FERMI AL CASELLO – I BENETTON CONTINUANO A TIRARE LA CORDA E DICONO CHE L’OFFERTA DI CDP PER L’88% DI AUTOSTRADE NON È ADEGUATA, MA LASCIANO APERTA LA PORTA PER UN'ALTRA SETTIMANA – IL FONDO MACQUARIE: TEMPI TROPPO STRETTI PER UN'OFFERTA VINCOLANTE – IL NODO DEL PREZZO: CDP HA VALUTATO IL 100% DELLA CONCESSIONARIA TRA GLI 8,5 E I 9,5 MILIARDI. SECONDO LE ANALISI FATTE FARE DA ATLANTIA VALE 11

-

Condividi questo articolo


crollo ponte morandi 2 crollo ponte morandi 2

 

 

ASPI: FONTI, PER MACQUARIE TEMPI TROPPO STRETTI PER OFFERTA VINCOLANTE ENTRO 27/10*

link to media gallery CASELLO

Roma, 21 ott. (Adnkronos) - Tempi troppo stretti per poter presentare

un'offerta vincolante entro il 27 ottobre prossimo. Un dossier così

complesso richiede, infatti, una approfondita due diligence per

arrivare a formulare una proposta definitiva.

 

Sarebbe questa, secondo

quanto s'apprende da fonti interpellate dall'Adnkronos, la valutazione

del fondo australiano Macquarie sulla decisione comunicata ieri sera

dal cda di Atlantia. Le stesse fonti parlano di un 'pressing' sulla

tempistica che non permetterebbe alla cordata in campo per

l'acquisizione dell'88% di Aspi - Cdp, Maquarie e Blackstone - di

effettuare i necessari approfondimenti. L'indicazione sarebbe quella

di una due diligence di 10 settimane.

 

1 – ATLANTIA-CDP, AI SUPPLEMENTARI: TROPPO BASSO IL PREZZO PER ASPI

Laura Galvagni per “il Sole 24 Ore”

 

luciano benetton imago mundi luciano benetton imago mundi

L'offerta di Cdp per l'88% di Autostrade per l'Italia non è adeguata. È questo il responso del consiglio di amministrazione di Atlantia che ieri ha esaminato la proposta preliminare giunta da Cassa e dai fondi Blackstone e Macquarie. Nonostante questo la holding ha deciso di tenere aperta la trattativa con l'istituzione finanziaria per un'altra settimana con l'obiettivo di ricevere, entro il prossimo 27 ottobre una proposta che sia «vincolante».

 

roberto tomasi autostrade per l'italia roberto tomasi autostrade per l'italia

Ma soprattutto che valuti opportunamente l'asset. In particolare la società, a valle di un lungo consiglio di amministrazione, ha fatto sapere che «pur esprimendo apprezzamento per l'elaborazione dell'offerta, ha valutato i termini economici e le relative condizioni allo stato non ancora conformi e idonei ad assicurare l'adeguata valorizzazione di mercato della partecipazione».

giuseppe conte paola de micheli giuseppe conte paola de micheli

 

Perché, in sostanza, la ragione che ha impedito al board di dare responso positivo è "quanto" è stato messo sul piatto dall'ente per il 100% della concessionaria: tra gli 8,5 miliardi e i 9,5 miliardi. Almeno un miliardo in meno, rispetto a quelle che sarebbero le aspettative di Atlantia.

 

Aspettative che, in parte, come riferito anche da Radiocor, trovano giustificazione in analisi specifiche condotte dai consulenti Jp Morgan e Goldman Sachs ma anche nel valore medio indicato dagli analisti di Borsa per i quali Aspi vale poco meno di 11 miliardi. Insomma, non ci siamo ancora.

 

fabrizio palermo foto di bacco (3) fabrizio palermo foto di bacco (3)

E allora, ancora una volta si è deciso di allungare i tempi di questa trattativa che appare ormai infinita e che rischia di scontrarsi, però, con due date chiave: l'assemblea del 30 ottobre e l'approvazione del pef. Riguardo all'assise, come detto ormai non esistono più i tempi tecnici per annullare la riunione dei soci chiamata ad approvare la scissione di Aspi.

 

Tuttavia se il 27 ottobre dovesse arrivare sul tavolo di Atlantia una proposta soddisfacente di Cdp e dei fondi a quel punto il consiglio della holding convocato per il 28 ottobre potrebbe decidere di procrastinare l'assemblea anche a valle delle dieci settimane di trattativa in esclusiva. Molto, però, dipenderà dai contenuti del documento che invierà Cdp che, allo stato, pare intenzionata a proseguire nei contatti.

