george soros leonardo del vecchio

COME SI DIVENTA MILIARDARI – MOLTI DEGLI UOMINI PIÙ RICCHI DEL MONDO SONO PARTITI DAL NIENTE: AD ESEMPIO LEONARDO DEL VECCHIO PRIMA DI COLLEZIONARE MILIARDI E GIOCARE CON LA FINANZA HA FATTO IL GARZONE, L’INCISORE, L’OPERAIO – SOROS PER MANTENERSI AGLI STUDI FACEVA IL FACCHINO E IL CAMERIERE NEI NIGHT CLUB. FRANCOIS PINAULT LASCIÒ GLI STUDI A 16 ANNI, DIVENNE TAGLIABOSCHI E POI…

Jessica D'Ercole per “la Verità”

 

jan koum

Fanno parte del famoso un per cento dell'umanità che possiede il doppio del 90 per cento della popolazione mondiale. Sono gli uomini più ricchi del mondo. Molti sono nati nello sfarzo e hanno fatto prosperare imperi ereditati, pochi sono nati poveri e, prima di scalare le classifiche di Forbes, hanno sofferto la fame, visto guerre, vissuto di sussidi e fatto i mestieri più umili.

 

Jan Koum, per esempio, fondatore di WhatsApp oggi seduto su un patrimonio da 9,7 miliardi di dollari, è nato in Ucraina, in una casa senz' acqua corrente né riscaldamento. Aveva 16 anni quando la madre decise di scappare in America.

 

mark zuckerberg e jan koum

I due si stabilirono in una casa popolare a Mountain View, California, e vivevano di buoni governativi che andavano a ritirare in un ufficio dei servizi sociali di North county. Lei faceva la baby sitter, lui lavava i pavimenti di un negozio. Appassionato d'informatica, dopo una lunga serie di impieghi come tecnico mal pagati riuscì, grazie al suo amico Brian Acton, a entrare in Yahoo!.

 

jan koum con la moglie evelina mambetova

I due lavorarono assieme per 9 anni, poi decisero di dimettersi e di svuotare un salvadanaio da 400.000 dollari messi da parte per un viaggio in Sudamerica. Al loro ritorno, in tasca pochi spiccioli e un iPhone nuovo di pacca, Jan pensò di modificare la rubrica del telefono inserendo uno status del tipo «sono in palestra», «sono al lavoro».

 

Lavorò così tanto al suo progetto che oltre allo status creò WhatsApp, l'applicazione di messaggeria istantanea venduta nel 2014 a Mark Zuckerberg per 20 miliardi di dollari. Il contratto lo firmarono davanti all'ufficio dei servizi sociali di North county, lì dove con la madre andavano a ritirare i soldi del sussidio.

 

JACK MA ALIBABA

Altro paperone che deve la sua fortuna alla tecnologia è Jack Ma, il fondatore di Alibaba, il sito di e-commerce cinese che gli ha fruttato un patrimonio personale di 44,3 miliardi dollari. Cresciuto in una famiglia povera nella Cina comunista Ma Yung - questo il suo vero nome - dopo la laurea si mise a insegnare inglese per 100-120 yuan al mese (17 dollari circa).

 

Nel 1995 accompagnò come interprete una delegazione commerciale in America. Lì, per la prima volta in vita sua, si collegò a Internet. Tornato in patria, ottenne un prestito di 2.000 dollari per aprire il suo primo sito web (China yellowpages). Tre anni dopo, assieme a 18 amici, raccolse i 60.000 dollari necessari per lanciare Alibaba.com. Nel settembre dello scorso anno, Ma s' è dimesso per godersi la vita.

larry ellison oracle

 

Il magnate Larry Ellison, prima di scrivere Oracle, il programma di archiviazione dati che vendette alla Cia e che gli ha fruttato un patrimonio personale di 68,5 miliardi di dollari, da ragazzino faceva lo strillone per le strade di New York. Oggi vive in una dimora costruita sul modello di un palazzo imperiale giapponese del XVI secolo valutata 100 milioni di dollari.

 

Georges Soros deve la sua fortuna alla caparbietà. Nato Schwartz nel 1930 da genitori ebrei, durante l'occupazione, Soros - scelse per cognome un palindromo per non attirare l'attenzione delle Ss - aiutava il padre a falsificare documenti per far fuggire i suoi connazionali. Finita la guerra, emigrò a Londra.

 

george soros 2

S' iscrisse alla London school of economics e per mantenersi agli studi faceva il facchino alla stazione ferroviaria e il cameriere nei night club. Dopo la laurea tentò di entrare nel mondo della finanza ma nessuno gli diede un lavoro.

 

Allora si mise a vendere souvenir turistici delle località balneari sulla costa del Galles. Nel 1954 però la banca d'affari londinese Singer & friedlander lo assunse. È da lì che iniziò la scalata che prima lo portò in America e poi al successo. Il 16 dicembre del 1992, grazie a una speculazione che fece svalutare la sterlina, Soros guadagnò un miliardo di dollari in sole 24 ore. Oggi ha un patrimonio di 8,3 miliardi di dollari (nel 2017 era di 25,2).

francois pinault 2

 

Le speculazioni finanziarie hanno reso ricco anche il francese François Pinault, presidente della Pinault-printemps-redoute (Ppr), l'azienda che possiede Yves-saint-laurent, Balenciaga, ma anche Gucci, Bottega Veneta, Pomellato. Pinault, figlio di un contadino bretone, divenuto tagliaboschi e poi commerciante di legname, lasciò gli studi a soli sedici anni.

