giovanni zonin

BACIAMI 'STO… - RICORDATE LE OPERAZIONI ''BACIATE'', QUEI PRESTITI CONCESSI DALLA BANCA POPOLARE DI VICENZA SOLO IN CAMBIO DI ACQUISTO (A PREZZI GONFIATI) DELLE AZIONI? IL TRIBUNALE DI VENEZIA HA STABILITO CHE I DEBITORI NON SONO TENUTI A RESTITUIRE I PRESTITI. LA DECISIONE DA' SPERANZA A CIRCA MILLE SOCI RIMASTI FREGATI, CON IN MANO AZIONI DAL VALORE NULLO MA RATE CHE LA BANCA INTENDE RISCUOTERE. SI PARLA DI UN MILIARDO DI EURO...

Nicola Borzi per www.ilfattoquotidiano.it

 

ZONIN E FIGLI

Un’importante decisione ridà speranze a un migliaio di soci che sono rimasti “incastrati” nel meccanismo delle operazioni “baciate” della Banca Popolare di Vicenza. Una sentenza che potrà essere applicata anche nelle analoghe situazioni che hanno coinvolto azionisti di Veneto Banca e di tutte le Popolari ed ex Popolari nelle quali un finanziamento, un mutuo, un prestito o una linea di credito sono stati erogati ai clienti a condizione che, in tutto o in parte, servissero anche alla sottoscrizione di azioni dell’istituto erogatore. Clienti azionisti che sono rimasti quasi tutti con il debito, mentre il valore delle azioni – illiquide e non quotate -, come pure delle obbligazioni subordinate, si è azzerato con le liquidazioni coatte amministrative di BpVi e di Veneto Banca con il decreto del 25 luglio 2017.

ZONIN CON LA MOGLIE

 

La sentenza 1758/2019 del Tribunale di Venezia

Al termine di un contenzioso durato quasi tre anni e promosso da un azionista della Popolare di Vicenza, assistito dall’avvocato Mario Azzarita dello Studio legale Sat di Padova, il 29 luglio è arrivata la sentenza n. 1758/2019 della sezione Imprese del Tribunale di Venezia che ha stabilito la nullità delle cosiddette “operazioni baciate”.

 

montebello proteste sotto la villa di zonin

I magistrati Lina Tosi, Alessandra Ramon e Lisa Torresan della sezione specializzata in materia societaria del tribunale veneziano hanno ritenuto le “baciate” contrarie all’articolo 2358 del Codice Civile che vieta alle società per azioni di finanziare gli acquisti di azioni proprie. Il Tribunale ha chiarito che questo divieto si estende anche alle società cooperative, qual era Popolare di Vicenza all’epoca dei fatti, ed in particolare alle banche popolari. Nel caso specifico si trattava di un collocamento di azioni proprie della BpVi con finanziamento collegato per circa 1,4 milioni di euro.

 

Sotto la lente anche le obbligazioni convertibili

risparmiatori banca popolare vicenza

Il collegamento tra finanziamento e acquisto di azioni è stato considerato dimostrato dalla vicinanza temporale tra l’operazione di finanziamento e quella di sottoscrizione delle azioni, data anche la conferma della strumentalità del finanziamento da parte dei funzionari della banca che sono stati chiamati a testimoniare. La nullità stabilita dal Tribunale ha liberato l’azionista dall’obbligo di restituire alla banca, ora rappresentata dai liquidatori, le somme utilizzate per comprare le azioni.

risparmiatori banca popolare vicenza 1

 

Con la sentenza 1758/2019 il Tribunale di Venezia ha poi messo in dubbio anche la validità dei finanziamenti per l’acquisto di obbligazioni convertibili della banca, in particolare quelle emesse durante l’aumento di capitale di BpVi del 2013. Anche queste operazioni potrebbero essere prive di una causa meritevole e dunque nulle, così come gli acquisti di azioni. Secondo l’avvocato Mario Azzarita dello Studio legale Sat “questa sentenza è un precedente fondamentale nella delicata vicenda delle banche venete che si spera possa aprire la strada a una definitiva soluzione uniforme delle operazioni baciate da parte della procedura di liquidazione coatta amministrativa”».

gianni zonin stefano dolcetta

 

Le operazioni “baciate” di BpVi valevano un miliardo

Le operazioni furono definite “baciate” perché ai clienti che chiedevano prestiti o finanziamenti veniva concesso un ammontare più elevato, o magari un tasso d’interesse più basso, a patto che sottoscrivessero azioni della Vicenza o di Veneto Banca. Il marchingegno coinvolse oltre un migliaio di soci per un importo di capitale finanziato, come fu riportato dalla Bce dopo la lunga ispezione del 2015 in BpVi, per la cifra record di quasi un miliardo di controvalore delle azioni.

 

 

popolare vicenza 3

Un miliardo che sparì dalle tasche dei soci convinti a comprarsi le azioni con il debito annesso, ma anche dal patrimonio di vigilanza della banca, dal quale venne dedotto aprendo la strada al baratro del deficit patrimoniale che portò la Popolare di Vicenza a tentare inutilmente l’ennesimo aumento di capitale per poi, fallito il salvataggio da parte dei soci, passare nelle mani del Fondo Atlante e da quelle alla liquidazione. Nel falò della Vicenza andarono bruciate azioni di 120mila soci per circa 6,5 miliardi di euro mentre 630 soci “fortunati”, ma sarebbe meglio dire privilegiati grazie alla rete delle loro amicizie, riuscivano a vendere le loro azioni al prezzo massimo di 62,5 euro tra settembre del 2014 e febbraio del 2015 prima chiudesse il mercato della compravendita dei titoli BpVi.

 

Ma a Vicenza invece danno ragione alla banca

popolare vicenza 2

Molti azionisti di BpVi, in ragione dell’azzeramento del valore delle azioni della banca, hanno contestato in giudizio a vario titolo la validità dell’investimento effettuato grazie a provvista concessa dalla Vicenza, chiedendone la condanna alla restituzione dell’importo investito o comunque l’accertamento che il rimborso del finanziamento non è più dovuto. Nei mesi scorsi però decisioni di segno diametralmente opposto a quelle del Tribunale di Venezia, favorevoli alla liquidazione e a sfavore dei soci che avevano sottoscritto le “baciate”, erano state prese con due sentenze del Tribunale di Vicenza (la numero 951 del 30 aprile 2019 e la numero 1066 del 9 maggio 2019), con le quali due diversi giudici hanno dichiarato l’improcedibilità di tutte le domande formulate nei confronti di BpVi per le “baciate” proprio sul fronte dell’accertamento della nullità delle operazioni.

 

Ecco perché la sentenza 1758/2019 della Sezione imprese del Tribunale di Venezia è estremamente importante: se questa linea dovesse fare giurisprudenza, venendo recepita anche da altri tribunali e in altri gradi di giudizio, gli organi della liquidazione coatta amministrativa della BpVi, che facevano conto sul recupero del miliardo di euro erogato dalla banca nelle “baciate”, dovranno rinunciare a recuperare quell’importo.

 

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")