henry kravis salvatore rossi pietro labriola vincent bollore tim kkr

DAGOREPORT: TIM, UNA SOCIETÀ ALLO SBANDO - SENZA UN CAPO AZIENDA, CON I SOCI CHE NON CONCORDANO SU NIENTE E CONTI IN PROFONDO ROSSO. DA UNA PARTE C’È PIETRO LABRIOLA CHE NON HA LA COMPLETEZZA DELLE DELEGHE OPERATIVE DI UN AD. DALL’ALTRA C’È IL PRESIDENTE SALVATORE ROSSI CHE NON INTENDE FARE TUTTO CIÒ CHE VUOLE BOLLORÈ - KKR ASPETTERÀ FINE GENNAIO; UNA VOLTA PRESENTATO IL PIANO INDUSTRIALE AL GOVERNO, PARTIRÀ L’OPA. E VISTO CHE SI È ARRIVATI AL TERZO “ALLARME PROFITTI”, RISCHIANO PURE DI PRENDERSI TIM CON DUE SOLDI. PERCHÉ È DURA IPOTIZZARE CHE MONSIEUR BOLLORÈ RILANCI LA CONTRO OPA, DATO LA FORZA ECONOMICA DI KKR

pietro labriola

DAGOREPORT

Tim, una società allo sbando. Senza un capo azienda, con i soci che non concordano su niente e conti in profondo rosso. Da una parte c’è Pietro Labriola che, come nuovo direttore generale, non ha la completezza delle deleghe operative di un amministratore delegato.

 

Dall’altra c’è il presidente Salvatore Rossi, ex direttore generale di Bankitalia legittimamente all’oscuro di Tlc, che non intende fare tutto ciò che vuole Bollorè, socio di maggioranza relativa (23,75%) attraverso Andrea Pezzi, il vispo advisor del presidente del consiglio direttivo di Vivendi Arnaud de Puy Defontaine.

BOLLORE' DE PUYFONTAINE

 

Bolloré non è disposto a uscir di scena ma, incalzato da Assogestioni, Rossi deve fare il presidente di tutti. Di qui grandi discussioni tra i consiglieri sulla data per la convocazione del prossimo Cda: chi spinge per il dopo Epifania mentre i francesi mirano a una data ancor più lontana al fine di allungare il brodo alla richiesta di “due diligence” di KKr sui conti di Tim. La proposta del consigliere Tim e presidente di Cdp, che ha il quasi 10% del capitale, di accettare subito la ‘’verifica dei conti’’ chiesta dagli americani è stata rifiutata.

salvatore rossi foto di bacco (1)

 

Ma, diligence o no, il fondo americano ha fatto capire durante gli incontri dei giorni scorsi con i ministri italiani che andranno avanti fino all’Opa per rilevare l’intero gruppo sborsando 40 miliardi di cui 10 per l’offerta e 30 per gli investimenti necessari al rilancio e quindi procedere a separare la Rete con i suoi asset strategici dai Servizi di telefonia.

 

Mentre gli emissari di KKr hanno già in mano la bozza di un piano industriale, il piano che sta preparando Labriola richiede ancora tempo perché, come direttore generale, non ha in mano tutti gli strumenti per farlo. I consiglieri di Assogestioni sottolineano che i due piani industriali devono essere presentati insieme al fine di evitare scopiazzature varie.

 

kkr

Il fondo americano, su consiglio del superavvocato Andrea Zoppini, aspetterà fino a fine gennaio; se nel frattempo non ci saranno novità da Rossi e Labriola, presenterà ai tre ministri incaricati da Draghi per la questione Tim (Giorgetti, Colao, Franco) il piano industriale che devono verificare che non ci sia un contrasto con il Golden Power, dopodiché partirà l’Opa.

 

henry kravis

E visto che si è arrivati al terzo “allarme profitti”, rischiano pure di prendersi Tim con due soldi. Perché è assai difficile ipotizzare che monsieur Bollorè rilanci la contro Opa, dato la forza economica di KKR.

