bollette gas luce

''IL 40% NON PAGA LE BOLLETTE'' - I FORNITORI PRIVATI DI ENERGIA (NON I MEGA-GRUPPI) SONO ALLO STREMO. FORNISCONO IL SERVIZIO A UN MILIONE DI CLIENTI, PERLOPIÙ PARTITE IVA, CHE IN MASSA HANNO SMESSO DI SALDARE I CONTI DURANTE E DOPO IL LOCKDOWN: ''IL GOVERNO AIUTA I CLIENTI MA NON HA PENSATO A TUTELARE NOI, CHE PAGHIAMO LE TASSE ANCHE SE NON VENIAMO PAGATI. QUESTA CRISI RISCHIA DI RESUSCITARE IL MONOPOLIO PUBBLICO. I DPCM SONO ASSURDI PERCHÉ…''

 

Carlo Valentini per “Italia Oggi

 

La crisi e le bollette. «Subito dopo il periodo di lockdown le punte degli insoluti da parte degli utenti riguardo la fornitura di energia sono state del 40%, il trend sta continuando ed è ipotizzabile peggiorerà con l'aggravarsi dell'emergenza. Va sottolineato che nei mesi di marzo e aprile, quando le attività erano chiuse per il lockdown, le imprese hanno ricevuto le bollette relative ai mesi di gennaio e di febbraio, durante i quali avevano consumato. Quindi durante la chiusura si sono viste recapitare fatture con importi non gestibili durante quel periodo di stop delle attività.

 

BOLLETTA

Il fatto è che a differenza di quanto è avvenuto all'estero il governo da un lato ha bloccato i distacchi per morosità ma dall'altro non ha previsto fondi per aiutare un settore, quello dell'erogazione di energia, in cui i capitali coinvolti, come nel nostro caso, sono interamente privati. Ma col 40% di insoluti e senza aiuti pubblici dove si va? Se si vuole tornare al monopolio lo si dica chiaramente»: Diego Pellegrino è l'ad di Eroga Energia, società che vende energia alle partite Iva, e portavoce di Arte, associazione di 110 aziende che forniscono gas ed elettricità a circa un milione di clienti (con 2,5 miliardi di incasso).

 

Domanda. A che punto è la liberalizzazione del mercato dell'energia?

Risposta. Sentiamo quotidianamente notizie e interventi che fanno pensare e credere di essere ancora al monopolio, con Enel grande operatore statale per tutto il paese. Il mercato invece è libero da ben 20 anni. Non siamo più negli anni 70 con l'azienda di fornitura di Stato, oggi ci sono più di 400 operatori privati, che tra l'altro in questa fase sono stati utilizzati come ammortizzatori sociali (con capitali privati) per sopperire ai mancati pagamenti

 

D. Quali ostacoli stanno incontrando gli operatori privati dell'energia?

R. Noi, come tutti, abbiamo visto crollare le marginalità che sono necessarie per mantenerci in vita e assicurare lo stipendio ai 4mila nostri dipendenti. Inoltre va sottolineato che svolgiamo un servizio di incasso non remunerato per conto dello Stato, privo di principi di solidarietà e condivisione del rischio di impresa. Siamo gli «esattori dello Stato» per più del 90% di quello che fatturiamo.

BOLLETTA DEL GAS

 

E se gli utenti sospendono i pagamenti delle bollette o si permettono di pagare anche con 5 mesi di ritardo noi abbiamo comunque l'obbligo di adempiere puntualmente a tutte le scadenze con lo Stato. In questa situazione di emergenza è un meccanismo che non può funzionare. Perciò se il governo continua a tenere la testa sotto la sabbia finirà in tragedia. Senza alcuna iniziativa governativa si rischia di perdere quel patrimonio costruito in molti anni dagli operatori privati dell'energia e che ha consentito di rendere più efficiente il sistema e una riduzione dei costi.

 

D. I Dpcm hanno deluso?

R. I Dpcm, per quanto ci riguarda, contengono una palese assurdità, che colpevolmente il governo non ha voluto correggere. È previsto il supporto solo delle aziende che registrano un calo di fatturato ma noi stiamo registrando un calo degli incassi non del fatturato poiché i crediti sono a bilancio e la riduzione del fatturato avverrà solo successivamente, quando saranno contabilizzate le perdite sui crediti. Però gli impatti finanziari sono immediati: le aziende possono fallire non solo per un calo del fatturato ma anche per crisi di liquidità dovute ad esempio a mancati incassi. Non ci hanno ascoltato, forse vogliono tornare al monopolio statale della fornitura di energia come stanno facendo con le autostrade.

 

bolletta

D. A che punto siamo nel nostro Paese con il risparmio energetico?

R. A fine 2019 l'obiettivo di risparmio energetico, indicato dal Piano d'azione nazionale per l'efficienza energetica, è stato centrato al 77,2%. A livello settoriale il residenziale ha già superato il target indicato, l'industria è ben oltre la metà del percorso (61,9%), i trasporti hanno superato la metà dell'obiettivo (50,4%), mentre il terziario, pubblica amministrazione compresa, è a meno di un terzo dal target (29,4%). È quindi in primo luogo la pubblica amministrazione che dovrebbe darsi una mossa e avviare iniziative contro lo spreco energetico.

 

Tra gli strumenti che hanno consentito il raggiungimento dei buoni risultati complessivi figurano gli incentivi e le diagnosi energetiche, fondamentali per ottimizzare i piani di efficienza nelle imprese. A dicembre 2019 sono state presentate circa 11.200 diagnosi: se fossero realizzati gli interventi individuati, si otterrebbero minori consumi elettrici (29%), termici (7%) e di carburante (30%).

 

D. Oltre al risparmio c'è l'obiettivo dell'energia green.

R. L'Europa ha fissato per la fine di quest' anno una quota complessiva di energia soddisfatta da fonti rinnovabili pari al 20% di tutta l'energia dell'Ue. Danimarca, Irlanda e Germania sono molto vicine all'obiettivo, l'Italia è solamente al decimo posto tra i Pesi Ue. Non tutti i cittadini sono disposti a pagare qualcosa in più per garantirsi un approvvigionamento da fonti rinnovabili, mentre in un Paese come la Danimarca è esattamente l'opposto, anche se bisogna aggiungere che nel Nord Europa la materia prima per realizzare l'energia rinnovabile è molto più economica rispetto all'Italia.

 

tralicci energia elettrica 1

D. Però gli italiani già pagano l'energia più cara rispetto al resto d'Europa.

R. È vero e il motivo è che la tassazione complessiva sull'energia nel nostro Paese è di poco meno del 60% contro una media europea che si attesta intorno al 40%. È singolare che si parli tanto di riduzione delle imposte ma non ci si preoccupi di questa tassazione che incide sul portafoglio della gente e sui bilanci delle aziende, con gravi problemi di competitività.

 

D. Come si evolverà il consumo energetico?

R. I combustibili fossili diminuiscono ma continuano a dominare. Supponendo che gli attuali impegni dell'Accordo di Parigi siano mantenuti oltre il 2030, la quota di combustibili fossili nel mix energetico globale diminuirà da circa l'80 % di oggi al 73-76% nel 2040. Se poi si fosse ulteriormente coerenti con l'obiettivo di fare scendere il riscaldamento globale di 2 gradi, la percentuale dei combustibili fossili si ridurrebbe al 56-61% mentre l'eolico e il solare salirebbero al 17/26% nel 2040. La conclusione è che il solare e l'eolico continueranno a crescere ma non in modo tale da supporre una completa decarbonizzazione del sistema energetico entro il 2040.

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