richter

SCALA RICHTER – IL GRANDE ARTISTA TEDESCO, GERHARD RICHTER, BUTTA VIA QUATTRO SCHIZZI E L'UOMO CHE LI AVEVA RECUPERATI E’ STATO CONDANNATO A PAGARE UN’AMMENDA DI 3150 € DA UN GIUDICE CHE LO HA RICONOSCIUTO COLPEVOLE DI FURTO: “ANCHE SE NEL CONTENITORE DELLA SPAZZATURA, GLI SCHIZZI ERANO ANCORA DI PROPRIETÀ DELL'ARTISTA. LA SUA VOLONTÀ ERA DI SBARAZZARSENE” - CURIOSITÀ: 3 DEGLI SCHIZZI SONO STATI SEQUESTRATI DALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA. DEL QUARTO...

Paolo Valentino per il “Corriere della sera”

 

richter

Il sommo Michelangelo, poco prima di congedarsi dal mondo, diede alle fiamme la maggior parte dei suoi schizzi. Non voleva che i Medici ne venissero in possesso. Gerhard Richter, che probabilmente è il più grande pittore vivente e per nostra fortuna è ancora in buona salute, è stato un po' meno attento e sistematico. Richter, nato a Dresda nel 1932 e passato all' Ovest nel 1961, due mesi prima della costruzione del Muro, è sempre stato un artista molto esigente in primo luogo con se stesso. Raccontano che nel corso della sua attività artistica abbia distrutto centinaia di sue opere, molte perfino completate ma non ritenute da lui soddisfacenti.

 

Richter aveva fatto così anche con quattro schizzi, messi giù nel 2016 ma non considerati all' altezza e per questo gettati da lui nel contenitore della raccolta differenziata riservato alla carta nel giardino di casa sua a Colonia. Soltanto che poco dopo era passato di là un certo Michael W., il quale accortosi degli schizzi nella spazzatura, aveva pensato bene di raccoglierli e portarseli a casa.

 

richter

Michael W. è stato condannato martedì a pagare un' ammenda di 3150 euro da un giudice di Colonia, che lo ha riconosciuto colpevole di furto. A esporre denuncia era stato lo stesso Gerhard Richter. Il processo della città renana ha avuto un' eco nazionale, sia per la celebrità dell' artista, sia per la complessità delle questioni giuridiche sollevate: è furto prendersi la spazzatura di qualcun altro? A chi appartiene la spazzatura di un artista? Detto altrimenti, l' atto di disfarsi di qualcosa, fosse anche un' opera d' arte, fa cessare la proprietà, materiale o intellettuale?

Ricostruiamo la vicenda.

 

Stando alla versione fornita dall' imputato in aula, egli si accorse che il contenitore era stato rovesciato da una folata di vento, lo aveva rimesso in piedi e raccolto la carta sparsa per il giardino. Una buona azione insomma. Solo allora aveva notato gli schizzi, che aveva preso per sé, all' evidenza considerandoli «res nullius». Cosa ci faceva nel cortile dei Richter Michael W.?

 

Aveva bussato poco prima alla loro casa, almeno così ha raccontato alla giudice, poiché avrebbe voluto vendere alla moglie dell' artista, Sabine Moritz, anche lei pittrice, una cartella di disegni contenente alcuni suoi lavori giovanili. La signora però non era in casa.

richter

Non era comunque la prima volta che il nostro aveva cercato i Richter. In un' altra occasione aveva parlato con Gerhard in persona, uscendo però, parole sue, «irritato» dal breve colloquio.

 

Due anni dopo, siamo nel 2018, gli schizzi vennero offerti dall' imputato a una casa d' aste di Monaco, ai cui responsabili Michael W. raccontò di averli avuti da un artista, il quale a sua volta li aveva avuti in regalo da Richter.

 

La verifica presso la Fondazione Richter di Dresda produsse due risultati: gli schizzi erano autentici, ma Richter non avrebbe mai permesso che lasciassero il suo atelier senza firma né cornice. La storia del regalo è una balla, inventata a uso e consumo della casa d' asta. Il valore resta incerto. Secondo l' accusa siamo intorno ai 60 mila euro: nulla rispetto ai 32 milioni di dollari pagati per un quadro di Richter a un' asta di Sotheby' s nel 2018, ma niente male per Michael W. che è disoccupato.

 

richter

«Ho provato più volte a mettermi in contatto con Richter per chiarire se avesse qualcosa contro il mio comportamento. Non sono un criminale», ha detto sconsolato l' imputato. Richter, che non era in aula, aveva fatto una dichiarazione giurata alla polizia: «Io non voglio che questi schizzi esistano sul mercato dell' arte». Katharina Potthoff, la giudice, gli ha dato ragione: «Anche se nel contenitore della spazzatura, gli schizzi erano ancora di proprietà dell' artista. La sua volontà era di sbarazzarsene». Curiosità: tre degli schizzi sono stati sequestrati dall' autorità giudiziaria. Del quarto non si hanno notizie.

RICHTERRICHTER ABSTRAKTES BILDgerhard richter ema

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”