licia mattioli carlo bonomi

CONFINDUSTRIA SUL FILO DI LANA – LICIA MATTIOLI IN RIMONTA: ORA È TESTA A TESTA COL PRESIDENTE DI ASSOLOMBARDA, CARLO BONOMI – CON LA PANDEMIA, IL ‘’MODELLO MILANO’’ E’ ANDATO IN PEZZI? - CERTO, FORSE IN QUESTA FASE TOPICA PER LA STORIA DEL PAESE, SI DOVEVA FAR AVANTI UN GRANDE NOME DELL'INDUSTRIA, ALTRO CHE I BONOMI O LE MATTIOLI. MA INTANTO, LE ALTERNATIVE SONO QUESTE: GIOVEDÌ CHI VIVRÀ, VEDRÀ

giuseppe conte carlo bonomi

DAGOREPORT

Carlo Bonomi si sentiva già Papa, tanto da autodefinirsi ‘’Presidente’’ di fronte a un Mattarella non certo incline alle autopromozioni, ma il rischio di rimanere appiedato dal voto elettronico di giovedì si va di ora in ora più forte. Eh sì, perché fra 48 ore è in palio la prima poltrona della Confindustria ai tempi del coronavirus e il vincitore annunciato non sembra proprio volersi fare annunciare, anche perché la sua avversaria Licia Mattioli ha bellamente ignorato - con una bella faccia tosta, non c'è che da dire - l'invito dei Saggi a ritirarsi per far spazio al professorino di Crema ed è data in grande rimonta.

LICIA MATTIOLI 1

 

E poi, ci si è messo anche il virus. Che oltre a far slittare il voto di marzo, è anche diventata vera e propria tragedia, umana ed economica, soprattutto al Nord e in special modo in Lombardia. Così qualcuno ha cominciato a chiedersi se il tanto decantato "modello Milano" fosse così invidiabile. Tanto è vero che proprio questa mattina un cantore delle meneghine virtù come Dario Di Vico ha twittato amaro: “Tra i problemi della Milano sospesa e impaurita c’è al primo posto la gestione improvvisata della Sanità, ma sgomentano anche afasia e inconsistenza di quella che era la sua borghesia e della mitica Società Civile”.

 

licia mattioli

Una Milano da Bere che diventa Milano da Evitare? Di certo il conformismo dei salotti, dei "padroni del vapore" lumbard (Tronchetti, Rocca e Marcegaglia) supportati dai soliti generoni romani (da Abete a Regina), aveva subito provato a seppellire la corsa. Poi l'emergenza, e la crisi hanno azzoppato il modello e fatto deragliare la locomotiva, con le gaffes della #milanononsiferma, gli aperitivi e gli ospedali da Fiera.

 

Per Bonomi la prima emergenza è stata però la decisione di Giuseppe Pasini, potentissimo re dell’acciaio bresciano, di evitare una corsa a tre per la Presidenza e guardare con interesse all’alternativa Mattioli, torinese sì, ma concreta nel guardare in faccia la realtà della crisi.

 

CARLO BONOMI

Per non parlare delle figuracce inanellate da Marco Bonometti (Presidente della Confindustria lombarda), che di Bonomi è grande elettore, su Alzano Lombardo. Una gestione che ha contribuito a danneggiare la reputazione pubblica dell'intera Confindustria, letteralmente “bombardata” dai servizi degli ultimi giorni, tra cui il solito Report. “Assolombarda non riesce ad occuparsi dei vicini di provincia, e vuole occuparsi dell'intera nazione?”, mormorano nelle altre Regioni.

 

Giuseppe Pasini

Certo, si dirà, forse in questa fase topica per la storia del Paese, si doveva far avanti un grande nome dell'industria, come è stato con Agnelli o con Guido Carli. Altro che i Bonomi o le Mattioli. Ma intanto, le alternative sono queste: giovedì chi vivrà, vedrà.

