vera - leoni

ROMA "VERA" A MISURA D'ARTE - UNA MOSTRA E UN LIBRO A CURA DI DAMIANA LEONI SCODELLANO UNA MAPPA DEI LUOGHI RIVITALIZZATI DAGLI ARTISTI DI ULTIMA GENERAZIONE NELLE PERIFERIE DELLA CAPITALE: OFFICINE, EX CARTIERE, GARAGE, CAPANNONI INDUSTRIALI DAI NOMI BIZZARRI (SPAZIO MENSA, PAESE FORTUNA, OMBRELLONI, EX POST..) - CON LO STESSO SPIRITO VA IN SCENA "MATERIA NOVA" NELLE SALE DELLA GALLERIA D’ARTE MODERNA...

alessandra mammi foto di bacco

ALESSANDRA MAMMÌ per ilgiornaledellarte.com

 

Sono pittori, scultori, performer, animatori, sperimentatori oppure tutto questo insieme. Hanno occupato officine, ex cartiere, garage, capannoni industriali. Hanno scelto nomi bizzarri come Spazio Mensa, Paese Fortuna, Ombrelloni, Ex Post... e indirizzi nelle periferie della capitale dal Quadraro a Tor Bella Monaca, da Centocelle a Pietralata fino all’aeroporto dell’Urbe ai bordi di quel raccordo che stringe Roma in un anello, dove nasce un’altra città, magnificamente raccontata nel «Sacro Gra» di Gianfranco Rosi, Leone d’Oro al festival di Venezia del 2013.

 

VEDUTA ESTERNA SPAZIOMENSA MATERIA NOVA

In quel tessuto disorganico tra palazzine di cemento anni Sessanta, tonde casette anni Venti, giardinetti, terreni abbandonati e brandelli di mura romane che spuntano all’improvviso, sta crescendo un’altra pagina di storia o cronaca contemporanea dell’arte.

 

Una frammentata comunità ha messo radici già prima della pandemia per poi aumentare esponenzialmente negli ultimi due anni, forse a causa dei prezzi inaccessibili raggiunti dal mercato immobiliare nelle zone centrali e residenziali o forse a causa delle restrizioni che hanno riportato a Roma molti artisti sparsi tra le residenze d’Europa.

 

SEBASTIANO BOTTARO SPAZIOMENSA MATERIA NOVA

O forse ancora, per un desiderio di ritrovarsi insieme in un momento difficile, sebbene tutti concordino nel dire che non nascono come collettivi, ma rappresentano qualcos’altro: chiamateli spazi progetti, chiamateli coworking magari con il nome di un libro Vera (appena uscito per le edizioni Quodlibet) che per la prima volta ne fa una mappatura e li racconta senza nessuna pretesa di codificarli in un unico fenomeno o movimento.

 

Con lo stesso spirito di documentazione si è aperta il 16 gennaio alla Galleria d’Arte Moderna di Roma la mostra «Materia Nova», un progetto espositivo sperimentale, una sorta di open studio che ha lasciato irrompere nelle sale del museo installazioni, scritti, foto, immagini in movimento, disegni, sculture e un calendario di eventi, performance e lecture. È lo spirito dei tempi che fa nascere insieme, e per pura coincidenza, due progetti paralleli e complementari ma totalmente indipendenti.

VERA - a cui di Damiana Leoni

 

Il libro è un vero figlio della pandemia. Lo ha ideato e curato Damiana Leoni, figura internazionale nella comunicazione e produzione dell’arte, abituata a una vita nomade e globe trotter ma costretta dai ripetuti lockdown a rimanere bloccata nella sua città.

 

Per reagire all’inerzia si è lanciata in una serie di visite negli studi romani e le ha documentate con video,  foto e un progetto su Instagram che ha riscosso inaspettato successo. «Segno, scrive nella prefazione del suo libro, che per tutti noi l’unica risposta possibile all’immobilità non poteva che essere la ricerca di differenti modi di scambio e contatto aldilà delle cornici istituzionali».

 

STUDIO ELEONORA CERRI PECORELLA SPAZIO POST EX MATERIA NOVA

Nasce così questo singolare volume rilegato in cartone giallo che raccoglie ben 350 pagine in cui si alternano immagini di città, ritratti di giovani uomini e donne al lavoro, strumenti, oggetti, caos, ordine, dettagli di opere e tranches de vie.

