carlo bertazzo

DOVE L'HO GIÀ VISTO? - CARLO BERTAZZO È STATO PER 25 ANNI IL BRACCIO DESTRO DI GIANNI MION, ARTEFICE DELL'ESPANSIONE DELLA HOLDING DEI BENETTON. ORA PRENDE IL POSTO DEL RIVALE DI MION, CASTELLUCCI, AL VERTICE DI ATLANTIA, NEL MOMENTO PEGGIORE DELLA STORIA DELLA SOCIETÀ. RIUSCIRA' A TIRARLA FUORI DAI GUAI?

Sara Bennewitz per ''la Repubblica''

 

carlo bertazzo

Dopo un breve apprendistato all' Ifi degli Agnelli, ha lavorato per 25 anni al fianco di Gianni Mion, contribuendo alla costruzione dell' impero dei Benetton. Ora dovrà guidare la holding nella crisi scatenata dal crollo di Genova Carlo Bertazzo metà della sua vita l' ha passata a Ponzano Veneto alle dipendenze dei Benetton, e ora lascerà i suoi incarichi in Edizione per trasferirsi a Roma alla guida di Atlantia. Sposato, 54 anni, di cui gli ultimi 25 ai vertici della holding di Treviso, viene descritto dai Benetton come «un lavoratore onesto e indefesso ».

 

Toccherà a lui ereditare le deleghe prima occupate da Giovanni Castellucci, che dopo 16 anni alla guida del gruppo ha lasciato ogni incarico lo scorso 18 settembre. Castellucci è stato il manager dell' espansione internazionale, che ha reso grande l' azienda che rappresenta quasi due terzi del patrimonio dei Benetton e che per anni ha pagato cospicui dividendi. Ma il rapporto di fiducia tra il manager e la famiglia è crollato insieme al Ponte Morandi il 14 agosto del 2018.

 

Dopo la tragedia i Benetton sono corsi ai ripari tardivamente, nel settembre scorso, decidendo di fare di Atlantia una holding di partecipazioni di infrastrutture e ripartendo in due le deleghe: quelle per l' Italia e quelle per il resto del mondo. Bertazzo ricoprirà un ruolo pieno, nell' attesa che venga selezionato un manager per le infrastrutture all' estero, a cui affidare le concessioni di Abertis, quelle in Cile, in Brasile, nel Tunnel sotto la manica e nell' aeroporto di Nizza. «Siamo passati da un manager nel quale i Benetton avevano perso la fiducia - fa notare un dirigente di Atlantia - al più fidato dei manager della famiglia».

 

GIANNI MION 1

Dopo la laurea in Economia a pieni voti alla Ca' Foscari di Venezia, Bertazzo inizia a lavorare alla Ifi degli Agnelli diventando uno dei "Gabetti' s boys'"; ci passerà i primi tre anni della sua vita professionale. A Treviso si racconta che abbia sempre mantenuto i contatti con i colleghi conosciuti a Torino tra il 1991 e il 1994, perché ama fare squadra. Essendo nato nella padovana Monselice, su raccomandazione del professor Carlo Brunetti con cui si era laureto a Venezia, nel 1994 Bertazzo viene presentato a Gianni Mion che lo assume per quella che poi diventerà Edizione Holding, partendo dalla privatizzazione della Sme, dei supermercati Gs e dell' Autogrill.

 

marco patuano 1

Brunetti ha sempre definito Bertazzo «uno dei suoi migliori alunni» e Mion, con cui il manager ha lavorato per 22 anni, dice di andare «orgoglioso » della sua carriera e lo promuove addirittura da collaboratore a maestro: «Tra le persone con cui ho lavorato non faccio fatica ad ammettere che Bertazzo è quello da cui ho sempre qualcosa da imparare», confessa Mion, che è tornato lo scorso giugno in Edizione come presidente esecutivo; «è un manager serio, onesto, scrupoloso, curioso, non smette mai di informarsi e imparare».

 

luciano benetton

Poco avvezzo alla vita di società, persino a quella della provincia di Treviso, quando non lavora Bertazzo ama fare lunghi viaggi con la moglie e gli amici. Pare che un paio di anni fa abbia destato la curiosità dei Benetton per aver girato in macchina per ben tre settimane alla scoperta della Svizzera. Anche nello stile dei viaggi si racconta che il manager non ami indulgere nel lusso e abbia uno stile riservato e spartano rispetto alle sue possibilità economiche.

 

In molti sostengono che il sodalizio Bertazzo-Mion di fatto abbia limitato la crescita del manager che, nonostante la grande esperienza maturata ai piani alti, ha avuto un ruolo operativo solo nel triennio 2011-2013, quando è stato amministratore delegato di Gemina, prima che la holding che controllava gli Aeroporti di Roma (Adr) confluisse dentro Atlanltia. Altri riferiscono che, forse per rispetto, Bertazzo per primo sia rimasto sempre all' ombra di Mion, il vero stratega della diversificazione e della fortuna dei Benetton che è partita dai maglioncini.

 

castellucci e cerchiai

E così, avendo sempre vestito i panni del "numero due", quando nel 2016 Mion è uscito da Edizione, la holding guidata da Gilberto Benetton ha preferito rivolgersi all' esterno, reclutando l' ex numero uno di Telecom Marco Patuano, piuttosto che promuovere il manager di casa.

 

Altri ritengono invece che Bertazzo sia sempre stato troppo "allineato" con i Benetton per essere considerato adatto a guidare Edizione. Fatto sta che, in un momento molto delicato come quello attuale, nel quale Autostrade per l' Italia rischia di perdere le concessioni trascinando Atlantia in una crisi dagli esiti imprevedibili, è lui il manager di fiducia che viene delegato dalla famiglia a ricucire i rapporti con le istituzioni, il mercato, i creditori e le agenzie di rating.

GIANNI MION

 

E questo perché Bertazzo è un tecnico che mastica di finanza, conosce le lingue, ha buoni rapporti con i fondi istituzionali e ha maturato anche notevoli competenze legali, in anni di operazioni straordinarie. E, soprattutto, ha un curriculum specchiato che brilla per disciplina, precisione e affidabilità.

 

Qualcuno lamenta che negli anni alla guida di Adr non abbia saputo tessere sufficienti relazioni con la politica; peccato veniale molto comune ai manager veneti, che di solito sono più concreti che diplomatici. Inoltre a Bertazzo faranno capo gli amministratori delegati delle singole società operative, i quali dovranno interfacciarsi con le istituzioni, come del resto continuerà a fare Fabio Cerchiai, che resta presidente di Atlantia. «Sono lieto che Atlantia possa avvalersi della consolidata esperienza di Bertazzo », ha commentato Cerchiai, «manager che conosce molto bene la società e il gruppo».

GIANNI MION

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...