carlo cimbri

ABBIAMO IL TERZO POLO? - ORA CHE CIMBRI HA LASCIATO LE DELEGHE OPERATIVE, DIVENTANDO PRESIDENTE DEL GRUPPO UNIPOL, SI POTRÀ DEDICARE COMPLETAMENTE ALLO SVILUPPO FUTURO DELLA COMPAGNIA, CON L’IDEA DI FARE (TRAMITE BPER E SONDRIO) IL PIVOT DEL TERZO POLO - LUI VENERDÌ HA NEGATO DI VOLER PROCEDERE CON “ACQUISIZIONI DI CONTROLLO NEL SETTORE BANCARIO”, SALVO POI PRECISARE CHE LE ACQUISIZIONI PRIMA SI FANNO E POI SI COMMENTANO…

Stefano Righi per “L’Economia - Corriere della Sera”

 

carlo cimbri

Mentre la prima compagnia assicuratrice italiana ha trascorso gli ultimi mesi a litigare sul proprio assetto di governance , la seconda ha impiegato quel tempo per disegnare il futuro. Generali e UnipolSai differiscono in molti aspetti, non solo dimensionali, ma la concretezza della compagnia bolognese è emersa più volte, l'ultima venerdì scorso quando è stato presentato il nuovo piano industriale che guiderà UnipolSai fino alla fine del 2024.

 

Il gruppo, il cui controllo è in mano a un patto di sindacato che riunisce varie cooperative di consumo attive nella grande distribuzione alimentare, è organizzato su un doppio livello: da una parte la compagnia assicuratrice (UnipolSai), dall'altra la holding (Unipol) sovrastante. Dopo cinque mandati da presidente, Pierluigi Stefanini si è fatto da parte e il suo posto è stato occupato dal manager che più di ogni altro è stato capace di trasformare, negli ultimi quindici anni, il volto della società, Carlo Cimbri.

MATTEO LATERZA

 

Il passaggio non è banale. Cimbri ha lasciato le deleghe operative nelle mani di Enrico San Pietro, Giacomo Lovati e Matteo Laterza, scelte interne che garantiscono la continuità, anche se sarebbe ingenuo sottovalutarne il peso nelle decisioni che si andranno a prendere. Cimbri rimarrà più centrale di prima, liberato dalle incombenze del business quotidiano che sarà affidato soprattutto al neo amministratore delegato di UnipolSai, Matteo Laterza e si occuperà di aprire nuove strade, come recita il titolo del piano industriale in essere (Opening new ways ).

 

La geografia interna lo pone al vertice sia della compagnia che della holding di controllo: privo di deleghe, è vero, ma presidente di entrambe. La holding non ha un amministratore delegato, ruolo ricoperto da Laterza nella compagnia, dove il rinnovo dei consiglieri ha rafforzato la compagine.

 

carlo cimbri

Se da un lato Fabio Cerchiai è stato riconfermato ed è vicepresidente, dall'altro si notano i nuovi arrivi di Giusella Dolores Finocchiaro e Rossella Locatelli, entrambe docenti universitarie, dell'imprenditrice Maria Paola Merloni, di Bernabò Bocca di Federalberghi e del prorettore con delega alla internazionalizzazione dell'università Bocconi, Stefano Caselli.

 

Prospettive future

Il rinnovo del consiglio della compagnia si è accompagnato con un dimagrimento dell'organo di governo della controllante, passato da 18 a 15 componenti. In entrambi i casi il gruppo ha dimostrato di sapere guardare avanti e di autoregolarsi secondo best practice di mercato.

 

GIACOMO LOVATI

Cimbri, che di questa fase di vita della compagnia è l'eponimo, venerdì scorso non ha mancato di sottolineare i risultati raggiunti e le prospettive future: bisogna avere il coraggio di cercare nuove strade, ha detto, perché è facile scrivere dei piani industriali, il difficile è realizzarli. Per riuscirci, in un settore dove le fintech non hanno ancora prodotto gli effetti in alcuni casi devastanti registrati nel settore bancario, UnipolSai investirà in arco di piano 500 milioni di euro in nuove tecnologie.

 

Nel corso degli ultimi anni la gestione del gruppo si è caratterizzata anche per la partecipazione in un paio di banche di medie dimensioni che hanno fatto di Cimbri una sorta di king maker del settore del credito.

PIERO MONTANI

 

La partecipazione di Unipol al 20 per cento in Bper ha spinto l'ex Popolare dell'Emilia-Romagna a trasformarsi in un gruppo nazionale. Un'opera di de-provincializzazione che ha visto un anno fa il sacrificio dell'ottimo Alessandro Vandelli, sostituito da Piero Luigi Montani, oltre alla partecipazione, da attore non protagonista, nell'opas lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi, di cui Bper ha acquisito tutti gli sportelli in eccesso dopo le verifiche dell'Antitrust.

carlo cimbri

 

Determinante a Sondrio

La crescita dimensionale di Bper, oggi quarto gruppo nazionale, si accompagna a un disegno industriale che per Unipol affonda i propri motivi nel settore della banca assicurazione, non solo in Bper ma anche nella Popolare di Sondrio. In questo caso, la recente assemblea della banca valtellinese, è stata dominata proprio dalla presenza nel capitale di Unipol, che controlla il 10 per cento della banca e che è risultata determinante, con il proprio voto, per la riconferma del presidente uscente, in forza di «uno storico rapporto con il management », ha detto Cimbri.

 

fabio cerchiai

La doppia partecipazione bancaria fa di Unipol un possibile player sulla scacchiera del consolidamento del settore, anche se lo stesso Cimbri ha voluto sottolineare venerdì scorso che Unipol non farà «acquisizioni di controllo nel settore bancario».

 

Scaltro uomo di mercato, nella stessa sede, Cimbri non ha però potuto evitare di dire che le acquisizioni prima si fanno e poi si commentano, lasciando nei fatti aperta ogni opzione.

 

UNIPOL SAI 1

Piazzetta Cuccia

Se da un lato una partecipazione di controllo in un istituto di credito può aprire criticità regolamentali e di governance , la terza via imboccata da Unipol, ovvero quella delle partecipazioni di minoranza ma qualificate sembra essere maggiormente remunerativa, consentendo da un lato un ruolo di indirizzo e dall'altro ponendo UnipolSai in una posizione di privilegio come partner industriale nel mondo delle assicurazioni, un settore questo che tutta l'industria bancaria, da Intesa Sanpaolo a Unicredit, cerca di sviluppare date le significative opportunità di business .

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

 

Una nuova strada, appunto e se il piano Opening new ways promette utili cumulati da qui al 2024 per 2,3 miliardi di euro e cedole per complessivi 750 milioni, dal punto di vista della gestione delle partecipazioni Cimbri insiste per stare un passo indietro. Come nel caso di Mediobanca, dove la compagnia ha uno storico rapporto fin dai tempi di Fondiaria e una partecipazione all'1,9 per cento che però non darà seguito ad alcuna entrata nel patto di sindacato.

 

carlo cimbri 11

Strade nuove e mani libere, sembra dire Cimbri. Che liberatosi dalla quotidianità operativa può dedicarsi completamente allo sviluppo strategico di un gruppo che, negli ultimi dieci anni, ha saputo crescere come nessun altro nel settore, diventando un player capace di interpretare una realtà dominata dalla tecnologia e che non è più quella dei salotti buoni.

unipolmove 3

Ultimi Dagoreport

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA