Estratto dell'articolo di Elena Meli per il “Corriere della Sera – Salute”
[…] è un dato di fatto che negli ultimi decenni oltre ad aver guadagnato tempo, passando da un’aspettativa di vita media di circa 60 anni dell’inizio del ‘900 agli 83 di oggi, spesso arriviamo anche più in forma alla terza e quarta età: guardare per credere le fotografie di un sessantenne di inizio secolo e uno di oggi, è possibile che sembrino padre e figlio.
Tanto che sulla rivista Demography, di recente, è apparso uno studio dal provocatorio titolo «I sessanta sono i nuovi cinquanta?» che spinge la mezza età ancora più avanti.
Ma non si tratta di un giovanilismo esasperato o merito di «aiutini» di chirurgia estetica, perché i meccanismi dell’invecchiamento biologico sembrano realmente cambiati, negli ultimi vent’anni. La mezza età ha iniziato a scivolare oltre la trentina già da decenni.
[…] cent’anni fa era difficile trovare un 60enne senza acciacchi, oggi spesso la salute inizia a scricchiolare a 70 inoltrati, tanto che di recente i geriatri hanno proposto di alzare l’asticella della terza età dai 65 ai 75 anni perché come osserva Niccolò Marchionni, presidente della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica, «un 65 enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45 enne di 30 anni fa, un 75 enne quella di un 55 enne: scientificamente si è anziani quando si ha un’aspettativa media di vita di 10 anni e oggi larga parte della popolazione fra 60 e 75 anni è in ottima forma per il ritardo nello sviluppo di malattie».
Allontanare la vecchiaia ha avuto l’effetto di allungare la mezza età, che resta tuttavia poco definibile: mentre altre fasi, come l’infanzia o l’adolescenza, hanno contorni relativamente più netti, il periodo di mezzo è sfuggente ed è un concetto recente, emerso con l’aumento dell’aspettativa media di vita e i cambiamenti culturali che questo ha portato con sé. […]
Succede perché perfino i meccanismi dell’invecchiamento biologico sono cambiati, specialmente negli ultimi 20 anni: lo hanno dimostrato sulla rivista Demography Morgan Levine dell’Università di Yale ed Eileen Crimmins dell’Università di Los Angeles, sottolineando che grazie a condizioni igieniche meno precarie per la maggioranza della popolazione, a un migliore accesso al cibo, alla minor diffusione di lavori usuranti ma soprattutto alle recenti terapie, che mantengono più a lungo un buon funzionamento di cellule, tessuti e organi, l’età «reale» dell’organismo si sta man mano scostando da quella cronologica e quella di mezzo sta sconfinando sempre più oltre i sessanta.
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La ricetta giusta
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L’alimentazione mediterranea per esempio è la migliore per varietà ed equilibrio ed è anche quella che ha dimostrato di incidere positivamente su longevità e prevenzione di malattie, da quelle cardiovascolari a quelle oncologiche; anche camminare all’aria aperta e a passo sostenuto “ringiovanisce”, così come diagnosticare e curare man mano le eventuali malattie per mantenere il più possibile a lungo la funzionalità di tessuti e organi».
I controlli da fare
La mezza età è quindi anche il momento di sottoporsi a qualche controllo, senza eseguire ogni anno batterie di test indiscriminati ma facendo in modo di conoscere, dai 40 anni in poi, i propri livelli di colesterolo, glicemia, pressione e frequenza cardiaca e ricontrollandoli con una periodicità indicata dal medico di famiglia, più o meno ravvicinata a seconda del profilo di rischio. […] Infine, per prolungare una mezza età in salute sono necessarie relazioni sane […]
Fra i rapporti che più contano nel disegnare una traiettoria di vita longeva e in salute c’è quello con il partner, proprio durante l’età di mezzo: uno studio statunitense per il quale sono stati analizzati oltre 2 mila centenari ha dimostrato che per vivere a lungo e bene conta condividere un ambiente familiare sano, fatto di buone abitudini e di sostegno reciproco, soprattutto dagli «anta» in poi.
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