ATLANTIA AUTOSTRADE ATLANTIA AUTOSTRADE

 

Rispetto ai quali c'è però un altro ostacolo da superare: il piano economico finanziario di Aspi. Come è noto il ministero delle Infrastrutture ha legato il via libera al pef all'ingresso di Cassa nel capitale di Autostrade. Allo stesso modo, però, Cdp e i fondi hanno scritto ad Atlantia di non poter procedere con una proposta vincolante perché manca una due diligence approfondita e il piano economico non ha ancora ricevuto il sigillo del Mit.

salini conte de micheli ponte genova salini conte de micheli ponte genova

 

Di fatto un cane che si morde la coda. In ragione anche di questo risulta che Atlantia abbia scritto nei giorni scorsi al ministero proprio per eliminare la situazione di stallo che si è venuta a creare attorno al pef, tanto più anche alla luce del parere emesso dall'Art che in parte accende un faro sul tema dell'incremento delle tariffe.

 

La situazione resta complessa. A questo punto, però, la palla torna nel campo di Cassa e dei suoi partner, Blackstone e Macquarie che sono chiamati a mettere nero su bianco una nuova proposta, vincolante, entro il 27 ottobre. Nella tarda serata di lunedì 19 ottobre l'istituzione finanziaria e i due fondi hanno fatto pervenire alla holding un'offerta preliminare che in realtà riportava la volontà di firmare un term sheet tra le parti entro il 28 ottobre in modo tale da poter poi aprire una due diligence approfondita da concludere nelle settimane successive.

CARLO TOTO CARLO TOTO

 

Non è bastato. Intanto, però, i proxy advisor hanno promosso il progetto di scissione parziale proporzionale di Aspi che sarà oggetto di delibera all'assemblea del 30 ottobre se l'offerta di Cdp non congelerà la situazione. E Toto, che in cordata con Apollo la scorsa settimana ha confermato la propria manifestazione di interesse per Autostrade, continua a lavorare ad un'offerta vincolante da inviare ad Atlantia.

 

Senza contare la "preoccupazione" espressa dall'Aiscat, l'associazione che riunisce le società concessionarie autostradali, che ha parlato di «soluzioni pasticciate» e ha definito inaccettabile che «una gara in corso non segua la normale competizione di mercato ma venga "orientata" dalla indicazione del Governo».

 

Macquarie Macquarie

Critiche sono arrivate anche dalla politica con Matteo Salvini che ha accusato il governo di consegnare la maggioranza agli stranieri (riferendosi al peso che Balckstone e Macquarie avranno nella newco che promuoverà l'offerta), mentre Giorgia Meloni ha parlato di «svendita» e ha minacciato di bloccare il parlamento se il premier Giuseppe Conte non chiarirà subito, e Mariastella Gelmini ha ironizzato sul «capolavoro» Pd-M5s. Ma anche dentro la compagine di governo è filtrato qualche dissapore, con i 5s che vedono profilarsi dal pef il rischio di un «regalo finale ai Benetton»

 

 

2 – ATLANTIA: «L'OFFERTA DI CDP NON ANCORA IDONEA» AVANZA LA SCISSIONE MA SI CONTINUA A TRATTARE

Estratto dell’articolo di Rosario Dimito per “il Messaggero”

 

GIUSEPPE CONTE FABRIZIO PALERMO GIUSEPPE CONTE FABRIZIO PALERMO

(…) Cdp ha proposto di sottoscrivere un memorandum of understanding entro il 28 per far partire una due diligence di 10 settimane. Pare che la risposta di Atlantia abbia deluso il Mef che si aspettava un accoglimento del piano Cdp, specie nella parte in cui la holding tiene in piedi l'assemblea, sulla quale Consob ha acceso un faro.

 

(…)  Ma anche all'interno di via Goito, l'altra sera, la decisione ha registrato due astenuti. Il vicepresidente Luigi Paganetto ha rilevato la non strategicità di Autostrade nella mission della Cdp, mentre il consigliere Francesco Floro Flores, indicato da M5S, avrebbe voluto rinviare l'intervento a dopo l'accertamento delle responsabilità sul Ponte di Genova.

AUTOSTRADE PER L ITALIA AUTOSTRADE PER L ITALIA liguria code in autostrada 7 liguria code in autostrada 7

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...