CHI CACCIA LA GRANA AL MILAN? – SECONDO GLI UFFICI DEL “DIAVOLO” “NESSUNA PERSONA FISICA HA PIÙ DEL 10% DEL CLUB, DUNQUE NESSUNO LO CONTROLLA”. IL RISULTATO È CHE SONO STATI INDICATI TRE TITOLARI: IL PRESIDENTE PAOLO SCARONI, L’AD GIORGIO FURLANI (STORICO MANAGER DI ELLIOTT) E JERRY CARDINALE – LA STRUTTURA PROPRIETARIA LABIRINTICA DEL MILAN CHE PARTE DAGLI STATI UNITI E ARRIVA IN OLANDA PORTA A…

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Mario Gerevini per “L’Economia – Corriere della Sera”

 

GERRY CARDINALE IN PIAZZA A FESTEGGIARE IL MILAN GERRY CARDINALE IN PIAZZA A FESTEGGIARE IL MILAN

«Jerry caccia la grana!». Nei blog i tifosi milanisti chiedono a gran voce innesti invernali per rafforzare la rosa. Ma il destinatario è quello giusto? Sono passati più di 4 mesi dall'annuncio ufficiale (31 agosto) della vendita del Milan da Elliott di Paul Singer a RedBird di Gerald «Jerry» Cardinale. Da un americano che amministra fondi per 56 miliardi all'altro che ne ha per 7 miliardi. La piazza è un po' fredda, per ora. L'amore tra i milanisti e Cardinale non è ancora sbocciato.

 

Il Labirinto Nebbia e stranezze di questa operazione invece di diradarsi e risolversi si sono consolidate col passare dei mesi e anzi accentuate con alcune recenti scelte strategiche di governance e con nuovi documenti consultati dal «Corriere».

 

La struttura della proprietà è un enigma e un labirinto che dal Delaware all'Olanda conduce a due soggetti non ben identificati: una «Limited Partners» e il «Fund IV». Dallo schema qui in pagina sembra a prima vista che Cardinale governi tutto, ma non è così. Insomma, per dirla con i tifosi: chi caccia la grana nel Milan?

RICCARDO SILVA GERRY CARDINALE RICCARDO SILVA GERRY CARDINALE

 

Di sicuro Gerald versa 115 mila euro al giorno nelle casse di Elliott. Questione numero uno: la struttura proprietaria. A domanda la portavoce di RedBird (che era portavoce di Elliott) risponde: «Non diamo disclosure». Quest' estate, a ridosso della chiusura della compravendita, un sito molto informato di vicende milaniste (feliceraimondo.it) riportava documenti ufficiali olandesi dai quali Cardinale risultava titolare effettivo del veicolo che ha acquistato il Milan. E tuttora fonti vicine a RedBird rimandano a quella fotografia come se fosse attuale.

 

Solo che alle banche, per adempiere agli obblighi antiriciclaggio, pare sia stato fornito un quadro ben diverso. Gli uffici interni e i legali del Milan dopo il closing si sono infatti posti il problema di identificare i titolari effettivi (comunicazioni non corrette possono avere conseguenze penali), a partire dalla controllante diretta, l'olandese Acm Bidco. Una pratica analoga era stata inoltrata a metà settembre alla Figc per i requisiti di onorabilità e solidità finanziaria. Bisognava però risalire la lunga catena.

 

Gerry Cardinale Gerry Cardinale

Così, interpellando anche i legali olandesi di RedBird, gli uffici del Milan sono arrivati alla conclusione che «nessuna persona fisica in ultima istanza - si legge nelle carte interne - ha più del 10% del club e dunque nessuno controlla il Milan». Il risultato è che sono stati indicati titolari effettivi, con il criterio residuale, i tre amministratori con poteri di rappresentanza legale: il presidente Paolo Scaroni, l'amministratore delegato Giorgio Furlani (e prima Ivan Gazidis) e il consigliere Cardinale.

 

Tutt' altro, dunque, che Cardinale unico titolare effettivo come conseguenza del controllo societario. Forse lo era all'atto della costituzione dei veicoli ma poi non più al momento dell'ingresso del denaro per l'acquisizione. RedBird su questo (e su molto altro) non vuole fare chiarezza.

