andrea orcel banco bpm

CHE SUCCEDE DOPO IL BLITZ DI ORCEL SU BANCOBPM? – LE TANTE DOMANDE SUL RISIKO BANCARIO, ORA CHE UNICREDIT È USCITA ALLO SCOPERTO: COME REAGIRÀ LA PRIMA BANCA ITALIANA, INTESA SANPAOLO? CHE CE FAMO CON MPS? MEDIOBANCA E GENERALI RESTERANNO A GUARDARE? E UNIPOL? – LO SNODO DEI FRANCESI DI CREDIT AGRICOLE, PRIMI SOCI DI BPM: SI ACCORDERANNO CON UNICREDIT, CON CUI GIÀ COLLABORANO NEL RISPARMIO GESTITO CON “AMUNDI”? OPPURE SPOSERANNO UN PROGETTO ALTERNATIVO, MAGARI CON BPER, PER NON VEDER RIDIMENSIONATA LA LORO PARTECIPAZIONE (NEL NUOVO COLOSSO, AVREBBERO SOLO IL 2%, DAL 9 ATTUALE)

1. UNICREDIT-BPM, LA REAZIONE A CATENA CHE SCUOTE LE BANCHE EUROPEE

Estratto dell’articolo di Gianluca Paolucci per www.lastampa.it

 

andrea orcel

Una reazione a catena con un nome e un cognome: Andrea Orcel. È lui il protagonista indiscusso del terremoto che sta scuotendo le fondamenta del sistema bancario italiano e europeo. Prima con l’acquisto a sorpresa del 10% di Commerzbank messo in vendita dal governo tedesco, oggi con l’annuncio di un’offerta carta contro carta per Banco Bpm.

 

In mezzo, lo stesso Banco Bpm che lancia un’opa da 1,6 miliardi sui fondi di Anima. E che dopo anni di rifiuti rompe gli indugi e acquista il 5% di Mps in una operazione “di sistema” che stabilizza l’azionariato della banca senese […]

 

unicredit commerzbank

Se la mossa su Commerzbank ha accesso il risiko del confidamento paneuropeo, ha anche costretto Banco Bpm a uscire dal suo isolamento per cercare di evitare di diventare a sua volta una preda.

 

Qui entra in gioco il fattore tempo, fondamentale. Le mire di Orcel su Banco Bpm non sono certo una sorpresa, ma le aspettative degli osservatori erano di una mossa che poteva arrivare solo dopo aver chiuso […] la partita tedesca con Commerzbank. Il 61enne banchiere che guida UniCredit ha spiazzato tutti, lanciando l’offerta […] con Commerzbank ancora nell’incertezza e Bpm che ha appena incassato un credito politico grazie all’intervento su Mps.

 

TORRE UNICREDIT A MILANO

Indipendentemente dall’esito delle varie partite, non finisce qui. Come reagirà la prima banca italiana, Intesa Sanpaolo? Banco Bpm accelererà nel consolidamento con Mps? La galassia Mediobanca - Generali resterà a guardare? Unipol, che avrebbe voluto allargare a Mps il suo polo bancario assicurativo, resterà confinato ai margini del grande riassetto? Domande che da oggi e per i prossimi mesi guideranno le azioni dei mercati, dei regolatori e dei governi. Nessuno di questi attori può permettersi di restare a guardare.

 

2. GRANDI SOCI RIDIMENSIONATI: FARO SULLE MOSSE DI AGRICOLE

Andrea Orcel giuseppe castagna

Estratto dell’articolo di Marigia Mangano per “il Sole 24 Ore”

 

L’Ops da dieci miliardi lanciata da UniCredit su Bpm spariglia tutte le carte, rimescola gli equilibri e stravolge i piani di molteplici attori: innanzitutto lo Stato, colto di sorpresa, ma anche gli azionisti, vecchi e nuovi, di quell’asse embrionale Bpm-Mps faticosamente costruito, e infine, i grandi “esclusi”.

 

Anche da loro […] dipenderà in un certo senso l’esito della prima grande operazione domestica che […] creerebbe un gruppo da 70 miliardi di capitalizzazione dove al di là del peso dei fondi, gli unici due soci privati e industriali che manterrebbero delle posizioni superiori al 2% sarebbero la Delfin della famiglia Del Vecchio e i francesi del Credit Agricole.

