GIULIANONE FERRARA
1 - L\'ESEMPIO SPAGNOLO STA RAFFORZANDO IN BERLUSCONI L\'IDEA DI PREPARARE IL PIANO B PER UN\'ALTERNATIVA ALLA \"MALEDIZIONE\" SANTORO E DEGLI ALTRI CONDUTTORI CHE GLI ROVINANO LE NOTTATE
Il Cavaliere di Arcore non vede l\'ora di avere sotto gli occhi i dati dell\'audience sui nuovi programmi della Rai che saranno affidati in prima serata alle mani di Giuliano Ferrara, Vittorio Sgarbi e Bruno Vespa.
L\'offensiva dei lancieri a tre punte è un test fondamentale per capire se, oltre a creare il clima giusto per un eventuale scontro elettorale, si potrà finalmente scardinare il monopolio dei talk show in mano a \"comunisti\" come Floris e Santoro che riescono a cavalcare il prime-time con milioni di spettatori. Il test è fondamentale e rappresenta l\'ultima barricata per Mauro Masi.
A questo personaggio, che ostenta i capelli laccati e un paio di baffetti seducenti, piace essere chiamato \"civil servant\" e rifiuta con sdegno l\'accusa di essere un semplice esecutore di decisioni altrui. Dall\'esito della discesa in campo dei tre lancieri (Ferrara, Sgarbi, Vespa) dipenderà la sua fortuna iniziata nell\'88 quando ha cominciato a navigare nelle stanze del Palazzo dopo una prima esperienza in Banca d\'Italia.
Bruno VespaA Berlusconi la sorte di Masi interessa ben poco, e il successo o l\'eventuale insuccesso dei programmi di approfondimento in mano ai tre mastini dell\'informazione, rappresenta soltanto uno dei due piani che il Cavaliere ha nel cassetto.
masiDa venerdì scorso infatti il premier ha sotto gli occhi il \"piano B\", quello che potrebbe tirar fuori da qui al 2012 per l\'attacco definitivo alla tv di stato. Gli elementi per costruire il piano B gli sono stati forniti da Paolo Vasile, il manager che in Spagna occupa la carica di consigliere delegato di Telecinco, l\'emittente di Mediaset.
gente03 zapatero petali rosaSi tratta di argomenti molto importanti che ripercorrono con tanto di tabelle e di numeri ciò che è avvenuto nel paese di Zapatero per effetto della nuova regolamentazione voluta dal governo. Laggiù all\'inizio dell\'anno scorso è entrata in vigore una nuova legge sulla tv di stato (Tve) che ha spogliato l\'emittente pubblica della pubblicità, creando il panico tra i gestori delle televisioni private.
Paolo VasileEbbene, a distanza di un anno Paolo Vasile ha portato sulla scrivania di Berlusconi il bilancio 2010 della Telecinco comprata da Mediaset, e perfino un uomo incallito come il Drago di Arcore ha sgranato gli occhi. Infatti l\'ultimo esercizio della spagnola Telecinco si è chiuso con 70,5 milioni di euro di utile netto con un aumento rispetto all\'anno precedente pari al 45,6%.
3 maurizio carlottiIn realtà l\'incremento salirebbe a 164,3 milioni se si escludesse l\'impegno assunto dalla società per ricapitalizzare la quota di sua competenza dentro la controllata Endemol dove Telecinco è socia insieme alla capogruppo Mediaset. A provocare questa cascata di profitti è il netto miglioramento delle entrate pubblicitarie, salite nel 2010 a 791,8 milioni con una performance di oltre il 30%.
Berlusconi, Masi e MinzoliniQuesto dimostra che nel momento in cui Zapatero ha tolto la pubblicità dalla tv di stato non c\'è stata alcuna crisi per gli operatori privati, anzi ne hanno tutti beneficiato con risultati inattesi. La stessa cosa è avvenuta ad esempio anche per Antena3, la tv concorrente del Gruppo De Agostini-Planeta, guidata da Maurizio Carlotti, il manager ex-bracciodestro di Vasile quando questi lavorava in Italia. Anche De Agostini ha potuto mettere in cascina un utile di 109,1 milioni di euro con un guadagno rispetto al 2009 dell\'80%.
GNAM SPAVENTOSO DI ANGELO DE MATTIAE Carlotti nella sua comunicazione alla Consob ha scritto testualmente: \"il 2010 è stato un buon anno per le tv in Spagna. L\'eliminazione degli spot pubblicitari dalla televisione di stato ha permesso la crescita delle entrate delle tv commerciali, che hanno assorbito totalmente gli investimenti che in precedenza erano destinati alla televisione pubblica Tve\".
GERONZIA questi elementi bisogna aggiungere l\'impennata che ha subito il listino dei prezzi degli spot; quando tutti pensavano che sarebbero scesi, il listino dei prezzi è cresciuto del 10, del 20 e in alcuni casi del 30%. In parentesi va detto che sulla base di questi risultati il capo di Telecinco, Paolo Vasile, ha visto crescere il suo compenso da 1,19 milioni di euro del 2009 a 1,58, mentre Giuseppe Tringali, consigliere delegato dell\'Area commerciale, si è portato a casa 1,53 milioni di retribuzione.
