the blue boy

"THE BLUE BOY" IS BACK – RIELLO: DOPO 1 SECOLO DI PERMANENZA NEGLI USA TORNA ALLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA FINO AL 15 MAGGIO IL FAMOSO DIPINTO DI GAINSBOROUGH, "THE BLUE BOY" - L'OPERA E' ENTRATA NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO: MARLENE DIETRICH APPARVE IN UNA CELEBRE FOTOGRAFIA CON UNA MISE MOLTO SIMILE A QUELLA DEL RAGAZZO IN BLU. C'È UNA SCENA DEL FILM "DJANGO UNCHAINED" DI TARANTINO DOVE JAMIE FOXX INDOSSA UN ABITINO BLU ISPIRATO ALL'OPERA. NEGLI ULTIMI ANNI BLUE BOY È DIVENTATO UN SIMBOLO DELLE CORRENTI LGBT+… - VIDEO

 

Antonio Riello per Dagospia

 

BLUE BOY 01

Accade che alcuni eventi storici siano segnati da un'iconica opera d'Arte. E non è sempre necessario che si tratti di qualcosa prodotta dall'artista per l'occasione, come nel caso di "Guernica" di Picasso. A volte l'associazione è accidentale.

 

Alla fine della Prima Guerra Mondiale era chiaro che i dominatori del mondo non erano più i vecchi imperi ma piuttosto due super potenze, quella Americana e quella Russo-Sovietica. Solo l'estesissimo Impero Britannico, emerso vittorioso dal conflitto, sembrava in buona salute e la sua predominanza globale in fatto di finanza e affari una questione decisamente indiscutibile.

 

Nel 1922 un fatto però fece capire che anche per questo impero, dietro l'angolo, iniziava a farsi avanti un futuro sicuramente meno prospero. Era maturato un piccolo, ma livido ed infausto, segno di cambiamento geopolitico per le glorie di Albione: i tanti-soldi evidentemente cominciavano ad averli anche gli altri (e, nel caso degli americani, forse anche di più).

 

Dietrich as Blue Boy

Un celebre dipinto di Thomas Gainsborough (1727-1788) lasciava il suolo inglese per raggiungere la sua nuova destinazione: gli Stati Unti d'America. Gli Inglesi dopo aver razziato e comperato opere d'Arte in tutto il mondo si trovavano nella nuova e scomoda posizione di doversi privare dell'opera di un loro artista. Infatti un ricchissimo uomo d'affari americano, Henry E. Huntington la stava portando in California dopo averla comperato dalla National Gallery di Londra per una cifra piuttosto importante, in termini attuali un po' più di 11,3 milioni di dollari. Si trattava di un'opera nota normalmente come "The Blue Boy" (l'autore originariamente l'aveva denominato semplicemente "Portrait of a Young Gentleman") dipinto molto probabilmente nel 1770.

 

La tela (misura 178 cm per 112 cm) è una meraviglia di virtuosismo pittorico perchè la resa assolutamente eccezionale del vestito di raso blu non deve essere stata un'impresa facile perfino per un'artista straordinario come Gainsborough.

 

Django Foxx as Blue Boy

E', in questo caso, un colore dalle vibrazioni quasi elettriche. Il volto disinvolto del personaggio in posa irradia una baldanzosa e portentosa self-confidence: un ragazzino ben educato ma irriverente. Parte degli storici ritengono il ragazzo ritratto sia un certo Jonathan Buttall, il figlio di un amico di famiglia del pittore.

 

Altri parteggiano per il nipote, Gainsborough Dupont (ipotesi che attualmente trova più credito tra gli specialisti). La sua vera identità rimane in ogni caso un mistero irrisolto, il che aggiunge ancora più fascino alla faccenda.

 

L'opera è entrata con la forza di una leggenda nell'immaginario collettivo anglosassone. Una presenza persistente e potente. Cole Porter proprio nel 1922 scrive Blue Boy Blues (il termine "blue" in lingua inglese non significa solo il colore blu, ma anche tristezza e depressione). Marlene Dietrich apparve in una celebre fotografia con una mise molto simile a quella del ragazzo in blu.

 

Sherley Temple interpretò il ruolo del Blue Boy in un film molto popolare del 1935 dedicato proprio a Gainsborough. Perfino Stanlio e Ollio usarono questa immagine in una delle loro comiche.

Gainsborough self portrait

 

C'è una scena del film "Django Unchained" di Tarantino dove Jamie Foxx indossa un abitino blu direttamente ispirato all'opera. Robert Rauschenberg in una sua autobiografia narra della decisione, da adolescente, di diventare artista immediatamente dopo aver visto questo ritratto. Negli ultimi anni Blue Boy è diventato soprattutto un simbolo (scanzonato e sorridente) del movimento di liberazione gay e in generale delle correnti LGBT+. Lo storico dell'Arte Dan Vo ha scritto un saggio sull'importanza di questo piccolo-grande mito artistico delle comunità queer.

 

Il quadro è appena ritornato alla National Gallery in prestito. Purtroppo, solo fino al 15 Maggio (vale la pena di approfittare di questa possibiltà). E' esposto in buona compagnia assieme ad un dipinto di Anton Van Dyck, "Lord John Stuart and his Brother Lord Bernard Stuart" (1638) che si suppone sia stato il punto di riferimento di Gainsborough. L'Americano Kehinde Waley, a modo suo, ha fatto un ri-lettura contemporanea del soggetto.

Gainsborough Ms and Mr Andrews

Sir Charles Holmes, il direttore della NG quando Blue Boy salpò per gli USA, chiese commosso, in presenza di una folla di astanti addolorati, il permesso di scrivere sul retro della tela un affettuoso "Au revoir". Gli fu cortesemente accordato dalla nuova proprietà. Non poteva saperlo, ma c'aveva visto giusto.

 

THE BLUE BOY

The National Gallery (room 46)

Trafalgar Square, Londra WC2N 5DN

Fino al 15 Maggio 2022

VAN DYCK 01ANTONIO RIELLORiello

 

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