 

MASSIMO TONONI GIUSEPPE CASTAGNA

[…]  Il blitz […] ha sorpreso tutti. Partendo dal Governo che aveva appena sistemato, con soddisfazione di tutti, quell’ultima tranche del Monte dei Paschi di Siena in modo tale da blindare Siena e creare le condizioni per dar vita al terzo polo bancario del Paese.

 

La cordata formata dal Mef, BancoBpm-Anima, Caltagirone e Delfin in Mps assicurava infatti l’esistenza di una minoranza a presidio dell’italianità della banca, che difendeva la banca da eventuali interessi stranieri.

 

L’Ops della banca di Gae Aulenti su Bpm si sovrappone così alla sistemazione del dossier Mps e blocca, almeno in linea teorica, un processo di avvicinamento della stessa Bpm verso Siena che sembrava quantomeno avviato.

 

giuseppe castagna banco bpm

Non solo. La mossa di Orcel spiazza allo stesso tempo una serie di attori che si erano posizionati in Mps in un’ottica di operazione di sistema fortemente voluta da Palazzo Chigi.

Partendo dai due gruppi industriali della cordata: la Delfin della famiglia Del Vecchio e il gruppo di Francesco Gaetano Caltagirone.

 

Già, perché nella lunga lista di azionisti […] chiamati in causa dal blitz di Orcel compaiono da un lato i soci chiave di UniCredit e di Bpm, le due controparti coinvolte, ma anche i soci di Siena e chi, come Delfin e Caltagirone, ricopre un duplice ruolo.

 

Delfin, per esempio, oltre a essersi posizionata in Mps insieme a Francesco Gaetano Caltagirone con il 3,5% a testa, rappresenta anche il primo socio privato di UniCredit con una quota del 2,7% ma è proiettata già verso il 3% come risultato dei buy back annunciati da Gae Aulenti. Caltagirone, invece, è anche azionista di Bpm con una quota del 2% circa.

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

[…] Lo snodo Crédit Agricole

Se ci si sposta sul piano dei grandi soci di Bpm, chiamati a giudicare l’offerta di UniCredit, spicca il ruolo dei francesi del Credit Agricole, primo azionista della banca con il 9% circa. Per ora la posizione è un secco «No comment» […]. Ma è evidente che la banca francese, primo socio di piazza Meda con cui è partner sul credito al consumo (Agos, 61%) e sulle assicurazioni danni (65%) e tramite Amundi partner di UniCredit nel risparmio gestito, rappresenta uno snodo chiave di tutta l’operazione.

 

Il Credit Agricole da tempo aveva acceso un faro su Siena, tanto da aver tentato in più occasioni manovre di avvicinamento con Roma. Si vedrà ora con quale spirito l’Agricole reagirà alla manovra su BancoBpm, una scelta che sarà misurata evidentemente sui benefici reali che potrebbe trarre dal riassetto in corso.

giuseppe castagna

 

Le opzioni sul tavolo sono diverse e potrebbero andare da un accordo con la stessa UniCredit sul destino di alcuni asset di piazza Meda, partendo da Anima, scenario in cui rivestirebbe il ruolo di alleato di Orcel, o di contro, raccontano alcune fonti, potrebbe sposare un progetto alternativo, volto a rafforzarsi in BancoBpm magari facendo da sponda ad altri player bancari come quella Bper rimasta fuori dai giochi e che ha tentato in passato una fusione con piazza Meda.

 

In quest’ultimo scenario i francesi giocherebbero in pratica in veste di cavaliere bianco e alternativo alla stessa UniCredit. Tanto più che il gruppo francese a queste condizioni è destinato a ridimensionare drasticamente la posizione nel libro soci del nuovo aggregato UniCredit-Bpm.

 

UNICREDIT COMMERZBANK

Secondo le prime simulazioni, alla luce del concambio proposto, i grandi azionisti di Bpm, ovvero il Credit Agricole (9,9%), Blackrock (4,7%), Enasarco (3%) e il patto di Fondazioni e casse (6,5%) sarebbero destinati a diluirsi in modo sensibile secondo i termini dell’accordo proposto.

 

In particolare, a parte Blackrock che detiene anche una posizione di forza in UniCredit pari al 7,5%, tutti gli altri di fatto avrebbero pesi poco rappresentativi. La nuova UniCredit - Bpm vedrebbe oltre alle posizioni dei grandi fondi tra cui spiccherebbero Blackrock con il 6,7% e Vanguard con il 3,9%, come primi due soci privati la Delfin della famiglia Del Vecchio e il Credit Agricole, entrambi al 2,4%.

ANDREA ORCEL andrea orcel

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?