bergoglio vaticano

BERGOGLIO PRENDE IL FORBICIONE - IL VATICANO A CORTO DI DENARI CHIEDE DI CENTELLINARE GLI STRAORDINARI DEL PERSONALE, CHE PESANO PER IL 20% SUL COSTO COMPLESSIVO DELLE RETRIBUZIONI - IN PASSATO GLI STRAORDINARI VENIVANO UTILIZZATI PER AUMENTARE LE RETRIBUZIONI DEI DIPENDENTI, SPESSO IN MODO DISCREZIONALE E AUTONOMO - IL RICHIAMO ALL’USO OCULATO HA FATTO NASCERE MALUMORI PERCHÉ LA MALELINGUE SOSTENGONO CHE…

papa francesco bergoglio e il cardinale parolin

Franca Giansoldati per “il Messaggero”

 

La guerra degli straordinari all'ombra del Cupolone. In tempi di crisi economica legata al Covid anche il Vaticano sta cercando di contenere i costi. Da tempo le differenti amministrazioni vengono messe sotto la lente d'ingrandimento. L'obiettivo è di ottenere un quadro esaustivo delle spese complessive settore per settore che ogni mese gravano sui bilanci. Si tratta di una attività necessaria a fare previsioni e a capire quanto i costi fissi incidono sulle risorse della Santa Sede.

 

Giuseppe Bertello

AUSTERITY

Gli stipendi in particolare rappresentano la voce di bilancio più onerosa, specie in questo periodo in cui le entrate sono drasticamente crollate con il turismo. Cosa che del resto è stata fatta notare anche durante l'ultima riunione dei capi dicastero da Papa Francesco. Lui stesso aveva invitato a essere rigorosi, a evitare spese superflue, a mantenere il blocco delle assunzioni, usando con il contagocce persino gli straordinari, in passato utilizzati per aumentare le retribuzioni dei dipendenti, spesso in modo discrezionale e autonomo.

 

L'analisi delle uscite e verificarne la correttezza spetta all'Ufficio del Revisore Generale che, stavolta, ha notificato al Governatorato un eccesso di spese per gli straordinari pari al 20% circa sul costo complessivo rispetto alle retribuzioni ordinarie. Una comunicazione interna diretta al cardinale Giuseppe Bertello che presiede questa realtà articolata e complessa, composta una lista lunghissima di uffici, dipartimenti, organismi.

papa francesco bergoglio e il cardinale parolin

 

Si va dalla gendarmeria, ai servizi tecnici, dalla falegnameria, agli ascensoristi, dai medici, alla Floreria, dai magazzini, alle ville pontificie, dalla azienda agricola, all'officina, ai laboratori, la sala operativa, le telecomunicazioni, la Specola. L'amministrazione del Governatorato è effettivamente la più importante delle realtà interne al Vaticano, praticamente una sorta di grande municipio dal quale dipendono tutti coloro che fanno funzionare il piccolo stato pontificio, per un totale di 3 mila dipendenti.

 

RILIEVI

In una lettera riservata il nuovo Revisore Generale (ad interim), Alessandro Cassinis Righini ha chiesto al Governatorato spiegazioni di quel 20% in più di straordinari. «La documentazione fornita successivamente, attestante le motivazioni che hanno originato la richiesta di straordinario, non risulta adeguata in quanto nella maggior parte dei casi non viene riportata una specifica motivazione, ma viene espressa una generica giustificazione spesso legata al ruolo svolto: si nota per tale motivo un diffuso automatismo all'utilizzo degli straordinari che porta alla consuntivazione di costi molto elevati».

 

GENDARMERIA VATICANA

Il Revisore si lamenta anche per il processo di gestione degli straordinari strutturato senza tenere conto dei vincoli esistenti. Non solo. Viene sottolineato che lo sforamento andrebbe tecnicamente presentato con un piano di lavoro in anticipo di un anno ma che il Governatorato pare non abbia svolto a dovere. Morale: «L'eccessiva diffusione della misura dello straordinario, circa il 55% dei dipendenti percepisce in media più di 250 euro mensili di retribuzioni straordinarie tutti i mesi». L'analisi del Revisore è molto rigorosa dal punto di vista tecnico e non fa altro che seguire protocolli standard e le indicazioni arrivate dal Papa e dai cardinali che fanno parte del C6 - il gruppo dei consiglieri - per uniformare ogni voce e avere e tenere sotto controllo le uscite.

GENDARMERIA VATICANA

 

DISCREZIONALITÀ

Il richiamo all'uso oculato degli straordinari nasconde parecchio malumore tra i dipendenti, visto che ci sarebbero settori in cui questi vengono ammessi con maggiore facilità, a discrezionalità dei responsabili. Le malelingue indicano che si concentrano soprattutto tra i gendarmi, nell'ufficio giuridico, alla segreteria generale e in qualche altro ufficio minore. Naturalmente tutto è oggetto di valutazioni contabili e di una austerity ormai necessaria.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…