giuseppe conte luigi gubitosi

L'INTERVENTO DEL GOVERNO DURANTE IL CDA DI TIM? ''NESSUNO DI NOI HA PERCEPITO NULLA DI INSOLITO, ANZI ABBIAMO APPREZZATO LA LETTERA E L'INVITO A DISCUTERE DI RETE UNICA'', DICE GUBITOSI. VORREBBERO CHIUDERE SULLA RETE UNICA ENTRO AGOSTO, PROMETTENDO CHE TIM ''RESTERÀ SOPRA IL 50% DELLA NUOVA ENTITÀ'' - I GRILLINI VOGLIONO A TUTTI I COSTI ADOTTARE IL MODELLO TERNA PURE PER LA RETE TELEFONICA. MA GLI AZIONISTI PRIVATI…

 

 

1. RETE UNICA, TIM VUOLE CHIUDERE ENTRO AGOSTO

L.Ram. per ''Il Messaggero''

 

L'ACCELERAZIONE

Un semestre migliore delle attese, il debito ridotto a 21,1 miliardi e un'accelerazione sul progetto Rete unica, che dovrebbe portare a un memorandum of understanding entro fine mese, hanno messo le ali a Tim in Borsa. Il titolo, anche se ancora «depresso» come afferma l'ad Luigi Gubitosi, ha fatto un balzo del 3,9% a 0,39 euro. Gli analisti hanno fatto notare «l'insolito intervento del governo» ma l'ad Luigi Gubitosi ha escluso interferenze: «Nessuno membri ha percepito nulla di insolito. Anzi, abbiamo apprezzato la lettera del governo e l'invito a discutere di rete unica.

giuseppe conte al telefono

 

Non l'ho percepito come un'interferenza ma come qualcosa di positivo». Già a luglio il ministro Roberto Gualtieri aveva chiesto all'ad di Enel (che con Cdp controlla Open Fiber) un memorandum; ora insieme al Mise ribadisce «il massimo impegno a proseguire le interlocuzioni con gli attori interessati» per velocizzare le cose.

 

IL COINVESTIMENTO

«Realisticamente non ci si può aspettare un deal sulla rete in poche settimane - ha spiegato Gubitosi agli analisti - tuttavia il governo ha deciso che vuole provarci: è lui l'azionista ultimo di due su tre delle parti (Enel e Cdp, ndr): quello che si può provare a fare è fissare principi e una linea temporale» prendendo come base il progetto Fibercop. Quello che doveva essere un primo passo ora può diventare il cantiere della rete unica. In ogni caso «il progetto è pronto per passare alla fase esecutiva» con Open Fiber o senza.

gubitosi tim

 

Secondo Gubitosi, con Kkr e Fastweb nasce «il più grande operatore wholesale di infrastrutture passive in Italia» con clienti chiave come la stessa Tim, Fastweb e tutte le principali compagnie concorrenti, con una rete FTTH che collega circa il 20% delle unità, FTTC per l'85%, con un valore azionario di 4,7 miliardi e un enterprise value di 7,7 miliardi. Da qui si può partire per ragionare sulla rete unica, aperta al coinvestimento di tutti gli operatori, ma condizione necessaria per iniziare a discuterne è che Tim mantenga il controllo.

 

IL TAGLIO DEL DEBITO

«Sì vogliamo restare sopra il 50%» risponde Gubitosi a chi lo domanda. Sul versante industriale intanto «il nostro piano continua nonostante il Covid: la seconda metà del 2020 sarà migliore della prima, e il 2021 sarà molto meglio del 2020». La guidance sulla riduzione del debito «è confermata» e in Brasile, dopo il rilancio, «l'esclusiva data ad Highline non è stata rinnovata, stiamo parlando con Oi in questo momento» anticipa il manager che confida di chiudere l'acquisizione entro il 2021.

 

 A proposito di conti semestrali, di particolare rilevanza la netta sforbiciata al debito di 774 milioni per effetto delle operazioni straordinarie. La posizione finanziaria netta è ora di 21,1 miliardi e in 20 mesi il taglio, mettono in evidenza le slide messe a punto dalla società di tlc, è stato complessivamente di 3,8 miliardi (1,9 miliardi di taglio organico in 18 mesi). Altri 1,8 miliardi sono attesi nel primo semestre 2021 dall'operazione con Kkr. Infine l'accordo con i sindacati che potrebbe portare a ulteriori tagli ai costi del lavoro. Tim pensa ovviamente al post Covid e, tra le prime grandi aziende in Italia, sta riorganizzando il lavoro in ottica agile.