 

Gerry Cardinale Gerry Cardinale

Ma il denaro, al netto del prestito da 600 milioni, da dove viene? L'origine dei soldi Il grafico societario, firmato RedBird e circolato tra un ristretto gruppo di professionisti (quello in pagina è molto semplificato), aiuta a capire come vi siano due blocchi: chi gestisce i soldi (parte alta); e chi li mette (parte bassa).

 

Le linee tratteggiate indicano solo advisory, non capitale. Dunque tre soggetti «cacciano la grana» e sono i proprietari, a cascata, del Milan: uno indicato come «Fund IV Investors» con il 42,6%, una Limited Partners con il 46,1% e Rbfc AIV con il 10,9%. La fascia destra (Fund+Rbfc per un totale del 53,5%) dovrebbe essere territorio degli investitori gestiti da Cardinale.

Paolo Scaroni Paolo Scaroni

 

La fascia sinistra con la misteriosa Limited Partners è quella dove forse è custodita la quota di Elliott. Si è sempre detto infatti che Singer avrebbe mantenuto una partecipazione anche se mai è stato precisato quanto, dove e con quali poteri. Da notare che anche il controllo del club francese Tolosa (85%) fa capo a uno degli anelli di questa catena, la Footballco Cooperatief. Elliott stessa aveva interessi in Francia nel Lille che poi è passato al fondo Merlyn Partners dell'italiano Alessandro Barnaba, oggi interessato alla Sampdoria.

 

Secondo L'Equipe dietro Merlyn si celava la longa manus di Elliott. E l'Uefa ha acceso un faro sulla presunta doppia proprietà, vietata dalle norme che regolano le competizioni europee. In casa rossonera non c'è bisogno del faro per capire quanto Elliott pesi ancora nei destini del Milan.

 

L'ultima mossa nella governance è assai significativa. Ivan Gazidis ha appena lasciato la poltrona operativa più importante, quella da amministratore delegato e chi l'ha sostituito? Giorgio Furlani, storico manager di Elliott, braccio destro di Gordon Singer (figlio di Paul) e anche azionista della londinese Elliott Advisors, la controparte di RedBird nella compravendita.

giorgio furlani giorgio furlani

 

E per il ruolo chiave di direttore finanziario? Il più gettonato (finora senza smentite) è Stefano Cocirio, altro manager dipendente di Elliott. Tutti (Singer, Furlani e Cocirio) già nel cda Milan pre-Cardinale. E il presidente? Confermatissimo Paolo Scaroni, autorevole e stimato, ma entrato in consiglio ai tempi di mister Li proprio per rappresentare il creditore Elliott. Nel cda c'è una situazione di perfetta parità: 4 esponenti RedBird e 4 rappresentanti Elliott come a ricalcare le due holding di fascia destra e fascia sinistra nel grafico. Dunque Cardinale chiude un'operazione da 1,2 miliardi, di gran lunga la più importante nella storia di RedBird e lascia pressoché tutte le leve di comando ai venditori.

 

Raramente, soprattutto in operazioni di questo livello, capita di vedere il compratore «commissariato» subito dopo aver sborsato centinaia di milioni. Sarebbe interessante conoscere eventuali patti, contratti collaterali, impegni societari e creditizi di RedBird con Elliott ma questo non è dovuto, non è un obbligo, la risposta sarebbe «Non diamo disclosure». In effetti fa parte della trasparenza delle società più evolute e a contatto diretto col mercato.

 

milan san siro milan san siro

Ricordiamo, per completare il quadro, che Elliott ha prestato 600 milioni al 7% a RedBird (cifre mai confermate nè smentite) prendendo in pegno il 99,9% del Milan. È il vendor loan che costa 115mila euro al giorno di interessi a Cardinale. Con un fardello tale di oneri (42 milioni all'anno) RedBird dovrà compiere un capolavoro per far guadagnare i suoi sottoscrittori con il Milan. Il nuovo stadio sarà un passaggio fondamentale. Poi comunque bisognerà smettere di spolverare la bacheca europea. È ora di far posto a qualche nuovo trofeo. Lo sogna chi, con affetto milanese, grida: «Jerry caccia la grana». Sempre che sia Jerry la persona giusta.

 

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