jerry saltz

“I MUSEI DOVREBBERO ESPORRE SOLO DONNE E ARTISTI NERI PER QUATTRO ANNI” – IL TERRIBILE CRITICO D'ARTE JERRY SALTZ SI RACCONTA A BONAMI: “LA MAGGIOR PARTE DI QUELLO CHE SI VUOLE CHIAMARE ARTE È PESSIMA. COMPRESO CIÒ CHE ARRIVA NELLE TANTE BIENNALI SPARSE IN GIRO PER IL MONDO. PERCHÉ QUESTE SONO FATTE DI OPERE CHE PARLANO PER LO PIÙ AL CLUB ESCLUSIVO DEGLI ADDETTI AI LAVORI. QUANDO VEDO BANALI FOTO IN BIANCO E NERO DI NUVOLE E MI DICONO CHE PARLANO DELLA VIOLENZA RAZZIALE NEGLI STATI UNITI, PERDO LA TESTA”

Francesco Bonami per “la Repubblica”

 

jerry saltz 7

L' americano Jerry Saltz, premio Pulitzer, è il più temuto di tutti Le sue recensioni di mostre, anche sui social, influenzano gusti del pubblico e carriere. E ora provoca: "Per quattro anni esponiamo solo donne e neri" Fisicamente e per il suo atteggiamento autodenigratorio, Jerry Saltz sembra il Woody Allen dell' arte.

 

Sposato con Roberta Smith, potente critica del New York Times, ha dedicato la vita all' arte e all' arte della critica. Saltz, 68 anni, ha sempre guardato il mondo dell' arte da quell' osservatorio eccezionale, anche se a volte un po' claustrofobico, che è New York.

 

Prima critico del Village Voice, oggi è diventato una delle voci più forti e significative del New York Magazine, dove è Senior Art Critic, e con il quale ha vinto lo scorso anno il premio Pulitzer per la critica d' arte, grazie a un articolo apparso nell' aprile del 2017, intitolato My life as a failed artist. Per schiarirsi la mente si ritira in Connecticut dove lo abbiamo trovato per questa conversazione sull' arte, sul suo mestiere e sui social media, grazie ai quali è diventato un accanito influencer.

jerry saltz 6

 

Mister Saltz, lei si considera un attivista, un guru o semplicemente un critico d' arte?

«Non sono mai andato a scuola, non ho diplomi, ho iniziato a scrivere quando avevo già quarant' anni. Sono stato un artista fallito quando avevo vent' anni e poi un autista di camion fino ai quaranta. Sono un lettore molto attento e non capisco il 90 per cento di quello che sta scritto sulle riviste d' arte specializzate. In realtà sono un critico folk».

Però ha vinto il Pulitzer.

 

Quante volte è stato finalista?

«Due volte. Lo scorso anno ero seduto esattamente dove sono seduto adesso, alla scrivania vicino a quella di mia moglie Roberta. Vidi un' email di David Wallace-Wells, il mio caporedattore al New York Magazine, che diceva: "Pulitzer!". Pensai lo avesse vinto lui, invece lo avevo vinto io!».

 

jerry saltz 4

È interessante il fatto che lei non ha vinto il Pulitzer per un articolo di critica, ma per uno che racconta la storia della sua vita.

«Non ho mai creduto che la critica d' arte dovesse stare sempre sullo stesso binario. Oggi è arrivato il momento di ridefinire che cosa vuol dire critica d' arte. Non bisogna essere noiosi e ripetitivi. I lettori sono sempre di più e questo perché abbiamo lavorato con coerenza, capendo che chi ci leggeva cambiava».

 

Questo cambiamento della critica di cui parla è una conseguenza dell' impatto che i social network hanno avuto nel rapporto con i lettori?

«I social media hanno aiutato la critica a diventare più rilevante di quanto lo sia mai stata. Prima c' era gente come quel prepotente di Clement Greenberg, teorico dell' espressionismo astratto, o la rivista October che dicevano cosa ci doveva piacere e cosa no.

 

I social media ora consentono non solo di autopubblicare quello che vogliamo, ma hanno anche cambiato la struttura vera e propria della critica. Prima era qualcosa di calato dall' alto, adesso è diventata un dialogo. È un cambiamento impressionante.

jerry saltz 1

 

Rende il critico tanto vulnerabile quanto l' arte che critica. La nostra autorità non è più su un asse verticale, ma orizzontale. Questo ha cambiato la mia vita».

 

Lei è una celebrità su diversi media: parola scritta, conferenze pubbliche, social. È tutto collegato oppure i diversi media viaggiano su binari paralleli?

«Fa tutto parte della stessa matassa. Qualsiasi cosa sia necessaria per ampliare la conversazione sull' arte è positiva. È un tentativo, per quanto fallimentare, di non parlare sempre dei soliti 155 artisti principalmente maschi bianchi, che fanno parte del mercato e dei quali la stampa sembra non essere in grado di fare a meno».

 

jerry saltz 2

Tra i social media, quale funziona meglio per l' arte?

«Facebook è principalmente per gente della mia età. Twitter è forte, ma il numero di caratteri limitato per me risulta castrante perché sono un po' prolisso. Instagram è il migliore per la critica d' arte perché è un linguaggio principalmente fatto di immagini. Fra tutte e tre queste piattaforme, ho circa un milione di follower. Io scrivo per il lettore e il mio principale obiettivo è riuscire a far leggere quello che scrivo dall' inizio alla fine. Se non accade, è soltanto colpa mia».

 

jerry saltz 3

In che cosa crede di più: la politica o l' arte?

«Credo che tutta l' arte sia piena di quello che succede nella politica perché è fatta da gente che vive in questo momento politico. C' è chi pretende che l' arte parli di qualcosa di superiore, come la bellezza in una sua dimensione autonoma e pura. Quello che rende l' arte politica non ha niente a che fare con il suo soggetto. Gli artisti che sono stati rivoluzionari sono quelli che hanno cambiato il nostro modo di vedere il mondo e il modo in cui il mondo è.

 

andy warhol by richard avedon

 

 

 

 

 

Prendiamo Warhol, al quale personalmente forse importava molto poco delle rivolte razziali degli anni Sessanta, ma le ha notate e le ha dipinte. Notare qualcosa e poi metterlo nella propria arte, a prescindere dal nostro coinvolgimento con il soggetto, è di per sé un gesto politico. Purtroppo la maggior parte di quello che si vuole chiamare arte è pessima.

 

andy warhol allo studio 54 nel 1981

Compreso ciò che arriva nelle tante Biennali sparse in giro per il mondo. Perché queste sono fatte di opere che parlano per lo più al club esclusivo degli addetti ai lavori del mondo dell' arte. Questo tipo di arte a me non interessa. Quando vedo banali foto in bianco e nero di nuvole e mi dicono che parlano della violenza razziale negli Stati Uniti, perdo la testa».

 

New York è ancora l' epicentro del mondo dell' arte?

jerry saltz 10

«Sono innamorato di New York: è ancora un posto molto denso, dove artisti e galleristi possono comunicare fra di loro. Tuttavia l' 85 per cento delle mostre qui sono cattive. Ma anche l' 85 per cento dell' arte realizzata nel Rinascimento era cattiva. Quando camminiamo in un museo, ignoriamo l' 85 per cento delle opere che ci sono. Il mercato ha sempre toccato una percentuale molto bassa del mondo dell' arte.

 

Gli artisti che vivono qui devono accettare che è molto probabile che non si arricchiranno mai. Ma quello che funziona ancora a New York è il senso di comunità».

 

jerry saltz 5

Il mondo dell' arte è ostaggio del politicamente corretto?

«Il mondo dell' arte cambia come è giusto che cambi. Credo sia arrivato il momento che artiste donne e artisti neri possano avere una carriera, anche se dovessero essere mediocri come lo sono stati gli artisti bianchi e maschi che in passato hanno avuto comunque la possibilità di esprimersi.

 

jerry saltz 8

Per i prossimi quattro anni, i musei dovrebbero esporre solo donne e artisti neri. In ogni caso, a me interessano gli artisti vivi che lavorano ora. Troppi curatori stanno usando il facile trucchetto di scoprire e mostrare artisti morti di seconda categoria che vengono da qualche lontano Paese. Per questo mi piace l' idea di Ralph Rugoff di presentare alla prossima Biennale di Venezia, curata da lui, soltanto artisti viventi.

 

BUSH, PITTORE CANE

Avere fiducia nel presente è importante. In confronto ai problemi del clima, il politicamente corretto è robetta. Per questo tutta l' arte fatta oggi è importante. Potrebbe essere l' ultima che riusciremo a vedere davvero».

 

C' è una recensione anche positiva che si pente di avere scritto?

«Mi sono preso un sacco di insulti per aver scritto che mi piacevano i dipinti fatti da George W. Bush di se stesso sotto la doccia o nella vasca da bagno. Ma ancora oggi se li trovassi ad un mercatino delle pulci sarei disposto a comprarli a qualsiasi prezzo».

jerry saltz 9

 

Mi dica tre regole d' oro che dovrebbe seguire il perfetto critico d' arte.

«1) Bisogna essere radicali e scrivere sia di quello che piace che di quello che non piace e non scrivere sempre che tutto è bello.

2) Scrivere per il lettore: non per l' artista o il gallerista. Per la propria credibilità, scrivere solo ed esclusivamente dell' arte.

3) Lavorare, lavorare, lavorare e consegnare sempre l' articolo in tempo».

 

Che cosa significa per lei "potere"?

«Il potere è credibilità. Puoi scrivere per il più importante giornale del mondo, ma se non hai credibilità è inutile. Non ho mai pensato di avere veramente potere. Ho scritto pessime recensioni di mostre di famosissimi artisti e non è successo nulla. Ho scritto ottime recensioni di mostre di emeriti sconosciuti e per loro non è cambiato praticamente niente. Il potere è un' illusione».

jerry saltz 11jerry saltz artesesso nell'artejerry saltzsesso nell'arte

Ultimi Dagoreport

2025mellone

DAGOREPORT - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI. DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, GINO CASTALDO E TANTE RAI-GIRLS) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”?

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO