mattarella confindustria

CONFINDUSTRIA SI AGGRAPPA A MATTARELLA: 5 MINUTI DI STANDING OVATION PER IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, ACCOGLIENZA GELIDA PER DI MAIO, TIMIDO APPLAUSO PER CONTE - VESCOVI (CONFINDUSTRIA VICENZA): ''LE RELAZIONI DI CONTE E DI MAIO HANNO RIEMPITO DI VUOTO IL NULLA'' - I GOVERNATIVI SI FREGANO LE MANI: STARE ANTIPATICI A CONFINDUSTRIA NON PORTA MICA MALE AI SEGGI (MA DOPO…)

 

 

 

Nicola Lillo per ''la Stampa''

 

 

Una standing ovation di alcuni minuti per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un' accoglienza gelida per il vicepremier Luigi Di Maio e solo un timido applauso per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

 

Per capire gli umori della platea di Confindustria bastano queste tre immagini.

Gli industriali, che si sono riuniti ieri a Roma per l' ultima assemblea generale del presidente Vincenzo Boccia, questa volta non si schierano né con la Lega né con i Cinque Stelle - come era successo in passato - ma con il colle più alto. Mattarella appare quasi imbarazzato da tanto affetto mentre gli applausi, che durano quasi tre minuti, quando sembrano fermarsi ricominciano più forti di prima.

vincenzo boccia

 

«Le relazioni di Conte e Di Maio hanno riempito di vuoto il nulla», dice schietto il presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi. È uno dei più agguerriti contro il governo, tanto da aver proposto al presidente Boccia di astenersi da qualunque applauso: richiesta respinta per ragioni istituzionali. «E' stata una giornata importante - aggiunge Vescovi - Il presidente Mattarella ha un ruolo esemplare, è un riferimento. Gli abbiamo manifestato il nostro affetto, mentre Boccia ha mostrato energia, sottolineando molti aspetti che non vanno. A partire dalle infrastrutture. Questo governo vuole frenarle, la Tav in testa a tutto. E questo ministro dello Sviluppo economico non ha una visione chiara della politica industriale italiana. Apprezziamo il fatto che venga e ci onori della sua presenza, ma non basta».

 

Luciano Vescovi

C' è grande sconforto tra gli imprenditori e c' è chi fa notare un' assenza importante, quella della Lega. All' auditorium il leader del Carroccio Matteo Salvini non c' è, così come non si è presentato il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che comunque era a Roma per una conferenza stampa. Neppure i viceministri e i sottosegretari con delega ai temi economici sono nella sala. C' è soltanto il presidente della commissione Bilancio Claudio Borghi. Assenze che si fanno sentire, soprattutto perché è la Lega il partito di governo considerato più vicino agli industriali. Ma oggi in Confindustria preferiscono tenersi equidistanti dai due partiti di maggioranza, per evitare le sbandate dei mesi passati, valutando così provvedimento per provvedimento.

 

«I discorsi di Conte e Di Maio sono fumosi, inconsistenti, parole parole e parole senza fatti», ripetono gli imprenditori. L' ex presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Maurizio Marchesini, dà voce a questa delusione: «La relazione di Boccia è stata incisiva, per il resto che dire, c' è stata una certa freddezza. Ammetto che la nostra capacità di incidere oggi non è alta, ma la colpa non è certo di Boccia. Il problema è che non siamo minimamente ascoltati. Non vedo una grande percezione della situazione del Paese da parte di questa politica».

 

giuseppe conte e mattarella all'inaugurazione della nuova sede dell'intelligence 1

Il modo in cui vengono accolti i membri del governo è la dimostrazione di questa distanza. Quando parla Di Maio, leggendo un discorso di circa 15 minuti, non viene interrotto da alcun applauso.

 

Conte solo una volta: «Se siedo al G7 è grazie al vostro lavoro», dice ricevendo un applauso dalla platea che è piuttosto autoreferenziale. Diverso il discorso per il presidente della Repubblica e chiaramente per Boccia che accende la platea soprattutto in tre occasioni, quando parla di Tav («Abbiamo detto ad alta voce tre sì: alla Tav, alle infrastrutture, alla crescita»), ricorda la genetica della confederazione («Siamo italiani, siamo imprenditori, siamo Confindustria») e critica un certo modo di fare politica («La superficialità si fa regola. Noi invece abbiamo bisogno di studiare, progettare, costruire»).

 

Tra gli imprenditori c' è anche chi esprime posizioni critiche anche se meno radicali.

LUIGI DI MAIO AL TELEFONO

«Non c' è più tempo per chiacchiere e polemiche: bisogna agire, se non vogliamo restare ai margini dell' Europa e del mondo», dice Maurizio Casasco, presidente della confederazione della piccola e media industria. «C' è un atteggiamento di attesa, non basta dire certe cose - aggiunge Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria - L' ovazione a Mattarella la dice lunga su quanta fiducia riponiamo in lui. Apprezziamo comunque l' interesse del governo».

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