filippo facci economia cinese

ALIMORTACCISUA, QUI GATTA CI COVID: 'IL DRAGONE PRIMA TI INFETTA E POI TI MAGNA – MENTRE IL MONDO TRACOLLA, L'ECONOMIA CINESE REGISTRA UN +3,2% DEL PIL NEL SECONDO TRIMESTRE DELL'ANNO – FACCI: “GRAZIE A COSA? ALLO STRAORDINARIO EXPORT DI DISPOSITIVI MEDICI E PRODOTTI FARMACEUTICI LEGATI AL COVID DA LORO CAUSATO, COME SE AVESSERO ESPORTATO LA MALATTIA E ANCHE LA CURA, PAGATA SALATISSIMA DA TUTTI GLI ALTRI STATI MESSI IN GINOCCHIO…”

1 - PROVE CINESI DI RIPRESA A V PER SFIDARE TRUMP

Filippo Santelli per “la Repubblica”

 

XI JINPING

La Cina, che per prima ha subito l'epidemia di coronavirus, è anche la prima grande economia globale a ritrovare la crescita. Il dato diffuso ieri, +3,2% nel secondo trimestre dell'anno, va oltre le aspettative: dopo la brusca caduta dei primi tre mesi, uno storico - 6,8%, il rimbalzo del Dragone è deciso.

 

La statistica di regime va presa con cautela, ma di questo passo l'economia cinese potrebbe disegnare una "v" e recuperare il tempo perduto durante il lockdown più rapidamente del resto del mondo.

produzione di mascherine in cina 2

 

Sarebbe un successo per la leadership comunista, capace di contenere con efficacia l'epidemia, e uno smacco per il rivale americano.

 

La risalita però è solo a metà, e i rischi sono tanti. Finora ad aver rivitalizzato il Pil sono stati soprattutto industria e infrastrutture (di Stato), mentre i consumi continuano a essere negativi nel confronto annuale.

 

Come ha avvertito un alto funzionario, resta una differenza di temperatura tra l'offerta, cioè la produzione, e la domanda. La sfida ora è convincere un popolo ancora convalescente a tornare a consumare. Ed è più difficile che ordinare alle fabbriche di riaprire.

coronavirus cina

 

2 - ALLA FINE IL VIRUS CINESE FA BENE ALLA CINA

Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

Qui gatta ci Covid. E i dati dell'istituto nazionale di statistica spiegano non solo che la nazione che ha diffuso nel mondo il Covid-19, la Cina, in termini economici «ha superato l'impatto avverso della pandemia» (quello che sta dilaniando il resto del mondo), ma il Pil cinese ora registra addirittura un balzo del 3,2 per cento nel secondo trimestre, con tanti saluti alla crisi e alla contrazione iniziale del 6,8 per cento che per la Cina era stato il peggiore dalla metà degli anni Sessanta.

xi jinping 4

 

E tutto questo senza aver neppure fissato alcun obiettivo di Pil: gli è venuto così, naturale. L'interscambio commerciale (in dollari) era già tornato positivo in giugno, e questo grazie a cosa?

 

Allo straordinario export di dispositivi medici e prodotti farmaceutici soprattutto legati al Covid da loro causato, come se avessero esportato la malattia e anche la cura, pagata salatissima da tutti gli altri stati messi in ginocchio. Pechino, di passaggio, ha anche incassato un aumento dell'import del 2,7 per cento, soprattutto per materie prime e componenti elettronici. Le borse non si sono ancora allineate al dato positivo del Pil, ma gli operatori di borsa sono stati i primi a essere rimasti spiazzati dal dato.

i cartelli nei negozi del centro di roma che rischiano di chiudere 5

 

Di fatto, proprio la Cina è il primo paese a emergere dalla crisi del coronavirus e a tornare a crescere dopo i devastanti effetti della pandemia scoppiata a inizio anno: come detto, infatti, la netta inversione di rotta risponde a un tracollo del 6,8 per cento (gennaio-marzo scorsi) che a sua volta era la prima contrazione dal 1992, quando fu iniziata la raccolta statistica su base trimestrale.

 

xi jinping con la mascherina 5

Non sono dati tanto diversi da quelli ipotizzati dagli analisti, ma fa impressione lo stesso: l'epidemia a Wuhan aveva semi-paralizzato il Paese a partire dalla fine di gennaio (-9,8 rispetto al trimestre prima) con gli investimenti calati del 16 per cento, e quelli in infrastrutture diminuiti del 20. L'export era sceso del 13,3 nel trimestre, insomma un disastro. Ora siamo al 3,2 di Pil, risultato giudicato impossibile dalle stime del Fondo Monetario Internazionale: nell'intero 2020 il Pil - dicevano - non potrà espandersi più dell'1,2 per cento, considerando che la pandemia avrebbe anche inciso su export e servizi.

 

coronavirus cina

DATI SCONFORTANTI E noi, noi Italia, Paese tra i primi a essere colpiti (dalla Cina) e tra i primi (in teoria) ad aver reagito? Anche questi dati sono noti: il 24 giugno il Fondo Monetario internazionale ha previsto un Pil globale (mondiale) in calo del 4,9 per cento che in Italia dovrebbe risultare del -12,8 per cento, impatto definito «catastrofico» sull'occupazione e con povertà in aumento, tanto per cambiare. Ad aprile il Fondo prevedeva il 3 per cento: ora il 4,9.

giuseppe conte pil recessione

 

E chissà che la stima non peggiori ancora. Le conseguenze sui ceti più deboli potrebbero minacciare ogni progresso nella lotta alla povertà (unica eccezione la Cina, appunto) e si calcola che tra il 2020 e il 2021 l'economia globale perderà 12.500 miliardi di dollari rispetto alle proiezioni fatte a gennaio, prima del Covid, quando si stimava una crescita del 3,3 per cento. Ora si calcola che il commercio mondiale subirà una contrazione quasi del 12 per cento.

 

NESSUNO PEGGIO DI NOI Restando all'Europa, si parla di una contrazione prevista del 10,2 (che diverrà un 6 per cento nel 2021) e specificamente per l'Italia si rischia una flessione del 12,8, in linea con le previsioni più pessimistiche di Bankitalia. La Germania va verso un -7,8 per cento. Per il Regno Unito, fuori dalla Ue, la flessione supererà il 10 per cento.

RECESSIONE

 

Negli Stati Uniti, che viaggiano verso le presidenziali di novembre in un clima sociale molto teso, la contrazione sarà dell'8 per cento. Perfino l'India, dove i contagi continuano ad aumentare, subirà una contrazione. la prima in oltre 40 anni, con il Pil in calo del 4,5 per cento. Brasile: calo del 9,1.

 

Russia: giù del 6,6. Insomma, nessuno meglio della Cina - origine del virus - e nessuno peggio di noi. Anche perché dal 2022 - questo è sicuro - dovremmo ridurre le spese dello Stato di 10-15 miliardi l'anno: e non potremo più indebitarci come se non ci fosse un domani, perché il futuro è già arrivato e chiede il conto.

XI JINPINGRECESSIONE 1recessione usaRECESSIONEcensura cina 5ricerca in cina contro il coronavirusstatue con la mascherina in cina 2xi jinping 2statue con la mascherina in cina 1xi jinpingmercato del pesce di wuhanil virus cinese simile alla sars 1il virus cinese simile alla sars la diffusioneil virus cinese simile alla sars 3coronavirus cina

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...