MARIO DRAGHIA questo punto è chiara la ragione per cui il tycoon televisivo Silvio Berlusconi sta riflettendo sull\'esperienza spagnola e comincia a pensare che non sia necessario buttare l\'anima nel fuoco della Rai tv. E qui il discorso ritorna al \"civil servant\" Mauro Masi e al senso di alcune frasi sibilline contenute nell\'intervista che il direttore della Rai ha concesso la settimana scorsa al quotidiano \"Il Foglio\".
Dopo aver detto con umiltà che \"quello in Rai è un lavoro difficile, uno dei più difficili in Italia\", il manager con i baffetti da \"hidalgo\" si è soffermato sul tema della governance difficile e complicata dentro la Rai sulla quale ci vorrebbe \"un intervento ampio e condiviso da parte del legislatore\"...tale da ripensare l\'assetto normativo del settore. In altre parole, la stessa natura giuridica della Rai\".
del vecchioMa non si è fermato qui e accelerando il passo ha dichiarato: \"serve una scelta chiara: o si fa la scelta completamente pubblica, e ne esistono esempi internazionali, con risorse del canone per adattarsi a un audience di nicchia, oppure si chiarisce bene che cosa è pubblico e che cosa è privato nel bilancio della Rai\".
perissinotto giovanniSembra un linguaggio derivato dall\'esperienza di Masi nei meandri del Palazzo dove è riuscito a navigare con Dini, D\'Alema, Prodi e Berlusconi, ma in realtà dietro queste parole c\'è qualcosa di più. L\'alternativa a una Rai in mano ai \"comunisti\" può essere quella di una tv di servizio senza pubblicità, che vive di solo canone, risponde principalmente al governo, ma viene depotenziata delle risorse necessarie per appaltare programmi e coprire l\'intero arco dell\'informazione e dell\'entertainment. In questa prospettiva Masi sembra il tipo giusto per contribuire a creare l\'ambiente adatto a una riforma della tv di stato. E l\'esempio spagnolo sta rafforzando in Berlusconi l\'idea di preparare il piano B per un\'alternativa alla \"maledizione\" Santoro e degli altri conduttori che gli rovinano le nottate.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE2 - AL DI LÀ DELLE ESTERNAZIONI DI DELLA VALLE C\'È UN ASSE DEL MATTONE CHE È PRONTO AD ALZARE UN MURO ALTISSIMO CONTRO LE VELLEITÀ GIOVANILISTICHE DELLO SCARPARO
Il 76enne Del Vecchio ha spostato il tiro sul management di Trieste e senza mezzi termini ha chiamato in causa la gestione di Giovanni Perissinotto,
Angelo De Mattia, l\'ex-Banca d\'Italia che ad aprile dell\'anno scorso è stato nominato da Cesarone Geronzi capo ufficio studi di Generali, non è impressionato dallo scontro furibondo che si sta svolgendo dentro il Leone di Trieste.
Questo studioso 70enne di Vallo della Lucania di assalti all\'arma bianca ne ha visti moltissimi quando era nella segreteria particolare del direttorio di via Nazionale ai tempi di Antonio Fazio. Sabato scorso era anche lui al Forex di Verona mentre Geronzi definiva \"magnifico\" il discorso di Draghi e per un quarto d\'ora intratteneva giornalisti con parole apparentemente innocenti che hanno scatenato in serata l\'ennesima ira di Dieguito Della Valle. Il buon De Mattia ha l\'aria dell\'eremita e quando scrive i suoi articoli sul quotidiano \"MF\" e su altri giornali indulge a citazioni latine che il mondo della finanza (dove l\'unica frase in latino è \"pecunia non olet\") stenta a tradurre.
Fabio CorsicoÈ probabile che di fronte alle sparate dello scarparo marchigiano a De Mattia siano venute in mente le parole di Sant\'Arsenio, un eremita del deserto di cui si ricorda il motto \"fuge, tace, quiesce\". Intendiamoci: la traduzione letterale ad uso del querulo Della Valle non deve essere troppo rigida, perché i tre imperativi latini vanno tradotti in modo soft: vai in vacanza, taci, riposati.
Se Dieguito, invece di usare parole feroci e in alcuni casi grossolane, tirasse fuori dalla memoria un brandello dei suoi studi che non ha completato con la laurea, potrebbe contribuire a mettere un po\' di chiarezza dentro la partita che si gioca intorno alla Compagnia di Trieste. Poiché preferisce personalizzare lo scontro con l\'arzillo vecchietto Geronzi (che due settimane fa ha compiuto 76 anni), un po\' di chiarezza potrebbe arrivare. In questo senso vanno lette le parole dell\'altro arzillo vecchietto, Leonardo Del Vecchio, che ieri è apparso per poche ore a Milano.
Sono bastate poche frasi del patron di Luxottica per capire che le sue dimissioni dal Consiglio di Generali nascondono scenari ben più complessi della battaglia aperta da Dieguito sul fronte di Rcs e del destino del \"Corriere della Sera\".
Il 76enne Del Vecchio ha spostato il tiro sul management di Trieste e senza mezzi termini ha chiamato in causa la gestione di Giovanni Perissinotto, il 57enne nativo di Conselice che dal 1980 ha scalato i vertici di Generali.
PAOLO MESSA GIANNI LETTANel gioco al bersaglio di questi giorni adesso sono finite alcune operazioni condotte in Russia attraverso l\'acquisizione di una piccola quota della banca Vtb, e altre vicende successe all\'ombra della Tour Eiffel che hanno destato l\'ira del monegasco Del Vecchio. Sono vicende immobiliari che toccano un\'area delicatissima di Generali dove è in ballo un patrimonio di 24 miliardi di euro posseduto dalla Compagnia in giro per il mondo.
DIEGO DELLA VALLEQuesto scrigno rappresenta il boccone più grosso per gli azionisti forti della Compagnia che considerano miserabili i 30 milioni derivanti dalla possibile cessione della quota Rcs. Qualcuno tra gli azionisti forti comincia a chiedersi perché il tesoretto durante la lunga gestione Bernheim è sempre stato guidato da Parigi e da manager maschili e femminili che rispondevano al Grande Vecchio amico di Cuccia.
In queste ore un altro personaggio che si interroga sulla gestione del settore immobiliare è certamente Francesco Gaetano Caltagirone, il costruttore romano che da anni sta comprando azioni della Compagnia non per beneficienza ma per portare a casa risultati finanziari e imprenditoriali in linea con il suo business.
Non si sbaglia dicendo che Caltariccone è infastidito dalle polemiche di Dieguito. In questi giorni sta leggendo nel suo ufficio di via Barberini il libro che ha per titolo \"Da Frankenstein a Principe Azzurro\" scritto dal suo collaboratore Fabio Corsico e dal direttore di \"Formiche\", Paolo Messa. Il libro sarà presentato il 14 marzo a Torino da Corradino Passera, Fabrizio Palenzona, Giuseppe Vegas e altri, ma Caltariccone non potrà esimersi dalla prima fila anche se per lui il \"Principe Azzurro\" non sono le fondazioni bancarie di cui parlano i due autori, ma gli investimenti che rendono quattrini.
geronzi-della valleTra questi in prima linea ci sono le Generali con i 24 miliardi del settore immobiliare su cui l\'amico Geronzi ha sollevato sabato un problema di governance. E basta leggere il rilievo che il \"Messaggero\" dà oggi all\'attacco di Del Vecchio contro il management della Compagnia e Perissinotto, per capire che al di là delle esternazioni di Della Valle c\'è un asse del mattone che è pronto ad alzare un muro altissimo contro le velleità giovanilistiche dello Scarparo.
Questa intenzione sarà portata avanti fino alle estreme conseguenze senza tenere in alcun conto le preoccupazioni dei broker. A gente come il Calta, Geronzi, Pelliccioli e Nagel (che in questa vicenda ha dimostrato una saggia neutralità), fanno ridere le parole che si leggono oggi in un articolo di \"Repubblica\" dove il broker Kepler sostiene che \"l\'uscita di Geronzi darebbe al titolo una spinta a razzo, mentre se Della Valle si dimettesse l\'azione potrebbe finire sotto quota 8 euro\".
C\'è un limite a tutto, in alto come in basso.
CREMONESI STADERINI3 - CREMONESI E STADERINI ALLA CANNA DEL GAS (DE FRANCE-SUEZ)
Avviso ai naviganti N.1: \"Si avvisano i signori naviganti che il presidente di Acea, Giancarlo Cremonesi, e l\'amministratore delegato, Marco Staderini, sono rimasti piuttosto male quando hanno saputo che la concorrente francese Gas de France-Suez ha deciso di avviare una campagna pubblicitaria in Italia.
Dopo una competizione che ha visto in lotta quattro grandi agenzie di pubblicità, il budget di 3 milioni di euro è stato assegnato a Young&Rubicam\".
Andrea Agnelli in cantiere4 - ANDREA AGNELLI STA PER CADERE IN UN BUCO BIANCONERO
Avviso ai naviganti N.2: \"Si avvisano i signori naviganti che Andrea Agnelli, il 36enne figlio di Umberto e Allegra Caracciolo, è depresso.
Ieri la Semestrale della Juventus si è chiusa con un risultato negativo di 39,5 milioni. Nonostante i messaggi di fiducia inviati dal cugino Yaki Elkann, il giovane Andrea sta per cadere in un buco sportivo clamoroso che compromette la speranza di arrivare entro la fine dell\'anno alla presidenza della Ferrari\".