luigi federico signorini

IL CONSIGLIO SUPERIORE DI BANKITALIA HA SCELTO LUIGI FEDERICO SIGNORINI COME NUOVO DIRETTORE GENERALE AL POSTO DI DANIELE FRANCO – L’ESITO ERA QUASI SCONTATO VISTO CHE AVEVA COME SPONSOR IL GOVERNATORE VISCO E IL PREMIER MARIO DRAGHI, CHE VUOLE UN ASSE FORTE CON BANKITALIA E IL TESORO PER GESTIRE IL RECOVERY PLAN – FUORI DAI GIOCHI CIPOLLONE, CONSULENTE DEL GOVERNO CONTE FINO A FINE 2019

 

 

Fabrizio Goria per www.lastampa.it

 

luigi federico signorini

Continua il processo di rinnovamento delle pedine più importanti del Paese. Ed è sempre all’insegna di Mario Draghi. Luigi Federico Signorini è stato nominato nuovo direttore generale della Banca d’Italia. Il Consiglio superiore di Via Nazionale, riunitosi questa mattina, ha avuto non pochi dubbi fra i tre vice direttori, Paolo Cipollone, Alessandra Perrazzelli e Signorini appunto.

 

daniele franco

L’ha spuntata il banchiere centrale fiorentino, considerato il più “letterato” dai suoi colleghi, per via della passione per le scritture di Dante Alighieri. Sarà lui a prendere il posto di Daniele Franco, passato al Ministero dell’economia e delle finanze.

 

Si è scelta la continuità. Del resto, se hai come sponsor l’attuale governatore, Ignazio Visco, e il nuovo presidente del Consiglio dei ministri, Draghi, è difficile pensare a un esito diverso.

Piero Cipollone

 

Il 65enne Signorini era il candidato più forte, per esperienza e presenza in Banca d’Italia, dove entrò nel 1982 al Servizio Studi. Ma i destini del fiorentino amante di Dante nel tempo libero e di Palazzo Koch si erano già incrociati già prima.

 

Dopo aver studiato Economia all'Università di Firenze, dove si è laureato nel 1979, andò alla Harvard University, proprio con una borsa di studio “Giorgio Mortara” della Banca d'Italia. Una volta varcati i cancelli di Via Nazionale, non è più uscito. Dopo il Servizio Studi torna a Firenze, dove si occupa di economia regionale dal 1986 al 1995, con una parentesi tra il 1994 e il 1996, dove diventa collaboratore del presidente del Consiglio Lamberto Dini.

Alessandra Perrazzelli

 

Nel 1995 il ritorno al Servizio Studi, e poi l’ascesa. Nel 1998 la nomina a capo della Direzione Statistica, nel 2008 capo del servizio Normativa e politiche di vigilanza, dove collabora a stretto contatto con Draghi, all’epoca governatore della Banca d’Italia dopo l’esperienza di Antonio Fazio, finita prematuramente a causa dello scandalo Antonveneta che portò alla cosiddetta “Bancopoli”.

 

ignazio visco mario draghi

Nominato nel Direttorio, con la carica di vice direttore generale, nel febbraio 2013, Signorini è stato oggetto di pesanti critiche alla sua riconferma nel 2019. A tal punto che il Movimento 5 Stelle preparò un dossier ad hoc, osservando le audizioni parlamentari di Signorini.

 

 

Durante le quali, tuttavia, non parlava a titolo personale, ma per nome e per conto della Banca d’Italia. I pentastellati hanno posto questioni sul ruolo del banchiere fiorentino su vari ambiti, anche attraverso la spinta dell’allora vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio.

 

daniele franco e piero cipollone

Si va dall’audizione al Senato dell’ottobre 2012, durante la quale Signorini «si è espresso a favore delle proposte della Commissione europea sull’Unione bancaria, senza sollevare il minimo dubbio sul percorso che il Paese stava per intraprendere», all’audizione alla Camera nel novembre 2012, in cui si criticò la posizione sulla Bank recovery and resolution directive (Brrd), direttiva europea sul bail-in bancario. Appoggiata non solo da Signorini, ma da tutto Palazzo Koch, in armonia con le altre banche centrali nazionali dell’Eurosistema.

 

Luigi Federico Signorini

Il dossier fu prodotto, secondo i bene informati, non tanto per colpire Signorini, ma Visco in persona, tacciato di posizioni considerate “troppo europeiste” dai parlamentari grillini. In ogni caso, dopo tante parole, diversi post sui social media, il tentativo del M5S si tradusse in una sconfitta. Che ancora oggi viene ricordata in Via Nazionale come il frutto di un’operazione pretestuosa e con poca sostanza oggettiva, considerati i rapporti con la Banca centrale europea (Bce).

 

Il ruolo del nuovo direttore generale sarà cruciale per fornire un supporto tanto al Tesoro quando a Palazzo Chigi. L’obiettivo è quello di fornire dati e statistiche utili a comprendere le dinamiche economiche domestico, con lo scopo ultimo di utilizzare al meglio i fondi del programma Next Generation EU, che per l’Italia possono essere pari a 209 miliardi di euro spalmati fino al 2027.

VISCO DRAGHI

 

Ma potrà anche dare una mano alla creazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per l’attuazione della Recovery and resilience facility (Rrf), il fulcro del Next Gen EU.

 

Riflessivo, analitico e sulla stessa linea d’onda di Draghi, Visco e Franco, Signorini potrebbe essere il tassello capace di fornire spessore a una squadra che, in via informale, fonti della Bce definiscono senza giri di parole «il meglio per l’Italia in questa fase così delicata».

alessandra perrazzelli

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