 

LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI

Un test per ora, lungo tutto il 2021, con 2 giorni alla settimana di smart working è un pacchetto individuale di altri 12 giorni. «Un cambiamento storico - commenta Giorgio Serao della Fistel Cisl - con ristrutturazioni delle sedi di lavoro, diverso utilizzo degli spazi, conciliazioni vita/lavoro, attenzione alla diversità di genere, volontarietà e disconnessione come driver di questo cambiamento».

 

 

2. PASSA LA LINEA DI BEPPE GRILLO RETE UNICA PER TUTTI I TELEFONI

Nino Sunseri per ''Libero Quotidiano''

 

Dopo Autostrade tocca alla rete telefonica. Il delirio statalista di questo governo non conosce argini. Con i Benetton il progetto si è impantanato vista l'arroganza, la prepotenza e l'imperizia con cui la manovra è stata fatta. Ora l'attenzione si è rivolta alle tlc. La spinta arriva addirittura da Beppe Grillo che nelle scorse settimane, dopo un lungo silenzio, ha ripreso a parlare occupandosi proprio di rete telefonica.

 

Un intervento arrivato dal nulla se non ricordando l'antica rivalità con il sistema Telecom. Come dimenticare che i primi passi del movimento Cinquestelle sono stati mossi proprio alle assemblee del gruppo telefonico nel 2010? L'arroganza e la prepotenza non mancano. Le voci parlano di una telefonata del premier Conte che ha interrotto il consiglio d'amministrazione di Tim riunito per valutare l'ipotesi di un'alleanza con gli americani di Kkr.

 

Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim ha abbozzato. Ha congelato la trattativa con gli americani fino al 31 agosto annunciando che «parteciperà con entusiasmo ai lavori che il governo intende far partire nelle prossime ore» per arrivare alla costruzione di una rete unica in fibra ottica. In conference call con gli analisti però mette il primo paletto: Tim dovrà avere il controllo della società in cui confluirà la rete. Un antico e per ora irrisolto problema.

roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli

 

MODELLI ALTERNATIVI

L'infrastruttura deve essere aperta e accogliere tutti gli operatori (modello Terna) oppure deve avere una proprietà definita come accade al gruppo Ferrovie dello Stato con i binari? Antico problema su cui, Tim e governo si stanno accapigliando da anni. Dai tempi del Piano Rovati (capo della segreteria di Romano Prodi a Palazzo Chigi) che costrinse alle dimissioni Marco Tronchetti Provera fino al braccio di ferro con Matteo Renzi che portò alla nascita di Open Fiber (con tutti i rischi di duplicazione degli impianti) e la rumorosa uscita di Flavio Cattaneo come ad di Telecom.

 

La Borsa apprezza tanto che a fine giornata il titolo guadagna il 3,99% a quota 0,39 euro. Ma la strada è ancora lunga. La posizione di Tim sulla rete unica è ormai nota: «Mi è stato chiesto di lavorarci personalmente. È una buona notizia per gli investitori e per il paese» ribadisce Gubitosi. Tim accoglie «con entusiasmo anche l'offerta del fondo Kkr».

 

open fiber fibra ottica

La proposta del fondo americano (congelata fino al 31 agosto) vale 1,8 miliardi di euro per l'acquisto del 37,5% di FiberCop dove Telecom ha fatto confluire la rete in rame. Fastweb avrebbe il 4,5%. A valle di questo passaggio Tim sarebbe pronta a iniziare una negoziazione per la rete unica mettendo insieme anche quella realizzata da Open Fiber. Il gruppo ha le idee chiare anche sul proprio ruolo: Tim deve comandare. Gli altri operatori potranno unirsi nella «totale parità di accessi». E a proposito di altre società, sarebbe «una buona idea se Vodafone o Wind sostenessero un approccio pragmatico e dicessero che una rete unica porta benefici», spiega il ceo.

 

«Penso che un approccio pragmatico e non ideologico sia la cosa migliore per noi e per il nostro Paese. Abbiamo sempre detto che la rete unica è la cosa migliore», aggiunge. Quanto ai tempi il manager rilancia: «Ci sono voluti 8 mesi per trasformare un'idea con Kkr in un progetto, non penso che realisticamente in 3 settimane ci si possa aspettare un accordo». Nel frattempo continuano gli esodi. Il gruppo ha registrato a fine giugno 2.800 uscite che diventeranno 3.400 entro l'anno.

 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...