

1- DOLCE&GABBANA: PER LA PROCURA DI MILANO EVASI CIRCA 1 MLD DI IMPONIBILE
Radiocor - Il gruppo di moda Dolce&Gabbana avrebbe evaso circa 1 miliardo di euro di imponibile. Questa la cifra emersa dagli accertame nti fatti dalla Guardia di Finanza nell\'ambito dell\'indagine condotta dal pm Laura Pedio arrivata oggi a conclusione. Nell\'inchiesta della procura di Milano risultano indagate sette persone, tra le quali i due stilisti creatori del gruppo, Domenico Dolce e Stefano Gabbana.
2 - DOLCE EVASIONI
Giuseppe Guastella per il Corriere della Sera
La prima notizia non fa piacere ai celeberrimi stilisti siciliani Domenico Dolce e Stefano Gabbana, la seconda fa drizzare le orecchie agli oltre 60mila dottori commercialisti italiani: chiudendo l\'inchiesta per una maxievasione fiscale su un imponibile di circa un miliardo, con relativa ipotesi di truffa ai danni dello Stato, legata alla vicenda di una presunta «esterovestizione» della capogruppo D&G, la Procura di Milano ha inserito tra gli indagati anche il consulente che collaborò alla costruzione dell\'impalcatura societaria.

Secondo il sostituto procuratore Laura Pedio, il trasferimento formale di una società in un paese straniero, come un paradiso fiscale, con il solo scopo di pagare meno tasse in Italia, dove però l\'azienda continua ad operare regolarmente, può essere ritenuto un «artificio o raggiro» che concretizza il reato di truffa ai danni dello Stato. Reato cui concorrono coloro che hanno avuto un ruolo nella esterovestizione, come il commercialista che ha fornito il proprio contributo professionale.

Nel 2007 le indagini della Guardia di finanza di Milano accertarono che tre anni prima la Dolce & Gabbana aveva trasferito la sede in Lussemburgo. Il corredo dei marchi della maison, che garantiscono royalties per milioni e milioni di euro, fu ceduto alla «Gado sarl» (acronimo di Gabbana e Dolce), controllata dalla Dolce & Gabbana Luxembourg per 360 milioni.
Secondo il pm Pedio, però, si tratta di una stima eccessivamente al ribasso e, dato che i brand della maison fondata nel 1985 non valevano meno di 700 milioni, l\'operazione aveva consentito un risparmio notevole sulle imposte da pagare per il profitto realizzato. Un altro risparmio importante sarebbe stato realizzato con il trasferimento societario in Lussemburgo, dove il prelievo fiscale sui profitti è intorno al 3%.
L\'avviso di conclusione delle indagini prelude alla richesta di rinvio a giudizio ed è stato notificato ieri dalla Gdf ai sette indagati. L\'accusa di «dichiarazione dei redditi infedele» (articolo 4 del decreto 74/2000) riguarda solo Domenico Dolce e Stefano Gabbana per un imponibile di 416milioni di euro ciascuno (cui si aggiungono circa 200 milioni di imponibile riferibile alla società).

L\'ipotesi di truffa ai danni dello stato, oltre che ai due stilisti assistiti dall\'avvocato Massimo Dinoia, è contestata anche ad Alfonso Dolce, fratello di Domenico e socio di minoranza, ai due manager Cristiana Ruella e Giuseppe Minoni, alla lussemburghese Antoine Noella, ritenuta una prestanome, e al consulente fiscale Luciano Patelli.

Le società furono riportate in Italia nel 2007 perché, come si leggeva nella relazione al bilancio chiuso al 31 marzo 2008, gli amministratori ritenevano che così avrebbero potuto «tutelare al meglio l\'immagine del gruppo», anche se erano «ampiamente resistibili le stesse contestazioni, data l\'effettiva residenza lussemburghese della società».