giancarlo giorgetti fabrizio palenzona anna maria poggi

CAOS ALLA FONDAZIONE CRT: IL COMMISSARIAMENTO NON È ANCORA ESCLUSO – L’ARRIVO DI ANNA MARIA POGGI COME NUOVO PRESIDENTE AL POSTO DI PALENZONA SLITTA: IL TESORO NON HA ANCORA SCIOLTO LA RISERVA E POTREBBE COMMISSARIARE IL SOLO CDA. MA GIORGETTI NICCHIA PER NON TURBARE L’AUTONOMIA PREDICATA DA GIUSEPPE GUZZETTI – IL PIEMONTESE CROSETTO (VICINO A PALENZONA) IN PRESSING: “NON C’È ALTRA SOLUZIONE”

Articoli correlati

SILENZIO, PARLA PALENZONA: \'A TORINO NON C'E SPERANZA, NON C'E CLASSE DIRIGENTE E CHI VIENE ...

DAL VULCANICO PALENZONA ALLA SCIALBA ANNA MARIA POGGI: CHE SUCCEDE ALLA FONDAZIONE CRT?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Claudia Luise e Andrea Rossi per “La Stampa”

 

ANNA MARIA POGGI

La strada che dovrebbe portare Anna Maria Poggi alla presidenza di Fondazione Crt potrebbe essere più lunga – e tortuosa – del previsto. E non è escluso che la giurista dell'Università di Torino si ritrovi a cedere il passo a un commissario inviato da Roma. O a coabitarvi per un po'. O ancora, visto che sul suo nome si è realizzata una convergenza totale, venga lei stessa incaricata di riportare ordine nella Fondazione terremotata da mesi di veleni.

 

Da una parte ci sono funzionari e dirigenti del ministero delle Finanze che ancora non hanno visionato tutte le carte ma sembra si siano già fatti un'idea piuttosto chiara della situazione. Dall'altra c'è il ministro Giancarlo Giorgetti che sarebbe meno restio di qualche giorno fa all'ipotesi commissario.

 

GIANCARLO GIORGETTI

Ipotesi che potrebbe anche essere limitata al solo consiglio d'amministrazione della Fondazione. Di sicuro c'è che Crt non ha fatto molto negli ultimi tempi per mettersi al riparo dall'occhio di Roma. Gli stessi documenti richiesti dalla vigilanza del Mef al cda al momento presieduto da Maurizio Irrera sono stati inoltrati con un certo ritardo e per di più incompleti.

 

E questo nonostante la proroga concessa. Una tempistica che potrebbe impedire al ministero di pronunciarsi sull'esposto dell'ex presidente Palenzona e in generale sulla correttezza dell'operato degli organismi della Fondazione prima di martedì, giorno in cui il Consiglio d'indirizzo dovrebbe riunirsi per votare Poggi.

 

fabrizio palenzona

Chi ha visionato i dossier Crt parla di un quadro da cui emergerebbero fatti di una certa gravità, soprattutto rispetto a un consiglio d'amministrazione che nell'ultimo anno ha messo sotto scacco due presidenti, cacciato un segretario generale fino all'epilogo in cui i vari membri si sono auto assegnati una girandola di nomine in enti partecipati dalla Fondazione.

 

Senza contare la defenestrazione di Palenzona preparata – così è scritto nell'esposto inviato al Mef – durante una riunione in cui uno dei consiglieri d'amministrazione sarebbe stato forzato dagli altri a voltare le spalle al presidente. Diverso il caso del Consiglio d'indirizzo, fresco di nomina e in buona parte rinnovato, dunque estraneo alle vicende degli ultimi mesi.

 

FABRIZIO PALENZONA - MAURIZIO IRRERA - CATERINA BIMA - DAVIDE CANAVESIO - ANNA MARIA DI MASCIO - ANTONELLO MONTI

Sui destini della Fondazione incombono non soltanto scelte tecniche ma politiche. Qualora si accertasse che sono state compiute irregolarità ma non tali da aver pregiudicato il funzionamento dell'ente, il commissariamento non sarebbe una strada obbligata […].

 

E la valutazione del ministro Giancarlo Giorgetti diventerebbe decisiva. Il titolare del Mef […] non era animato da un irrefrenabile volontà di spedire un commissario a Torino, mossa che ha un solo precedente nella storia delle fondazioni (il Banco di Napoli) e verrebbe vista nel mondo finanziario come una pesante ingerenza della politica e un vulnus all'autonomia predicata da Giuseppe Guzzetti.

 

Il titolare del Mef d'altra parte è ben consapevole della gravità dei fatti emersi e si sarebbe convinto che i margini per commissariare ci sarebbero. Anche in seno al governo c'è chi la pensa così, vedi il ministro della Difesa Guido Crosetto, che da giorni va ripetendo nei suoi colloqui privati di non vedere altra soluzione.

 

GUIDO CROSETTO

I maligni fanno notare due aspetti: la storica vicinanza tra Crosetto e Palenzona; e il fatto che nella votazione dell'ultimo Consiglio d'indirizzo Fratelli d'Italia sia uscita con le ossa rotte, con la cuneese Annalisa Genta indicata dal Consiglio regionale ma impallinata dal voto segreto.

 

[…] Torino prova a resistere e a evitare l'onta del commissario che darebbe ragione alle pesanti accuse lanciate da Palenzona su La Stampa di ieri, un attacco cui ieri nessuno ha voluto replicare apertamente. In quest'ottica va letta l'accelerazione del nuovo Consiglio d'indirizzo, che in pochissimi giorni ha nominato l'ultimo membro mancante e indicato Poggi come presidente in pectore. Due passaggi avvenuti all'unanimità […]

fondazione crt

ANNA MARIA POGGI

ANNA MARIA POGGI

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…