 

Damiana lavora come un vero e proprio producer coinvolgendo le istituzioni, i collezionisti, aziende legate alla comunità dell’arte (da Agricola Boccea a Paolo Bulgari al ristorante Molto), monta una sorta di reportage a più a mani su otto luoghi e oltre 54 studi affidato a quattro giovani fotografi (Eleonora Cerri Pecorella, Salvatore Nuzzi, Marta Scotti, Mohamed Keita) e alle testimonianze degli artisti raccolte da Emma Rosi (figlia di Gianfranco).

DAMIANA LEONI

 

Ma Vera, che sta per primavera in latino, è anche di più: è un archivio del presente che racconta una generazione, un’istantanea che fissa l’immagine di uno dei periodi più cupi della nostra storia, la prova della resistenza che nasce dal riunirsi in gruppo e della forza terapeutica che può avere per loro l’arte.

 

«Questa sospensione con senso di incertezza verso il futuro penso sia la base dell’urgenza artistica» spiega Guglielmo Maggini di Ex Post nel colloquio con Emma Rosi «Una condizione naturale con la quale un artista si scontrava già prima dell’arrivo di questo virus. D’altronde la storia dell’arte ci ricorda che guerre, pandemie e più in generale le privazioni di libertà sono da intendersi soprattutto come delle accelerazioni dell’arte stessa. Là dove il reale è tanto più insopportabile nuove forme e nuovi colori mi vengono in soccorso».

 

Marco De Rosa di Spazio In Situ

MATERIA NOVA

Ancor più netto è Marco De Rosa di Spazio In Situ: «L’arte per noi è terapeutica e non si tratta di un fatto personale ma di un servizio». Terapeutica però è anche la condivisione che non significa creare «collettivi ma collettività», precisa Giuseppe Armogida di Spazio Mensa, «una collettività che pur agendo come un singolo è composta da tante singolarità differenti. Per noi il ruolo della differenza è essenziale e questo si può vedere dalla composizione del nostro gruppo formato da cinque artisti e due figure teoriche».

 

MATERIA NOVA

Anche le parole cambiano: la figura teorica, che sostituisce il vecchio critico o curatore, è qui equiparata a quella artistica con identica forza creativa e costruttiva, ma non gerarchica. Ed è questo anche lo spirito con cui nasce la mostra. Uno spirito nuovo che ha sorpreso il curatore Massimo Mininni, storico dell’arte dalla lunga militanza dentro e fuori le istituzioni  che dichiara di essere rimasto colpito dal senso di condivisione che ha visto in questi artisti. «Non sono collettivi, restano individualità ben distinte, ma c’è un dialogo ininterrotto fra di loro persino fra gruppi diversi. Non si sovrappongono, non si contrappongono e pur non avendo un’estetica comune dimostrano rispetto e curiosità per la ricerca e le pratiche dei loro colleghi. Costruire questa mostra con loro è stata un’esperienza nuova anche per me».

 

 

Damiana Leoni e Nicola Zingaretti

Lo dimostra il titolo che Mininni ha scelto «Materia Nova: Roma nuove generazioni a confronto» e il confronto è davvero a 180 gradi fra le proposte progettuali di gruppi, come Condotto48 (un ulteriore spazio a Torre Angela non censito dal libro), che ha messo in scena una molteplicità di proposte come metafora dell’idea stessa di museo, e Castro (uno dei pochi che abita nel centro storico, a Trastevere), guidato da un’artista, Gaia Di Lorenzo, ma  indirizzato a costruire residenze internazionali e che propone qui un mosaico di piccole opere in arrivo da ogni parte d’Europa.

 

massimo mininni guido shinclet foto di bacco

E poi c’è il calendario di incontri e scontri, azioni e performance, discussioni e presentazioni. Soprattutto quella dedicata a Vera, il libro a cui la mostra, pur completamente estranea nell’ideazione e produzione, dedica una sala proponendo le tante foto di una Roma sconosciuta ai più. Ma soprattutto all’insegna dello stesso spirito di collaborazione di questi artisti romani di ultima generazione che insegnano come di fronte alla minaccia di un virus si possa rispondere non solo proteggendosi con isolamento e chiusura, ma anche creando nuclei di resistenza attiva, creativa e vitale.

VERA - Studio di Alessandro Giannì Spaziomensa-Foto-Eleonora-Cerri-PecorellaVERA - Studio di Luca Grechi spazio-Paese-Fortuna.-Foto-Eleonora-Cerri-PecorellaVERA - Spaziomensa, Foto Eleonora Cerri Pecorella

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”