mustier jean pierre unicredit

COSA ASPETTA LA BCE A INTERVENIRE? - MA MUSTIER E UNICREDIT LAVORANO PER AIUTARE L’ITALIA NELLA PIÙ TERRIFICANTE CRISI ECONOMICA O VOGLIONO PORTARE IL PAESE E LE BANCHE STESSE GIÙ PER IL BURRONE? - ANNUNCIA DI RINUNCIARE AI DIVIDENDI, MA CONCEDE AI SUOI AZIONISTI PRESTITI GRATUITI PER L’AMMONTARE DEGLI STESSI E FA SAPERE CHE PERSONALMENTE DEVOLVERÀ 2,4 MILIONI DEL PROPRIO BONUS PER AIUTARE LA NOSTRA SANITÀ MA EVITA DI DIRE CHE SI TRATTA SOLO DI FUMO NEGLI OCCHI….

DAGONOTA

 

Mustier

Ma Mustier e Unicredit lavorano per aiutare l’Italia nella più difficile congiuntura economica degli ultimi due secoli o vogliono dare una mano a portare il Paese e le banche stesse giù per la discesa, anzi per il burrone?

 

E’ quanto si sono chiesti oggi tutti quelli che, dai vertici Abi all’ultimo direttore di filiale e ai clienti che cercano di capire come si muove la propria banca, hanno avuto per le mani “l'anticipo dell'aggiornamento delle assunzioni macroeconomiche connesse all'applicazione del calcolo delle rettifiche su crediti secondo il principio IFRS9”, annunciato da Unicredit proprio per informare delle proprie linee guida tutti gli attori di mercato.

milano unicredit e bosco verticale

 

Traduciamo per i meno addetti ai lavori: l’IFSR9 dispone di inserire nel bilancio delle banche gli accantonamenti non solo per i crediti già deteriorati ma anche per quelli che potrebbero deteriorarsi in futuro, cioè stimare le perdite attese e metterle a bilancio.

 

Tale approccio è tuttavia in antitesi con le linee guida ufficiali inviata dalla Bce alle banche europee, con cui si sottolinea invece la necessità di evitare ipotesi eccessivamente pro-cicliche nella stima della perdita di credito attesa durante la crisi pandemica.

unicredit

 

In pratica, poichè tutte le aziende italiane hanno bisogno di liquidità proprio perchè il blocco della produzione e delle attività le sta penalizzando, prevedere oggi per il futuro che andrà sempre peggio non è il modo migliore per una banca di aiutare le imprese, e alla fine nemmeno il proprio bilancio.

 

Infatti, ipotesi eccessivamente pro-cicliche relativamente alle stime di perdite su crediti, in un contesto che dire caratterizzato da elevata incertezza e poca visibilità è poco visto che si stima che il Pil del primo semestre di quest’anno arretrerà del 15 per cento, faranno da acceleratore di ulteriore volatilità sugli stessi titoli bancari già pesantemente colpiti e in generale sui loro bilanci.

jean pierre mustier

 

Quindi, semplificando ancora: da una parte si applica una sorta di legge di Murphy per cui le cose che vanno male andranno sicuramente peggio, dall’altra si usa il criterio della teoria che si autoavvera e, infine, si ricorre alla regola fondamentale della stupidità di Carlo Maria Cipolla, quella che identifica al vertice della categoria chi danneggia gli altri e anche se stesso.

 

mustier

Sarebbe persino divertente se quanto sopra non significasse che ancora una volta talune banche predicano supporto all'Italia e poi sottraggono liquidità e crediti alle imprese italiane che oggi rappresentano l'unica priorità del Paese, facendo poi esattamente il contrario di quanto riportato dalla Banca centrale europea nei suoi documenti ufficiali circa la necessità di introdurre meccanismi pro ciclici in modo da massimizzare l'arrivo di liquidità alle imprese e reinvestire utile e capitale delle banche più solide sui territori.

mustier

 

In realtà, a ben guardare, gran parte della politica di Mustier in tempi di Covid-19 è improntata al fumo negli occhi: annuncia ai quattro venti di rinunciare ai dividendi, ma concede ai suoi azionisti prestiti gratuiti per l’ammontare degli stessi e fa sapere che personalmente devolverà 2,4 milioni del proprio bonus per aiutare la nostra sanità ma evita di dire che si tratta di fumo poichè, purtroppo per lui, in base ai risultati di Unicredit quel bonus non potrà mai incassarlo, mentre altri banchieri se fanno beneficenza lo fanno di tasca propria. E pensare che Mustier fa mettere persino le bandiere italiane nella pubblicità. Cosa aspetta la Bce a intervenire?

 

UNICREDIT, COVID-19 COSTA 900 MILIONI DI ACCANTONAMENTI - È IL PRIMO ISTITUTO EUROPEO AD ANNUNCIARE L'ALLARME UTILI IN VISTA DELLA TRIMESTRALE MUSTIER SI TAGLIA I COMPENSI: «LA CRISI UCCIDE OGNI IPOTESI DI FUSIONE FRA BANCHE»

mustier parzani

Luca Davi per Sole 24 Ore

 

Con una mossa inattesa, UniCredit alza il velo in anticipo sui costi del Coronavirus. E diventa così la prima banca in Europa a fare una prima stima degli impatti su conto economico e patrimonio della peggior crisi economica dai tempi della Grande Depressione.

