FINALMENTE SI SBLOCCA LA RETE UNICA? – ENEL ESCE DA OPEN FIBER: FIRMATI I CONTRATTI DI CESSIONE DELLA SUA PARTECIPAZIONE NELLA SOCIETÀ PUBBLICA. IL FONDO AUSTRALIANO MACQUARIE RILEVERÀ IL 40%, IL RESTANTE 10 VA A CDP, CHE DIVENTA AZIONISTA DI MAGGIORANZA – MA BISOGNA VEDERE CHE NE PENSA IL NUOVO AD DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI SCANNAPIECO, E PURE IL GOVERNO DRAGHI, CHE NON SI È MAI ENTUSIASMATO TROPPO SUL PROGETTO…

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Sandro Iacometti per "Libero quotidiano"

 

Si sblocca (forse) dossier della rete unica. Dopo mesi (forse troppi) di attesa, Enel ha finalmente ha firmato i contratti relativi alla cessione dell'intera partecipazione (il 50%) detenuta in Open Fiber, per un totale di 2,650 miliardi. Il fondo australiano Macquarie rileverà il 40%, mentre il restante 10% sarà ceduto a Cdp, che così diventerà azionista di maggioranzade della società nata per realizzare la rete a banda ultralarga in fibra ottica in tutta Italia. Enel e Cdp Equity erano infatti socie paritetiche.

Macquarie Macquarie

 

In particolare, il contratto relativo alla cessione a Macquarie Asset Management del 40% di Open Fiber prevede un corrispettivo di 2,12 miliardi, incrementato a un tasso del 9% annuo calcolato a decorrere dal 1 luglio 2021 e fino al closing dell'operazione. Il contratto relativo alla cessione a Cdp Equity del 10% del capitale di Open Fiber, invece, prevede un corrispettivo di 530 milioni. Entrambi i contratti riconoscono ad Enel degli "earn-out", legati a eventi futuri ed incerti.

 

LUIGI GUBITOSI FRANCESCO STARACE LUIGI GUBITOSI FRANCESCO STARACE

Il perfezionamento dell'operazione è previsto per il quarto trimestre del 2021 ed è subordinato al soddisfacimento delle consuete condizioni sospensive, tra cui l'ottenimento di tuttele necessarie autorizzazioni. «Migliorare l'accesso a una banda larga affidabile e ultraveloce è fondamentale per consentire alle famiglie e alle imprese italiane di sfruttare le opportunità che una società e un'economia più connesse sono in grado di offrire», ha detto Jiri Zrust, senior managing director di Macquarie Asset Management.

dario scannapieco dario scannapieco

 

L'accordo potrebbe riaprire il progetto della rete unica su cui il nuovo governo, dopo lo stallo durato moltissimi mesi, non ha mai manifestato troppo entusiasmo. Anzi, la decisione di mettere a gara gli appalti per la realizzazione dell'infrastruttura hanno fatto pensare a molti che il piano sia totalmente archiviato.

 

Ma non è ancora detto. L'ad di Tim, Luigi Gubitosi, qualche tempo fa aveva commentato la notizia della cessione di OF da parte di Enel parlando di un «miglioramento» del quadro del progetto. Anche se nel frattempo è stata creata FiberCop, la società in cui confluiranno la rete secondaria in rame di Tim e la fibra di FlashFiber, joint venture di Tim e Fastweb proprio per dimostrare che il colosso delle tlc può andare avanti anche da solo.

luigi gubitosi di tim luigi gubitosi di tim

 

A questo punto FiberCop e Open Fiber dovrebbero unire le loro forze per realizzare AccessCo, la rete unica. Resta il nodo, quello che fin dall'inizio ha bloccato il progetto, di chi avrà la maggioranza del nuovo soggetto. L'ingresso del presidente della Cdp, Giovanni Gorno Tempini, nel cda di Telecom (in rappresentanza del 10% detenuto dalla cassa) è stato letto da molti come un segnale di disgelo. Ma la strada sembra ancora lunga.

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