 

Era stufo di farsi bullizzare dai compagni che lo prendevano in giro perché povero e mal vestito. Dopo due anni e mezzo sotto le armi in Algeria si fece prestare da una banca 100.000 franchi per aprire un magazzino di legname in Bretagna. Nel giro di poco tempo, i magazzini diventarono 12 e, nel 1973, lì vendette per un miliardo.

 

salma hayek pinault

Da lì iniziò a comprare aziende in fallimento per rimetterle in sesto e rivenderle. Con i miliardi accumulati Pinault si diede agli investimenti: comprò Conforama, un distributore di mobili, poi i grandi magazzini Printemps, la nostra Rinascente, e la Redoute, il nostro Postalmarket. Poco dopo arrivarono Gucci e tutti i marchi del lusso. Oggi può contare su un patrimonio personale di 37 miliardi di dollari.

 

Si è affidato al suo fiuto per gli affari anche Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, che prima di collezionare miliardi ha fatto il garzone, l'incisore, l'operaio. Suo padre, un fruttivendolo pugliese che s' era trasferito a Milano in cerca di fortuna, morì poco prima della sua nascita.

leonardo del vecchio

 

La mamma, Grazia, che aveva già tre figli da crescere, lo spedì in un orfanotrofio. Visse la guerra, la fame e la povertà. A 14 anni tornò a casa e iniziò a lavorare. Prima alla Johnson, poi in un'azienda che incideva medaglie e infine in una fabbrica in Trentino. Nel 1958, Del Vecchio si trasferì ad Agordo, in provincia di Belluno, e aprì una bottega che fabbricava montature per occhiali.

 

In tre anni, assieme a due soci, la bottega divenne la Luxottica S.a.s., un'azienda specializzata in minuterie metalliche per occhiali per conto terzi, con 14 dipendenti che lavoravano in un capannone che il Comune, intelligentemente, gli offrì gratuitamente, per stimolare l'economia locale.

leonardo del vecchio

 

Del Vecchio capì che per sfondare dovevano smettere di produrre per conto terzi e lavorare solo per loro stesso. Litigò con i soci. La banca gli chiuse il conto: «Non sapevo che pesci prendere e allora presi la mia Peugeot e guidai per sette ore da Agordo a Cannes. Andai da un mio cliente che mi doveva 35 milioni. Aspettai ai bordi della piscina.

 

Leonardo Del Vecchio

Presi l'assegno e tornai alla Banca del Friuli di Agordo, ma non accettarono di riaprirmi il conto. Allora mi precipitai alla Cassa di Risparmio di Belluno che mi diede fiducia e credito. Potei versare così le paghe agli operai.

 

Poi comprai le quote degli altri due soci, offrendo loro 45 milioni a testa. E diventai proprietario di Luxottica. Pensavano che non avessi i soldi e non si presentarono nemmeno dal notaio» (così in un'intervista a Ferruccio de Bortoli). Quei 35 milioni di lire oggi sono diventati 20,7 miliardi di dollari.

LEONARDO DEL VECCHIO MOGLIE NICOLETTA ZAMPILLO

 

Lavoratore indefesso era lo svedese Ingvar Kamprad. Il fondatore di Ikea, noto per la sua tirchieria, iniziò a lavorare da bambino: a cinque anni vendeva fiammiferi, a nove salmoni pescati da lui personalmente, a 17 biro e semi di verdure per corrispondenza. A 27 aprì il suo primo mobilificio, poi l'idea di mobili da far montare ai clienti, con lo slogan: «Tu fai la tua parte, noi facciamo la nostra e insieme risparmiamo». Lui, nel corso della sua vita, risparmiò 33 miliardi di dollari.

 

INGVAR KAMPRAD

È morto nel 2018. A rimboccarsi le maniche sin dalla più tenera età anche John Paul DeJoria, proprietario del brand specializzato in prodotti per capelli Paul Mitchell, e fondatore di Patròn, marchio di una raffinata tequila. Oggi ha un patrimonio di 3,1 miliardi di dollari ma a nove anni vendeva cartoline di Natale, a 11 con la sua bici distribuiva il quotidiano L.A. examiner.

 

Ingvar Kamprad-Ikea

A 20, con una moglie che lo abbandonò lasciandogli un figlio di due anni da mantenere e un conto in banca vuoto, diventò un senzatetto. Padre e figlio dormivano in una vecchia Cadillac e si lavavano in una piscina pubblica. Per tirar su i soldi per la cena raccoglieva bottiglie di plastica per strada che una drogheria gli comprava per 2 cent al pezzo. A 30 anni, dopo aver venduto enciclopedie e shampoo porta a porta, conobbe il parrucchiere Paul Mitchell con il quale decise di mettersi in proprio.

 

Con 700 dollari prestati, e di nuovo senza un tetto sopra la testa, avviarono tre linee di prodotti per capelli che vendevano nei saloni di bellezza. Due anni dopo, grazie alla qualità dei prodotti e al passaparola, quelle stesse tre linee, furono esportate in mezzo mondo. «Da piccolo ero così povero che pensavo che gli aiuti governativi fossero una marca» (Malcom X)

 

 

ingvar kamprad ingvar kamprads

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”