 

L' effetto delle svalutazioni su crediti, va detto subito, è massiccio per la banca guidata da Jean Pierre Mustier, ed è destinato a pesare duramente sui profitti. Ma nel contempo si profila gestibile sotto il profilo patrimoniale, secondo quanto annunciato dalla banca stessa.

MUSTIER ELKETTE

 

Senza aspettare la pubblicazione della trimestrale, attesa per il 6 maggio, UniCredit ha annunciato 900 milioni di rettifiche nei primi tre mesi legate al coronavirus. La misura nasce dalla inevitabile revisione del Pil dell' Eurozona, che ora è visto in calo del 13% nel 2020. A questo crollo, dovrebbe poi seguire una ripresa del 10% nel 2021.

 

JEAN PIERRE MUSTIER

Alla luce di questo nuovo scenario (di fatto «a V»), il costo del rischio - ovvero il rapporto tra il fondo rischi su crediti e gli attivi ponderati - è destinato a schizzare a 110 punti base, 80 dei quali sono legati proprio alla revisione dello scenario macroeconomico, che si aggiungono ai 30 stimati in precedenza (quota peraltro in calo rispetto ai 46 punti previsti per l' anno). Tradotto: significa che la crisi da Coronavirus moltiplica di fatto quasi per quattro volte la rischiosità degli attivi della banca.

JEAN PIERRE MUSTIER

 

Alle maggiori rettifiche "preventive" legate all' aggiornamento dello scenario macroeconomico, e imposte dai principi contabili Ifrs9 («tutte le banche dovranno adottare questo aggiustamento tecnico» ha detto Mustier in una lettera ai dipendenti) si aggiungono le perdite attese sui crediti di «specifici settori e controparti», che prenderanno forma in particolare «al termine dell' esercizio considerando la conclusione del periodo di moratoria», come spiega la banca in una nota. Per l' anno successivo è prevista poi l' onda lunga della crisi, con un impatto tuttavia più contenuto: il costo del rischio è stimato tra 70 e 90 punti base.

JEAN PIERRE MUSTIER

 

Di fronte a questa impressionante fiammata degli accantonamenti, la banca si può dire serena sotto il profilo patrimoniale, potendo contare sulla solidità generata a valle della maxi-ricapitalizzazione da 13 miliardi del 2017 e del lungo processo di razionalizzazione che ne è seguito.

 

Pur considerando le rettifiche, infatti, UniCredit conta di mantenere un cuscinetto patrimoniale di sicurezza (Maximum Distributable Amount) «ampiamente superiore al target» di 200-250 punti base per il 2020. Ben oltre i requisiti anche gli indici di liquidità, con un Liquidity Coverage Ratio superiore al 140% alla fine del primo trimestre.

 

JEAN PIERRE MUSTIER

Nonostante la notizia teoricamente negativa, ieri il titolo dell' istituto guidato da ceo Jean Pierre Mustier ha chiuso in rialzo dell' 1,94%, a quota 6,72 euro. Segno di un apprezzamento del mercato rispetto a una decisione, quella degli accantonamenti, che si traduce sì in un «profit warning» - l' utile adjusted del 2020 potrebbe scendere da 4,3 a 1,5 miliardi, secondo Equita - ma che d' altra parte sgombra il campo da ipotesi ancora più cupe.

 

jean pierre mustier e beppe sala con elkette l alce peluche di mustier

Di fatto Mustier ha scelto di dare «una maggiore chiarezza sulle prospettive», come evidenziato ieri dagli analisti di Citi. Secondo la banca d' affari americana, UniCredit «potrebbe trarre vantaggio» dalla rimozione dell' incertezza «sull' entità potenziale delle perdite». Una mossa, insomma, «probabilmente» collegata all' approccio «conservativo e trasparente» del management, che si abbina al «solido livello di capitale che consente al gruppo di assorbire tali perdite».

 

Certo è che quella di UniCredit si profila solo come la prima di una lunga serie di revisioni al rialzo degli accantonamenti, per gli istituti europei.

Del resto, oltre Oceano, nei giorni scorsi le più grandi banche americane, le prime a muoversi in questo senso, hanno accantonato 25 miliardi su crediti in vista dell' ondata di default in arrivo. «Riteniamo - scrivono gli analisti di Mediobanca Securities - che questo annuncio potrebbe essere una tendenza in base alla quale le grandi banche con un' elevata capacità di assorbimento delle perdite adotteranno un approccio cauto sugli accantonamenti, tra la flessibilità concessa da regolatore, mentre le banche più piccole o più deboli potrebbero preferire rinviarlo».

jean pierre mustier con elkette versione disegno

 

Da registrare infine che, sempre ieri, il ceo Mustier - che in un' intervista al giornale francese L' Express ha detto che «questa crisi uccide ogni ipotesi di fusione tra banche» - ha annunciato che, oltre alla rinuncia della remunerazione variabile di lungo termine (Ltip) per il 2020 (pari a un massimo teorico di 2,4 milioni), ridurrà la propria remunerazione per il 2020 di circa il 25%, per 300mila euro, con un tagliocomplessivo di 2,7 milioni.

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…