''GLI ITALIANI SI FACCIANO UNA PATRIMONIALE DA 20% INVECE DI CHIEDERE I SOLDI A NOI'' - LA CAMPAGNA BATTENTE DELL'ECONOMISTA TEDESCO DANIEL STELTER USA UN PUNTO CARO AI SOVRANISTI: LE FAMIGLIE ITALIANE, CONSIDERATO L'ALTO RISPARMIO E IL BASSO INDEBITAMENTO PRIVATO, SONO PIÙ RICCHE DI QUELLE TEDESCHE. ''UN PRELIEVO UNA TANTUM TRA IL 14 E IL 20% RIDURREBBE IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO A UN LIVELLO INFERIORE DI QUELLO TEDESCO. E RESTEREBBERO COMUNQUE PIU' RICCHI DI NOI'' - STELTER È FISSATO CON GLI ITALIANI

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Pasquale De Marte per https://it.blastingnews.com/

 

 

Gli italiani hanno una ricchezza privata sensibilmente superiore a quella dei tedeschi e pertanto con una patrimoniale potrebbero migliorare la situazione economica del Paese. È la tesi con cui l'economista Daniel Stelter risponde alle critiche che, in questi giorni, stanno piovendo nei confronti di Germania e Olanda per la presunta poca solidarietà nei confronti dell'Italia. L'opinione di Stelter è che, invece di cercarlo al di fuori dei propri confini, l'Italia avrebbe la possibilità di trovare sufficiente denaro attraverso una strategia economica interna.

daniel stelter daniel stelter

 

Tesi espressa quando ancora si cerca di capire come si andrà a finanziare il Recovery Fund che sarà la maxi-misura con cui l'Unione Europea proverà a fronteggiare l'emorragia economica delle ultime settimane. Si aggiungerà agli altri interventi già predisposti: Mes senza condizionalità, Bei e Sure.

 

Per Focus.de italiani più ricchi dei tedeschi

L'articolo di Daniel Stelter pone l'accento sulla possibilità che i cittadini vengano coinvolti in sacrifici da fare per aiutare paesi che paiono in difficoltà.

 

daniel stelter daniel stelter

Il dibattito in Europa, secondo quanto evidenziato dalla Merkel, è vivo poiché non si sa ancora se il Recovery Fund prevederà prestiti o sussidi. E' noto come l'Italia, data la sua condizione economica e di debito, punti alla seconda opportunità. Ma il Bel Paese, secondo l'editoriale apparso su Focus.de, non sarebbe così povero come vorrebbe far credere. "Le famiglie italiane - scrive Stelter - secondo tutti i dati disponibili sono significativamente più ricche di noi, ma sono anche meno indebitate".

 

Patrimoniale al 20% porterebbe Italia a un livello migliore della Germania

La ricchezza privata italiana a fronte di un debito pubblico altissimo è da sempre un punto su cui gli economisti a livello internazionale pongono la propria lente d'ingrandimento. Un esempio arriva dalla proposta di Stelter: "Un prelievo una tantum del 20% - scrive - sarebbe sufficiente per ridurre il debito pubblico italiano a un livello inferiore di quello tedesco. Anche dopo un simile taglio, le famiglie italiane avrebbero più risorse di quelle tedesche".

 

Stelter regala anche i numeri di ciò che accadrebbe applicando quella che, a tutti gli effetti, può essere considerata una patrimoniale. L'indotto sarebbe di 1980 miliardi di euro che porterebbero lo stato italia ad un debito al 30% del Pil. Per portarlo, invece, al 60% basterebbe il 14% di tassazione.

 

La notazione di Stelter viene estesa anche ai patrimoni immobiliari, là dove si configura la vera ricchezza dei cittadini italiani rispetto ai tedeschi e su cui potrebbe concretizzarsi oltre modo la tassazione.

GIUSEPPE CONTE E ANGELA MERKEL GIUSEPPE CONTE E ANGELA MERKEL

 

 

 

2. ECCO LA SOLIDARIETÀ DEI TEDESCHI: UNA PATRIMONIALE DEL 14 PER CENTO

Tino Oldani per www.italiaoggi.it

 

Un'intervista radiofonica di Olaf Scholz, ministro delle Finanze a Berlino, Spd, fa capire in modo chiaro che il Recovery fund, il Fondo Ue per la ripresa di cui hanno parlato i capi di governo nella riunione del 26 aprile, potrà essere attuato soltanto a precise condizioni, che richiederanno tempi non brevissimi, ovvero il contrario di quanto sostiene il premier Giuseppe Conte. «Una cosa mi è assolutamente chiara», ha detto Scholz alla radio pubblica Dlf, «quello che sta accadendo non potrà andare avanti senza un'ulteriore integrazione europea. Farci carico di ulteriori compiti, senza avere prima sviluppato entrate e forme di finanziamento comuni, senza affrontare il dumping fiscale nell'Ue, senza fare in modo che ci siano dei compiti comuni da affrontare insieme, non potrà funzionare».

