carlo trabattoni roberto cingolani massimo menchini

CLAMOROSO A LEONARDO: PER LA PRIMA VOLTA I FONDI ITALIANI, RIUNITI NELLA LISTA DI ASSOGESTIONI, RIMANGONO FUORI DAL CDA DELL’EX FINMECCANICA. ENTRANO INVECE I QUATTRO CANDIDATI DEL FONDO GREENWOOD, COME INDICATO DAI PROXY ADVISOR – È LA FINE DI UN METODO: ASSOGESTIONI IN QUESTI ANNI SI È SEMPRE PRESENTATA COME MINORANZA, SENZA MAI OPPORSI ALLE SCELTE DEL GOVERNO. DI FATTO, SENZA MAI ESSERE INDIPENDENTE – MA OGGI POTREBBE RIFARSI SU ENEL… - LE NOTE FREQUENTAZIONI DI ASSOGESTIONI CON IL DEEP STATE ROMANO (CHEZ MASSIMO MENCHINI)

Michele Arnese e Marco Dell’Aguzzo per www.startmag.it

 

ROBERTO CINGOLANI

Ieri il consiglio di amministrazione di Leonardo, la società della difesa controllata al 30,2 per cento dal ministero dell’Economia, ha votato come presidente il diplomatico Stefano Pontecorvo e nominato l’ex-ministro Roberto Cingolani nuovo amministratore delegato.

 

LE NOMINE DEL MEF PER LEONARDO

Com’era previsto, tutti gli otto nomi presentati dal ministero dell’Economia sono stati eletti: oltre a Pontecorvo e Cingolani, nella lista del ministero dell’Economia comparivano anche i consiglieri Trifone Altieri, Enrica Giorgetti, Francesco Macrì, Cristina Manara, Marcello Sala ed Elena Vasco.

 

l ambasciatore stefano pontecorvo foto di bacco (2)

LA SCONFITTA TOTALE DI ASSOGESTIONI

L’elemento di sorpresa sta altrove. La lista presentata dalla società di investimento statunitense GreenWood Investors, che possiede una quota dell’1,5 per cento circa di Leonardo, ha ottenuto il 42 per cento del capitale rappresentato. Mentre nessuno dei candidati di Assogestioni – l’associazione delle società italiane di gestione del risparmio (la presiede Carlo Trabattoni) che vale l’1 per cento – è entrato nel consiglio di amministrazione di Leonardo.

 

Giancarlo Ghislanzoni

È la prima volta che i nomi dei fondi italiani – come Anima, Arca, Eurizon (Intesa Sanpaolo), Generali e Mediolanum – sono bocciati dall’assemblea di Leonardo. “La sconfitta brucia”, ha scritto Dario Di Vico, già vicedirettore del Corriere della sera, sul Foglio, “perché in passato era stata sempre Assogestioni a giocare il ruolo di rappresentante del mercato”.

 

I NOMI DI GREENWOOD

I quattro candidati di GreenWood presenti nel nuovo consiglio di Leonardo sono il fondatore Steven Wood, Giancarlo Ghislanzoni, Silvia Stefini e Dominique Levy.

 

Institutional Shareholder Services (Iss) e Glass Lewis, due delle principali società di consulenza che consigliano ai fondi di investimento come votare nelle assemblee dove sono azionisti (anche note come proxy advisor) si erano entrambe espresse a favore della lista di GreenWood. Institutional Shareholder Services, in particolare, aveva lodato molto l’esperienza di Ghislanzoni nel settore dell’aerospazio e difesa.

 

Massimo Menchini

CHI C’ERA NELLA LISTA DI ASSOGESTIONI

A detta di GreenWood, la lista di Assogestioni era carente di expertise: ne facevano parte Giuseppe Guizzi, Patrizia Michela Giangualano, Marco Annunziata e Nicoletta Corrocher.

 

LA CRITICA DI CARNEVALE MAFFÈ AI FONDI ITALIANI

Intervistato da Formiche, l’economista e professore alla Bocconi Carlo Alberto Carnevale Maffè ha detto che “quanto visto a Leonardo è normale e giusto, perché l’assemblea è sovrana. E poi, vogliamo dirla tutta? Assogestioni non ha fatto in questi anni l’attore indipendente, bensì lo sparring partner del governo in carica”.

 

“Dunque è ovvio che quando hai un’associazione di fondi italiana che non è stata indipendente, gli altri fondi si coalizzano per cercare una maggiore indipendenza”, ha aggiunto l’economista alla testata di Paolo Messa, responsabile delle Relazioni Geo-Strategiche con gli Usa del gruppo Leonardo.

 

carlo alberto carnevale maffe

LE INDISCREZIONI RACCOLTE DA STARTMAG

Un analista finanziario milanese, che solca anche i palazzi romani e che ha preferito rimanere anonimo, commenta con Startmag: “Assogestioni è la dark room della finanza italiana. Anziché difendere gli azionisti di minoranza, è molto spesso accomodante rispetto ai palazzi romani.

 

E le frequentazioni nel mondo del cosiddetto deep state di Massimo Menchini, che di Assogestioni è il gran cerimoniere, sono fin troppo note”. “Dopo questa stagione assembleare”, conclude l’analista, “penso che nemmeno Intesa Sanpaolo abbia più interesse a tenere in vita Assogestioni. Di sicuro nell’associazione ci saranno motivi di riflessione e di dibattito”.

 

ROBERTO CINGOLANI

ASSOGESTIONI SI RIFARÀ SU ENEL?

Se a determinare la vittoria di GreenWood su Assogestioni sono state le raccomandazioni dei proxy advisor, allora l’associazione del risparmio gestito potrebbe rifarsi su Enel – l’assemblea degli azionisti si terrà oggi -, visto che Institutional Shareholder Services e Glass Lewis si sono entrambe espresse a favore della sua lista.

Massimo Menchini ROBERTO CINGOLANI

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?