 

LA STRATEGIA OBLIQUA CONTRO L'IMMOBILISMO DI MONSIEUR BOLLORÈ

Marco Zatterin per “La Stampa”

 

Una frase attribuita a Klemens von Metternich, maestro austriaco di diplomazia, assicura che la stabilità non si sposa mai con l'immobilità. Dovrebbe farci un pensiero Vincent Bolloré, che da sette anni è impantanato con la sua Vivendi nella rete ex monopolista della Tim, glorioso gioiello delle Tlc trasformato in macchina che produce pochi utili, genera molto debito e decapita top manager.

andrea zoppini

 

Ora che l'ennesimo ribaltone è stato consumato, e gli americani della scuderia Kkr bussano alle porte, sarebbe tempo che i francesi si dessero la scossa e ribattessero a chi osserva che «non hanno una strategia». Stare fermi è la peggiore difesa. Anche se, a ben vedere, un piano offensivo potrebbero aver cominciato a immaginarlo.

 

Bollorè non desiderava Tim appassionatamente. Ci entrò quasi per caso nel 2014, uscendo dal Brasile e facendosi pagare dagli spagnoli di Telefonica con una quota del gruppo italiano. Da allora ha ostentato fede imperitura nella convergenza delle reti e del multimedia, anche se in realtà desideravano solo usare la vecchia Telecom come cavallo di Troia per prendersi Mediaset. Non gli è riuscito.

 

TIM GUBITOSI

Tanto che la sola vera operazione di nozze televisione-telefonia l'ha fatta Luigi Gubitosi, con Dazn, mossa non proprio favorita dalla sorte. L'affare del calcio gli è costato il posto e adesso tutto riparte dal via come nel più classico dei giochi di società (quotate). A Parigi giurano di non voler vendere ed è probabilmente vero.

 

giovanni gorno tempini foto di bacco 2

Terranno in cassaforte il loro 23,75 per cento delle azioni, ora in bilancio a 80 centesimi, 30 in più dell'offerta americana. Chi li conosce bene racconta che i francesi intendono davvero restare fra i soci del gruppo italiano come riferimento a lungo termine, almeno sino a quando non avranno recuperato una parte rilevante dei soldi spesi.

 

E aggiunge che Tim è ancora considerata una pedina nel grande universo delle alleanze multimediali dei transalpini. Chissà? Posto questo, con una strategia obliqua, Vivendi potrebbe proporsi come sponda industriale per la mano pubblica italica. Anzitutto, intessendo il patto flessibile già nell'aria con la Cdp (che ha il 9,81%), il che la porterebbe ad un passo dalla minoranza di blocco in grado di paralizzare qualunque strategia sgradita.

 

pietro labriola

L'intesa servirebbe a evitare che Kkr rispondesse alla sua natura e facesse il fondo. Prendendo cioè tutto quello si può, per cedere ciò che non serve e tenersi quanto si giudica possa portare denari. Vendere la Tim al chilo per quietare l'esigenza, scritta nella ragione sociale, di guadagnare soldi. Difficile che a Roma si voglia veder servito in tavola uno spezzatino di Tlc. In assenza di altri partner industriali veri, al governo non resta che avviare la ricerca di un "modus Vivendi" con i francesi.

 

ANDREA PEZZI

I quali potrebbero giocare sulla ruota dello scorporo della rete, anche restando in una minoranza blindata con la possibilità di veto garantita dalla Cassa Depositi. L'infrastruttura potrebbe a quel punto assumere le sembianze di una Terna hi-tech in cui i costi degli investimenti necessari (eccome se servono!) verrebbero in parte scaricati sul consumatore, così come avviene con le bollette elettriche.

 

LA FOTOGRAFIA DI TIM - AZIONISTI E SITUAZIONE FINANZIARIA

Ci sarebbero gli inevitabili tormenti di Bruxelles. Match complesso. Non impossibile. Certo aiuterebbe che Bollorè dicesse cosa ha in mente per le sue proprietà romane. Quando ha cominciato a chiedere la testa di Gubitosi, un socio pesante gli ha chiesto "per fare che?". Non c'è stata risposta e non può continuare così.

 

La rete su cui corrono i nostri dati, come il patrimonio tecnologico e i dipendenti dell'azienda, ha bisogno di veder interrotta la serie di disastri strategici e gestionali cominciata a metà degli anni Novanta. Il lucido Metternich avvertiva che «gli avvenimenti che non possono essere impediti devono essere diretti». Tim in crisi profonda, sotto assedio, a un passo dal punto di non ritorno ne ha bisogno di direzione come l'aria fresca. Per non svanire dolorosamente. -

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA