opera mattioli libro foto operalibro

METTETEVI ALL'OPERA - COSA VI DOVREBBE SPINGERE A TRASCORRERE TRE ORE A TEATRO ASCOLTANDO I GORGHEGGI DI UN SIGNORE IN MARSINA? LEGGETE IL LIBRO DI ALBERTO MATTIOLI E LO CAPIRETE - IL "RIGOLETTO" DI MICHIELETTO E IL SENSAZIONALE "BARBIERE DI SIVIGLIA" DI MARIO MARTONE SONO I DIAMANTI DEL DRAMMATICO 2020 - ALTRO CHE SPETTACOLO ANTIQUATO: "VERDI HA MESSO IN SCENA ORGE, STUPRI, PROSTITUTE, PUTTANIERI, SICARI"...

Giancarlo De Cataldo per "Robinson – la Repubblica"

 

alberto mattioli

Come ci tiene a precisare con ironica puntigliosità, Alberto Mattioli, critico della Stampa, biografo di Pavarotti, penna funambolica e affilatissima, ha visto 1.791 opere in 118 teatri e non ha nessuna intenzione (virus e clausure permettendo) di fermarsi. Più che altro non può fermarsi: per la semplice ragione che, come recita il titolo del suo ultimo libro, è Pazzo per l'opera. Se pensate che l'opera lirica sia il dono più grande che gli italiani abbiano mai fatto al mondo, nonché la prova inoppugnabile della necessità che il genere umano, nonostante le nefandezze di cui si rende periodicamente responsabile, meriti di sopravvivere (prova da opporre tanto ad alieni devastatori che a divinità giustamente indignate), questo libro fa per voi.

 

il libro di mattioli

Vi ci ritroverete, anche se non condividete sino in fondo l'estremismo mordace al quale l'autore indulge volentieri: fortunata indulgenza, in questi tempi di giudizi superficiali e corrivi, di immotivate asserzioni, di pugni sul tavolo scambiati per massime di Montaigne. Certo, se siete fra coloro che non riescono a comprendere come sia possibile che un signore panciuto in marsina, benché ferito a morte da un colpo di stiletto, continui a gorgheggiare per svariati minuti il suo amore perduto, o che una dama dalle forme generose agonizzi in preda al "mal sottile", penserete forse che per amare Puccini o Wagner si debba proprio essere "pazzi". Ma fate un tentativo.

 

spettacolo teatrale

Questo libro denso di passione, ma anche di un'ironia che a volte strappa proprio la risata, potrebbe persino farvi cambiare idea, addirittura convertirvi sulla via di Damasco. E poi, attenzione: anche chi ama sentirsi alla moda dovrebbe smetterla di sottovalutare l'opera. Se ne parla da qualche tempo diffusamente, e non solo fra gli addetti ai lavori. Il lockdown ha scatenato la creatività di registi e interpreti. Fra i diamanti della cultura di questo drammatico 2020 resteranno nella storia due opere meravigliosamente dirette da Daniele Gatti: il Rigoletto estivo al Circo Massimo di Damiano Michieletto e il sensazionale Barbiere di Siviglia di Mario Martone, ambientato in un teatro Costanzi di Roma deserto di pubblico e incartocciato da fili che nel gran finale vengono stracciati, in un'apoteosi di ribaldo, liberatorio ritorno alla vita.

 

rigoletto di verdi

Sull'opera gravano pregiudizi che Mattioli si incarica di confutare. Ci spiega, ad esempio, che non è l'opera ad essere antiquata. Il problema sono semmai certi melomani lodatori del tempo andato, quelli che "non c' è più il teatro di una volta" - quale volta? persino il giovane Zeffirelli era considerato sovversivo - e del "povero Verdi" - che ai suoi tempi fu costantemente bersagliato da censori e moralisti. I conservatori - lui li chiama " le care salme" - che rimpiangono una, a loro dire tramontata, eleganza, ma: «quando fai timidamente notare che, poniamo, nel Rigoletto Verdi ha messo in scena orge, stupri, prostitute, duchi puttanieri, sicari, ratti di fanciulle e simili, quindi l'eleganza non pare proprio il primo requisito richiesto, ti guardano basiti e anche un po' arrabbiati». L'opera è intensità, complessità, divertimento, commozione.

 

il barbiere di siviglia

Nonché un'eccellente terapia contro l'anestesia emotiva a cui l'eccesso di emozioni artificiali ci sta condannando. Mattioli assiste a una Passione secondo san Matteo di Bach e si scopre a pensare che quella finzione è più vera del vero: «Il problema non è cosa ci viene raccontato, perché fra quello che fanno al Cristo di Bach o ai poveri cristi che vediamo in tivù non c'è poi molta differenza. La differenza è come ci viene raccontato, la possibilità di fermarsi, pensare, metabolizzare. Paradossalmente, in questo caso la fiction teatrale diventa molto più reale della realtà vera. Arrivano tre ore di musica sublime e si ripete la catarsi. La pietà e la paura della tragedia ci purificano. Improvvisamente torniamo a vedere le cose nella giusta prospettiva per esempio, quanto è scandaloso, intollerabile e in definitiva osceno che un uomo venga ucciso» . Siamo sicuri che sia pazzia, e non saggezza? In ogni caso, lasciatevi guidare verso l'opera. Potreste contagiarvi con un morbo delizioso.

pinocchio teatro opera romabilly budd teatro opera romamacbeth emma dante teatro massimo il direttore d'orchestra con gli attori 0UN BALLO IN MASCHERA TEATRO OPERA ROMA 4l ingresso del teatro dell operaorchestra del teatro dell opera di romateatro dell opera di roma vienna opera ball teatro gremitooperateatro dell opera di roma protesta al nabucco del 2011

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)