 

Vi è dunque perfetta sintonia tra il ministro delle Finanze e la cancelliera Angela Merkel, Cdu, che durante il vertice Ue del 26 aprile, come ha ricostruito Federico Fubini sul Corriere della sera, riferendosi al Recovery plan, aveva detto: «Se stiamo andando, come sembra che stiamo andando, verso la mobilitazione di una quantità di denaro senza precedenti per costruire la necessaria quantità di bilancio, allora dobbiamo avere coerenza nei sistemi di tassazione delle società e ci serve un sentiero di convergenza: non una quantità enorme di idee diverse su come usare i nostri sistemi fiscali».

olaf scholz olaf scholz

 

Il riferimento di Scholz al «dumping fiscale nell'Ue» e quello della Merkel al «sentiero di convergenza dei sistemi di tassazione» mettono sotto schiaffo paesi Ue assai diversi tra loro, comunque tutti in difetto agli occhi di Berlino: lo è l'Olanda, primo paradiso fiscale in Europa per le grandi imprese; e lo è l'Italia, dove il sistema tributario, a giudizio dei tedeschi, non contrasta a dovere l'evasione fiscale ed è troppo tenero nei confronti della ricchezza privata delle famiglie (9.900 miliardi), che è di gran lunga superiore al debito pubblico (2.500 miliardi), addirittura un multiplo.

 

Dunque, un dito puntato soprattutto contro l'Italia, che prima di chiedere solidarietà agli altri paesi Ue, farebbe bene a completare i famosi «compiti a casa». Con tanti saluti ai tempi brevi sbandierati da Conte per il Recovery fund, l'ennesima fake new autoassolutoria di Giuseppi.

 

conte merkel conte merkel

Con queste premesse, si può stare certi che dal Recovery fund non arriverà neppure un euro entro l'anno per sostenere il sistema produttivo dell'Italia dopo il Covid-19. Come è sempre più evidente che l'Italia, per quanto molto aiutata dagli acquisti della Bce, l'unica istituzione Ue che funziona, non bastando i prestiti Bei, né il Sure per la cassa integrazione, sarà costretta quanto prima a «fare da sola» per davvero se vorrà racimolare le risorse necessarie per la ripresa. Il che, con o senza Mes, con o senza Troika, vuol dire una cosa sola: ubbidire a Berlino e aumentare il prelievo fiscale in una precisa direzione, che i politici e i media tedeschi stanno suggerendo da settimane. Ovvero una patrimoniale che colpisca la maggiore ricchezza media delle famiglie italiane rispetto a quelle della Germania.

 

Su ItaliaOggi del 13 aprile ho ricordato che, secondo un autorevole istituto tedesco di ricerche (Diw), il patrimonio medio (liquidi, risparmi, immobili) delle famiglie è in Germania pari a 60 mila euro, mentre in altri paesi Ue è di 100 mila euro, con Italia e Spagna che hanno più del doppio. Il tutto a causa di una diversa distribuzione del risparmio privato, che in Germania è maggiore per quantità totale che in Italia, ma distribuito male, tanto che il 10% delle famiglie ne possiede il 60%, mentre il 40% ha ne ha poco o nulla. Non solo: da noi l'80% delle famiglie abita in case di proprietà, contro il 44% tedesco. Dati che inducono politici e media tedeschi di centro, destra e sinistra a porre una domanda quasi ovvia, dal loro punto di vista: perché mai le nostre famiglie, che sono più povere, dovrebbero aiutare i ricchi italiani con i Recovery bond, ossia con debito comune?

 

OLAF SCHOLZ BRUNO LE MAIRE OLAF SCHOLZ BRUNO LE MAIRE

Facendo proprio questo tema, una prestigiosa rivista tedesca di economia e management, Manager Magazine, con un articolo firmato da Daniel Stelter, rivela senza tanti giri di parole ciò che il governo federale di Berlino ha chiaro in mente da tempo, ma non osa ancora dire ad alta voce: l'Italia, con una patrimoniale monstre del 14% sulla ricchezza privata, che è pari a 9.900 miliardi (sommando conti correnti, risparmi e immobili), potrebbe ridurre il debito pubblico, pari a 2.500 miliardi, ben al di sotto dell'attuale 137% del pil (1.800 miliardi), scendendo fino al 60%: esattamente la quota virtuosa della Germania, in linea con Maastricht.

 

Che si tratti di una proposta estrema e provocatoria, è evidente: nessuna famiglia può cedere al fisco il 14% del proprio immobile, a meno di svenderlo per avere il cash necessario a pagare una patrimoniale sulla casa, la seconda oltre all'Imu, e su altri beni, come il conto corrente e i risparmi sotto qualsiasi forma, come Bot, Btp, azioni, obbligazioni, fondi comuni e così via, tutti tracciabili.

 

Olaf Scholz e Merkel Olaf Scholz e Merkel

Ma se questa tassa killer arrivasse per davvero, rendendo inevitabili le svendite di immobili, gli stessi banchieri temono che l'intero sistema finanziario crollerebbe, a cominciare dalle banche. Roba da fare impallidire il caso Grecia. Eppure la rivista tedesca, su questo, non fa neppure un plissé: anzi, in una tabella segnala che il debito privato italiano (imprese più famiglie) è il più basso in Europa (111% del pil), migliore di quello tedesco (114% del pil). Indice di una ricchezza privata cospicua, che dunque può ben servire per abbattere il debito pubblico, vera bestia nera dell'ordoliberismo. Il governo Conte-Gualtieri è avvisato.

 

 

 

 

 

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