovani a un mondo per molti troppo difficile. È una storica dell' arte, avrà studiato, allora potrebbe capire che l' arte come tutti i linguaggi specialistici ha bisogno di approfondimento, non del parere «mi piace, non mi piace» di chicchessia. Vabbè che ormai sui social ti spiegano anche il codice civile o la cardiochirurgia.

 

Maria Vittoria_Baravelli

C' è poi chi sostiene che l' arte come te la rivela lui, nessuno mai ancora. Sul sito di Andrea Concas scopri segreti che neanche un Vasari 3.0 e basta leggere il suo profilo per imbatterci in esperienze di cui ignoravo l' esistenza: fondatore di startup quali Art Backers e Art Rights, piattaforma per la gestione e certificazione delle opere con tecnologia Blockchain, intelligenza artificiale e di ArtCollateral, primo escrow agent per l' Art Lending. Tradotto in parole povere, Concas spiega che esistono tante nuove professioni, come vendere quadri on line, invita personalità a chiacchierare, parente più della tv all' Alberto Angela che dei giovani influencer.

 

Già, ma dove sta il business in tutto questo? Probabilmente nei banner che si aprono a raffica, promettendo di insegnare (a pagamento) al giovane artista (anzi, candidato all' artisticità come avrebbe scritto Roberto Longhi) a preparare un cv, un book, a chi rivolgersi, a diventare famoso. Tutto ciò a cui aspirare alla fine è sempre e solo la celebrità.

Andrea Concas

 

Nel dubbio, riprendo in mano gli strumenti tradizionali del sapere, i saggi e i cataloghi, consolandomi con la diatriba tra Clement Greenberg e Harold Rosenberg a proposito dell' Espressionismo Astratto americano immaginando, per vendetta, di interrogare uno a uno questi simpatici art influencer chiedendo loro date e luoghi di nascita di Rothko, Pollock & co.

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”