reparto di rianimazione 3

SE AVETE 50MILA EURO CHE VI AVANZANO E IL TERRORE DI UNA SECONDA ONDATA CON LE RIANIMAZIONI PIENE, POTETE FARVI UNA SALA-COVID IN CASA CON LETTI TECNOLOGICI, RESPIRATORI A OSSIGENO, SISTEMI DI ASPIRAZIONE DEI BRONCHI, MONITOR PRECISISSIMO - IL 30% DEI MACCHINARI PER AIUTARE LA RESPIRAZIONE È FINITO NELLE MANI DI PRIVATI

Massimo Sanvito per Libero Quotidiano

 

Letti tecnologici, capaci di assumere le più disparate posizioni. Materassi anti-decupito.

REPARTO DI RIANIMAZIONE

Ventilatori meccanici per pompare aria nei polmoni e aiutare i muscoli della respirazione a fare il loro dovere. Sistemi di aspirazione in grado di ripulire i bronchi se necessario e senza dar campo libero a infezioni o lesioni. Monitor dalle mille luci che indicano i parametri vitali e suonano per richiamare l' attenzione degli specialisti. Perché tutto ciò funzioni serve una barra d' alimentazione che metta al riparo da eventuali blackout. E personale medico e infermieristico a completa disposizione del paziente.

 

È il ritratto di una terapia intensiva, il luogo sulla bocca di tutti dallo scorso marzo in avanti. Bollettini della Protezione Civile, giornali, tv, radio, internet: i numeri che la seguivano indicavano a che grado di disastro fossimo sprofondati.

 

Ma quei macchinari salvavita c' è qualcuno che in Italia se li è comprati direttamente per sé. Per costruirsi un posto letto anti-covid a casa propria. Per evitare gli ingorghi degli ospedali e per essere sicuro di essere curato in tempo utile in caso di sovraffollamenti come quelli di questa primavera.

 

REPARTO DI RIANIMAZIONE

Certo, servono i soldi. Tanti soldi. Tantissimi soldi. Non è qualcosa che si può permettere chiunque, altrimenti i reparti pubblici e privati non servirebbero più. Si va oltre, molto oltre. Parliamo di milionari dalle disponibilità economiche illimitate o quasi. Libero ne ha avuta conferma dai diretti interessati che per ovvi motivi non vogliono apparire. Basta pensare che solo uno di quei ventilatori polmonari domiciliari che assomigliano ai mini-computer dei primi anni 2000 costa circa 3mila euro, ma un macchinario d' alta fascia arriva a valere anche 30mila euro.

 

E mica è finita qui. Il letto ultra-tecnologico, che va posizionato lontano dalle pareti in modo che sia accessibile sui quattro lati, ha un prezzo che pareggia quello di una bella utilitaria: 15mila euro. Spondine rimovibili per garantire la sicurezza del paziente e rotelle.

 

CACCIA AGLI SPECIALISTI

Poi c' è il monitor dove scorrono in continuazione i livelli della frequenza cardiaca, della pressione, della temperatura.

 

coronavirus terapia intensiva

Questo serve per permettere una costante e attenta osservazione dei parametri da parte del personale sanitario, in modo da adottare la terapia migliore o cambiare in corsa in base ai dati clinici rilevati. Costo? Altri 16mila euro circa.

A tutto ciò bisogna aggiungere i costi dell' energia elettrica per tenere in piedi il reparto casalingo e soprattutto il costo umano. Servono medici (pneumologi o rianimatori) e infermieri che si diano cambi 24 ore su 24 per garantire l' assistenza necessaria al paziente.

 

E non è facile trovare qualche valido professionista disposto a mollare il proprio lavoro in ospedale per dedicarsi a una sola persona a domicilio. A meno che l' offerta sul piatto non sia molto ricca. Anzi ricchissima. In Italia esistono anche migliaia di medici non contrattualizzati, ma il rischio è che non siano specializzati nella ventilazione quanto basti per conoscere il lavoro che va svolto.

 

terapia intensiva

In Italia, al netto degli incrementi dovuti alla pandemia, ci sono circa 5.300 posti di terapia intensiva: il 70% nelle strutture pubbliche e il resto in quelle private. Ciò significa avere a disposizione 2,6 posti letto ogni 1.000 abitanti, numeri più bassi secondo le statistiche Ocse rispetto a Francia (3,1) e Germania (6).

 

RICADUTE MORALI

 Chiaramente, in questa vicenda di reparti ospedalieri fai da te, c' è anche un aspetto morale da tenere in considerazione. Perché se da una parte ci sono famiglie che durante la fase più acuta della pandemia non hanno potuto nemmeno dire addio ai propri cari intubati in terapia intensiva, c' è chi si è costruito l' ospedale in casa.

 

 

ventilatori terapie intensive

E i paperoni italiani dalle risorse infinite assomigliano a quei russi che a fine marzo, sentendo i bollettini di guerra del nostro Paese, hanno fatto razzie di apparecchi di ventilazione meccanica mentre i comuni mortali facevano scorte di grano e carta igienica. Il 30% dei macchinari per aiutare la respirazione è finito nelle mani di privati. Il problema vero era che in Russia solo le strutture statali si occupavano dei casi Covid, e di conseguenza ai milionari abituati a farsi curare nelle cliniche private all' estero è mancata la terra sotto i piedi.

I soldi, come sempre, fanno la differenza. Anche tra la vita e la morte.

 

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: HA SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” CHE AL QUOTIDIANO DI CONFINDUSTRIA RICORDANO PIÙ PER I CONTENZIOSI E LE RICHIESTE DI BONUS CHE PER I RISULTATI EDITORIALI O FINANZIARI...

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”