 

CORSA FINALE PER IL VERTICE DI CONFINDUSTRIA. ADESSO È TESTA A TESTA TRA BONOMI E MATTIOLI - L'IMPRENDITRICE TORINESE DATA IN RIMONTA

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

carlo bonomi vincenzo boccia 1

Si profila un testa a testa nella corsa per la presidenza di Confindustria. A inizio marzo i saggi di viale dell' Astronomia, al termine delle loro consultazioni, avevano certificato che sul nome del presidente dell' Assolombarda Carlo Bonomi erano stati raccolti consensi che superavano «il 60%» sia dentro al Consiglio generale che in assemblea. In realtà quel consenso, certamente molto importante, come si è capito poi era calcolato solamente sui 162 consiglieri che avevano partecipato al sondaggio sui 183 effettivi, ma di questi solo 149 avevano espresso una preferenza mentre altri 13 non si erano pronunciati affatto.

 

licia mattioli piero fassino

Dunque Bonomi aveva sì ottenuto la maggioranza ma non quella assoluta, fermandosi a 89 voti su 183 o - se vogliamo - su 179, posto che 4 consiglieri non avendo ancora regolarizzato la loro posizione associativa non hanno diritto di voto.

 

Il fattore tempo Negli ultimi giorni, dopo che a inizio marzo a causa del coronavirus Confindustria ha deciso di rinviare al 16 aprile l' adunata del Consiglio generale chiamato a designare il successore di Vincenzo Boccia, qualcosa sarebbe però cambiato.

 

CARLO BONOMI

Stando a indiscrezioni col passare dei giorni sarebbe infatti emerso un sentiment via via sempre più diffuso a favore dell' attuale vicepresidente di Confindustria con delega all' internazionalizzazione, Licia Mattioli. Che quasi sul filo di lana sarebbe riuscita a recuperare una quota significativa di consensi. Al punto da superare il rivale?

 

Tutto è possibile, perché dalle voci che si raccolgono in giro per l' Italia e fra le varie associazioni gli indecisi sarebbero ancora tanti e qualcuno, sia singoli imprenditori che associazioni di categoria, che sino a pochi giorni fa appoggiavano Bonomi avrebbero cambiato idea o si appresterebbero a farlo.

LA LETTERA CON CUI GIUSEPPE PASINI SI RITIRA DALLA CORSA ALLA PRESIDENZA DI CONFINDUSTRIA

 

Come andrà a finire lo si scoprirà solo col voto di dopodomani: l' impressione però è che i due candidati oramai siano divisi da pochi voti. Ed è opinione generalizzata all' interno del mondo delle imprese che il voto telematico, con cui giocoforza causa Covid-19 verrà scelto il nuovo presidente essendo impossibile in questo frangente riunire a Roma quasi 200 persone, potrebbe anche riservare delle sorprese dal momento che consente una partecipazione più diffusa alla consultazione.

 

E poi c' è il fattore tempo che potrebbe aver giocato a favore della candidata torinese, ex presidente dell' Unione industriale ed imprenditrice del settore orafo, a scapito del collega lombardo, a sua volta socio di un gruppo attivo nel biomedicale per molti mesi candidato unico per il dopo Boccia ma non esattamente quell' industriale manifatturiero a tutto tomdo che la base degli associati indica da tempo come requisito fondamentale per ambire alla guida di viale dell' Astronomia.

 

CARLO BONOMI

Il voto telematico Giovedì dunque si vota, utilizzando però una piattaforma telematica allestita per l' occasione. E dotata di tutti gli accorgimenti per garantire sicurezza e riservatezza del voto compresa l' impossibilità di fare lo screenshot della schermata del voto perché una volta completata la procedura apparirà solamente la scritta «grazie per avere votato».

 

Per oggi è prevista la prova generale per testare il funzionamento del sistema di voto e, salvo sorprese, se tutto andrà come ci si attende dopodomani avremo il nome del nuovo presidente designato di Confindustria. Ancora di recente circolavano voci di un ulteriore rinvio: qualche associazione come Confindustria Toscana lo ha anche chiesto ufficialmente, e tanti imprenditori pare lo abbiano fatto in via informale per evitare di catapultare subito il nuovo presidente nella bagarre su quali attività far ripartire per prime. Ma ancora ieri sera l' ipotesi veniva scartata ed il voto confermato per giovedì.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…