jeff bezos lina khan

ATTENZIONE MR. BEZOS, C'È UN NUOVO SCERIFFO IN CITTÀ! - ALLA NUOVA PRESIDENTE DELLA FEDERAL TRADE COMMISION, LINA KHAN, NON PIACE PER NULLA LA STRATEGIA DI JEFF BEZOS CHE AFFOSSA I SUOI COMPETITOR CON DEI PREZZI PREDATORI PER POI DIVORARLI - SU MR. AMAZON ORA PENDE UNA SPADA DI DAMOCLE CHE POTREBBE SPEZZETTARE (COME È GIÀ SUCCESSO PER "STANDARD OIL") IL SUO VASTISSIMO IMPERO CHE VA DALLA PODUZIONE DI CAMPANELLI ALLA SANITÀ...

Paolo Mastrolilli per “Affari & Finanza - la Repubblica”

 

jeff bezos washington post

Dai libri agli alimentari, dai servizi digitali ai prodotti finanziari. E ora anche la sanità di base. Il gruppo si allarga in ogni direzione, con l'obiettivo di affondare i concorrenti ma rischia sanzioni dalla Ftc, fino allo spezzatino. Desiderate la tranquillità mentale di un piano B, quando l'umanità sarà costretta ad abbandonare il pianeta Terra e cercare rifugio in qualche angolo dello spazio?

 

jeff bezos investe in sanita

Chiedete a Jeff Bezos. L'ex libreria è diventata ormai «inescapable», come l'aveva definita la PBS nel suo documentario Amazon Empire, un impero ineludibile su cui non tramonta mai il sole. Così però ha attirato l'attenzione della sua nemesi storica, nella persona della nuova presidentessa dalla Federai trade commission (Ftc) Lina Khan, che fin da quando studiava a Yale contestava il modello delle acquisizioni verticali scelto da Bezos. E ormai, in una specie di "Game of Thrones", siamo arrivati alla sfida finale, in cui uno solo dei protagonisti potrà restare in piedi.

meme su jeff bezos 4

 

Jeff aveva costruito Amazon nel 1994 dal garage di casa, grazie ad un prestito da 245.573 dollari dei suoi genitori, tanto generoso quanto scriteriato, almeno all'epoca. Ora possiede una compagnia che vale 1,5 trilioni di dollari, la seconda dopo Apple a varcare questa soglia, e si litiga con Elon Musk il titolo di uomo più ricco al mondo. Nel 2021 ha incassato ricavi per 469 miliardi di dollari, ossia circa una ventina di vecchie "finanziarie" italiane, e profitti per 33,36 miliardi. Pochini, in proporzione.

Jeff Bezos

 

C'è un perché, che poi ci aiuterà a capire meglio questa storia. Dà lavoro a 1,6 milioni di persone, anche se non tutte felicissime, perché si oppone strenuamente all'ingresso dei sindacati nei suoi stabilimenti, urtando così pure il presidente Biden. La pandemia lo ha aiutato, se ne avesse avuto bisogno, perché ci ha costretti ancor più a fare acquisti da casa. Così ha affittato altri 12 Boeing 767 cargo, portando la sua flotta a 80 aerei, e aperto oltre 200 centri per impacchettare e consegnare le merci. Oltre il 70% degli americani ha usato Amazon durante il Covid, e circa la metà di loro non ha più alcuna intenzione di rimettere piede in un negozio di mattoni.

LINA KHAN

 

Nel corso degli anni la libreria si è allargata in ogni direzione: ha speso 13,7 miliardi di dollari per comprare i supermercati Whole Foods; 8,45 per gli studi cinematografici e televisivi Mgm; 1,2 per i veicoli autonomi Zoox; 1,2 per le scarpe e l'abbigliamento di Zappos; 970 milioni per il servizio streaming specializzato nei videogame Twitch; 839 milioni per i campanelli e la sicurezza delle abitazioni Ring; 775 milioni per i robot di Kiva; 753 milioni per la farmacia Pill-Pack, e 580 milioni per Souq, la più grande piattaforma di commerci online nel mondo arabo.

 

L'ultima acquisizione, ancora al vaglio della Ftc, è quella per 3,9 miliardi di dollari di One Medical, servizio sanitario con circa 190 studi medici in 25 mercati. Tutti poi conoscono il pervasivo "maggiordomo" dell'intelligenza artificiale Alexa, le consegne a domicilio con i droni, il cloud usato anche dalla Cia, la logistica, i prestiti a chi vuole sviluppare i propri prodotti per venderli su Amazon, eccetera.

 

jeff bezos amazon

Per capire la probabile direzione futura della compagnia, aiuta la scelta fatta da Bezos nell'indicare il suo successore come ceo. Fino al 2021 Andy Jassy aveva guidato Amazon Web Services, la sussidiaria che si occupa del cloud e di vari altri servizi digitali. Non solo è ovvio pensare che il nuovo amministratore delegato abbia un'attenzione speciale per la sua ex creatura, ma con gli oltre 62 miliardi di ricavi incassati nel 2021, e gli alti profitti, AWS si impone come una prospettiva dominante nel futuro dell'azienda. Ovvio poi pensare ad altre acquisizioni, vista per esempio la collaborazione già avviata con Grubhub per le consegne di cibo a domicilio.

 

Jeff Bezos Washington Post

Grandi sorprese inoltre potrebbero venire dallo sconfinato portafoglio di brevetti che la compagnia ha accumulato nel corso degli anni. La domanda per il primo "patent" era stata presentata nel 1995, ma ormai siamo a oltre 14.000, di cui circa 4.000 relativi ai web services, 2.400 al cloud computing, 1.400 alla logistica, e 1.200 all'intelligence artificiale.

L'e-commerce arriva solo in quinta posizione, incalzato assai da vicino dal media streaming.

 

elon musk e jeff bezos

Le dimensioni dell'impero su cui non tramonta mai il sole hanno ovviamente attirato problemi antitrust. Tra le altre cose, l'Unione europea ha contestato il vantaggio garantito da Amazon ai suoi prodotti, a volte copiati da quelli dei rivali, offerti sulla stessa piattaforma. La Ftc sta indagando le pratiche per gli abbonamenti Prime, sospettate di essere ingannevoli per come spingono le sottoscrizioni e complicano le cancellazioni. Chissà poi quanti vorranno affidare le proprie informazioni mediche a questo colosso, che gestisce anche il cloud usato dall'intelligence, e punta a rendere onnipresente Alexa con la sua intelligenza artificiale.

 

jeff bezos

Sullo sfondo inoltre c'è la minaccia dell'American Innovation and Choice Online Act, presentato in Congresso proprio per impedire alle grandi piattaforme digitali di offrire un trattamento preferenziale ai propri prodotti. La spada di Damocle che pende sulla testa di Amazon è però insieme filosofica e pratica, perché potrebbe portare allo spezzatino della compagnia, come era accaduto per Standard Oil nel settore petrolifero o Bell System in quello telefonico. Il modello scelto da Bezos è quello delle acquisizioni verticali, ossia compagnie della supply chain impegnate in altri settori, invece di quelle orizzontali, cioè competitori diretti tipo Walmart.

 

JEFF BEZOS

Per vincere ha accettato la pratica del "predatory pricing", prezzi bassi che fanno fallire i competitori. Il risultato sono stati anche i profitti contenuti, ma ciò è meno rilevante, perché la strategia si basa sull'obiettivo di prevalere nel lungo termine dominando l'intero mercato. Il secondo vantaggio essenziale è stato il controllo delle infrastrutture da cui dipendono anche i rivali. Lina Khan aveva denunciato queste pratiche nell'articolo "Amazon's Antitrust Paradox".

 

jeff bezos

Il giudice conservatore Robert Bork riteneva che le leggi antitrust servano a garantire prezzi bassi ai consumatori, e quindi sono paradossali quando per proteggere la concorrenza provocano invece prezzi più alti. Khan sostiene il contrario, quindi il paradosso di Amazon è che abbassa i prezzi, e rinuncia ai profitti, pur di affondare i competitori. La California le ha appena fatto causa. Il rimedio, secondo Lina, è vietare o spezzettare le acquisizioni verticali. Il che segnerebbe la morte di Amazon, almeno per come l'ha immaginata finora Bezos.

claudio del vecchio con jeff bezos jeff bezosjeff bezosjeff bezos

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?