christine lagarde bce

UNA BANCA MOLTO CATTIVA - LA BCE STUDIA UNA ''BAD BANK'' PER GESTIRE I CREDITI DIVENTATI TOSSICI A CAUSA DELLA PANDEMIA, GIÀ A 500 MILIARDI DI EURO MA CHE POTREBBERO RADDOPPIARE NELLO SCENARIO PEGGIORE DI UNA RECESSIONE CHE METTE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI FAMIGLIE E IMPRESE NELL'IMPOSSIBILITÀ DI RIPAGARE I PRESTITI

 

Domenico Conti per l'ANSA

 

christine lagarde 1

Una bad bank europea per gestire i crediti diventati tossici a causa della pandemia, già a 500 miliardi di euro ma che potrebbero raddoppiare nello scenario peggiore di una recessione che mette centinaia di migliaia di famiglie e imprese nell'impossibilità di ripagare i prestiti. Il Covid potrebbe così riuscire dove non riuscì la grande crisi finanziaria: far decollare un veicolo finanziario cui conferire congiuntamente prestiti andati a male. L'ipotesi - secondo due fonti citate dalla Reuters - è allo studio della Bce, che avrebbe creato una task force e sarebbe in contatto con banche e istituzioni europee.

 

enria

No comment dalla banca centrale. Che però ricorda quanto detto ieri in merito da Andrea Enria, presidente del Consiglio di Vigilanza e negli anni passati, quando era presidente dell'Autorità bancaria europea, fautore di un'iniziativa del genere. "Ho sostenuto l'idea di società di gestione degli asset, penso siano utili" aveva detto ieri Enria sottolineando il successo delle bad bank create in Spagna e Irlanda subito dopo la crisi di un decennio fa. Ma parlarne ora è "prematuro", ha detto il capo della Vigilanza: lo si farà più in là, se gli Npl saliranno più che nella crisi passata "credo che potrebbe esserci spazio per considerare misure aggiuntive".

 

La Bce, secondo le indiscrezioni, si sarebbe già messa al lavoro per capire come le banche europee - pur protette da 600 miliardi di capitale e da una drastica riduzione dei crediti deteriorati (Npl) negli anni passati - potranno affrontare la situazione se la crisi attuale dovesse peggiorare. Francoforte stima una recessione pari a -8,7% quest'anno, ma non nasconde uno scenario peggiore a -13%. E uno dei modi per affrontare il colpo subito da famiglie e imprese col lockdown, specie in Italia, sono state le moratorie sui prestiti.

 

CONTE LAGARDE

Che hanno neutralizzato il problema dal punto di vista del debitore, ma lo hanno solo rinviato per quel che concerne il creditore. Scongiurare lo scenario in cui alla recessione faccia seguito una crisi bancaria (che finirebbe per esacerbare tensioni già alle stelle sui debiti pubblici) è una delle priorità dei policymaker europei, memori della crisi passata. Una delle ipotesi allo studio - la Bce è in contatto con le banche e le istituzioni Ue - coinvolgerebbe il Mes, il fondo di salvataggio che ha appena creato una linea di credito per l'emergenza sanitaria: con la sua garanzia le banche sottoscriverebbero bond emessi dalla bad bank ripagandoli in portafogli di crediti.

 

E con quei bond potrebbero rifinanziarsi alla Bce. Una mutualizzazione dei crediti deteriorati, a lungo osteggiata dalla Germania in passato e che anche ora, dopo che la cancelliera Angela Merkel ha fatto una storica apertura all'emissione di debito comune dei Paesi dell'euro e ai trasferimenti di risorse da un Paese all'altro, rischia di creare malumori a Berlino.

LAGARDE - MERKEL - VON DER LEYEN

 

Proprio l'eredità degli Npl passati - oltre che la forte esposizione delle banche di alcuni Paesi al debito pubblico - ha finora tenuto in ostaggio il completamento dell'Unione bancaria che richiede la garanzia comune dei depositi. Tutto potrebbe dipendere, alla fine, da come la crisi impatterà sulle banche dei diversi Paesi: a giugno 2019 le italiane avevano ancora un Npl ratio del 7,9% (ma drasticamente ridotto dal 17% del 2014). Le tedesche erano ad appena l'1,3%, le francesi al 2,6%. E la Germania, dopo aver accumulato surplus di bilancio durante gli anni 'buoni', ha potuto dispiegare risorse pubbliche ingenti per fare ombrello a famiglie e imprese durante il lockdown, peraltro molto più blando di quello italiano o francese.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO